Capitolo quarantasette

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Am mi guardò ma feci cenno di andare, così mi ritrovai da sola nel mezzo alla gente. Chiusi gli occhi seguendo il ritmo della canzone e il mio bacino si mosse da solo, ballare mi rilassava un sacco. Chissà cosa avrei fatto per il mio compleanno?

Quando decisi che era il momento di riaprire le palpebre vidi Bryana avvinghiata a Louis, intenta a strusciarsi lungo la sua gamba per poi risalire. Lui le prese i fianchi e premette il bacino sul suo sedere, agguantai un altro bicchierino e bevvi. Mi asciugai la bocca e andai verso di loro.

-Siete carini- dissi con la voce leggermente impastata, la minigonna di Bryana era davvero mini -Forse dovreste prendere una camera, sappiamo tutti cos'è l'attrazione sessuale-. Mi congedai con un mezzo sorriso e tornai in cucina.

Vidi che una ragazzasi stava complimentando con Harry per il trucco, quando lui mi vide mi chiamò -È merito dimia sorella-. Sorrisi imbarazzata e mi dileguai il prima possibile,sentendomi di troppo.

Decisi che era ora di usare il bagno per cui salii le scale e mi chiusi dentro, gettai un'occhiata allo specchio e notai compiaciuta che l'acconciatura era ancora più bella spettinata. Quando ebbi finito mi lavai le mani e uscii, il gatto di Liam si strusciò alle mie caviglie e mi piegai per accarezzalo.

-Non ti mettere più in quella posizone, per favore-.

Mi girai e vidi Louis in cima alle scale, gli sorrisi e tornai al gatto. Lui si avvicinò e mi prese tra le braccia
-Vuoi provocarmi?-

-No- risposi sinceramente, cercai di divincolarmi -Lasciami-

-Sei bellissima-continuò lui con un sorriso, anche lui sapeva di alcool. Smisi di lottare -Mi rovini le ali-.

Lui si scostò, notai che era vestito con una maglia di Superman -Originale-commentai. Prese una molletta dai miei capelli e la sfilò, lasciandomi cadere sul viso una ciocca. Sbuffai sollevandola.

-Vai dalle tue amiche- dissi allontanandomi, mi prese per un polso trattenendomi e gli gettai un'occhiataccia

-Resta qua-

-La festa è giù!-protestai, poi cambiai argomento -Sai per caso se viene Niall?-.

Il suo sguardo si rabbuiò e sorrisi dentro di me -No, non penso-

-Ti dà fastidio se parlo di lui?- lo provocai

-Molto- ringhiò a denti stretti, scrollai le spalle -Peccato, siamo molto amici-.

Louis mi strattonò violentemente e finii contro il suo petto, il suo respiro era molto veloce. Sollevò la mia faccia verso la sua -Che hai intenzione di fare?-

-Niente- mentii, dentro di me mi stavo esibendo in una danza sfrenata. Ottimo piano,Valerie.

-Allora cosa ci fai in casa mia vestita così...provocante?- deglutì e nei suoi occhi si accese una luce strana, la sua pupilla si dilatò quando fece scorrere lo sguardo sulle mie gambe.

-Mi diverto- risposi con lo stesso tono frivolo di prima, gli sorrisi -Mi lasci andare ora?-

-Mai-

-Harry è giù e non siete a scuola- commentai, mi zittii all'improvviso quando fece scorrere le mani lungo le mie spalle fino ai fianchi, mi prese e mi tirò contro di lui...ancora di più, se possibile. Il mio cuore accellerò.

Stai calma, è così che è successo tre anni fa.

-Sei così...desiderabile- mormorò lui al mio orecchio, sentii contro la pancia quanto mi volesse in quel momento.

-A Lottie non piacerebbe-

-Non me ne importa niente del suo giudizio-

-A me sì! Non sei tu quello che minaccia!- urlai puntandomi contro il suo petto

-Le dirò di starti lontana-

-Forse sei tu quello che dovrebbe starmi lontano!-.

