Prologo- Some people Fight to be Right.

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A volte decido di inventare una scusa ai miei per congedarmi e andare in camera, per chiudermi a chiave, solamente per fissarmi a lungo allo specchio.

Non ho mai esitato a ficcarmi due dita in bocca per vomitare l'anima. 

Per non vedere quella figura esile e fragile, per non vedere le lacrime che solcavano il mio viso e i miei occhi rossi, come il fuoco che ardeva dentro me stessa.
Avrei voluto distruggere qualsiasi cosa in qualsiasi momento, sarei voluta tornare indietro per rimediare ad ogni errore commesso ed evitare le gravi conseguenze che ho pagato.
Avrei fatto qualsiasi cosa per tornare nel passato, solamente per avere un futuro migliore, per passare dei bei giorni, per sentirmi un po' più bene del solito.
Magari per scappare dalla realtà.
Non posso accontentarmi fingendo che vada tutto bene, perché mi farà stare ancora più male e non vale la pena, neanche minimamente.
Fingere di essere interessata a qualcuno quando quel qualcuno non sa nemmeno della mia esistenza.
Vedere le persone mostrarmi indifferenza e voltarmi le spalle è stato come ricevere tante coltellate nella schiena. Questa ferita non si rimarginerà tanto facilmente.
A volte prendo la bicicletta e decido di andare in spiaggia, consapevole che è l'unico posto che mi calma, come se fosse una persona, l'unica che sa capirmi in fondo. E vedere il tramonto, e i suoi colori meravigliosi mi fa stare bene.
E non pensare a niente.
A volte penso del perché io non sia come gli altri, perché invece di rompere il ghiaccio e godermi la vita, mi accontento di non avere nessuno al mio fianco. Perché non essere normale, come tutti del resto? Ma mi sorge però una domanda: Perché devo farlo? Perché ostinarmi a essere come tutte le altre, se io mi sento così? Ho paura dei cambiamenti, ho paura che qualcuno possa disprezzarmi ancora di più, e non ce la faccio a sopportare anche questo peso. Per me è di troppo.
Mi sento bloccata a situazioni del genere: vorrei prendere una decisione drastica, sbattere il pugno sul tavolo e dire "Da adesso tutto cambia", ma so che non avrò molta forza per cambiare. Per migliorarmi. Per avere qualcuno che stia al mio fianco.

Qualche volta penso a quanto sia stata stupida e incosciente, sì perché ogni secondo che ho passato a piangere potevo fare