La sua presa cedette di colpo e mi staccai lisciandomi i pantaloncini, tornai giù quasi acorsa e inciampai sull'ultimo scalino. Liam mi prese al volo.

-Stai bene?- mi chiese preoccupato, annuii e andai in cucina per prendere l'ennesima birra. Quando l'ebbi finita, controllavo a stento la ragione.

Harry venne a dirmi che tornava a casa, Am intanto era andata a prendere la sua macchina. Perché avevo l'impressione che avremmo passato la notte in quella casa?

Forse perché vidi passare la mia coinquilina a cavalcioni sulle spalle del mio miglioreamico, diretti al piano di sopra.

Mi appoggiai al divano, in quel momento ero sola.

Cercai con lo sguardo Niall ma sembrava proprio assente, gli mandai un messaggio ma notai solamente dopo che mi aveva già mandato la buonanotte. Posai di nuovo il cellulare nella borsetta, cercai di distrarmi tornando in pista. Gli occhi di Bryana mi scrutavano attraverso la folla, le diedi le spalle e cominciai a dimenare il sedere attirando molti sguardi. Pochi minuti dopo qualcuno mi caricò sulla propria spalla e scalciai urlando di lasciarmi andare.

Vidi il corriodoio e nuovamente le scale, mi arresi cercando di tenere le bevute nello stomaco e mi feci trasportare di sopra, finché non scivolai lungo il corpo di Louis mentre mi appoggiava a terra.

-Ti avevo detto dismetterla- disse a denti stretti, i suoi occhi blu erano lambiti dalle fiamme, la mascella contratta.

-Lasciami in pace-risposi, mi tirò di nuovo su e mi portò nella sua camera, scaraventandomi sul letto. Mi misi a sedere indignata -Ma che modi sono questi?!-

-Non sopporto che tutti ti guardino...in quel modo- distolse lo sguardo, mi arresi e mi contorsi per staccarmi le ali. Quando ci riuscii tirai un sospiro di sollievo.

Incrociai le braccia-Va bene, cosa facciamo ora?-

-Aspettiamo che Amelie ti riporti a casa-.

Scoppiai a ridere-Starà qua tutta la notte e ha troppo alcool in corpo, come tutti noi-.

La sua espressione cambiò, mi accorsi in quel momento dell'errore e indietreggiai sul letto -Oh no Louis, non è come pensi-.

Lui salì ai piedi del letto e venne verso di me, il suo alito mi accarezzò le labbra-A me sembra proprio di sì-.

La mia testa vorticava, girava e viaggiava ad una velocità troppo spedita.
Il suo profumo di stordiva, qualcosa dentro di me si scaldò. Lasciai perdere la ragione e gli gettai le braccia al collo, lui grugnì e misalì sopra mentre mi distendevo sul materasso. Le mie gambe gli circondarono il bacino mentre la sua bocca si avventava sulla mia.

-N-Non fare così-sentivo i suoi muscoli contrarsi mentre cercava di mantenere il controllo, mi puntai sui talloni e mi sollevai verso di lui tornando alla sua bocca. Il suo sapore era qualcosa di unico.

Scese lungo il mio collo fino alla pancia, gemetti. Avevo bisogno di lui.

Mi chiese il permesso con lo sguardo prima di sfilarmi top e shorts, l'aria fresca mi sferzò la pelle bollente. Lo aiutai a togliersi la maglia e i jeans, finché solo un piccolo strato di tessuto ci separava.

-Valerie...non so se...sei ubriaca- disse lui con il fiatone, lo afferrai per i capelli tirandolo verso di me e gli risposi nell'orecchio -Va bene-.

Mi prese per i fianchi e mi sfilò l'intimo, slacciando anche il reggiseno. Si voltò un attimo per mettersi la protezione e mi guardò attentamente negli occhi -Se ti vuoi tirare indietro, ora o mai più-.

Lo guardai disperatamente sollevandomi, lui mugolò e mi prese.

What a stupid little thing to doWhere stories live. Discover now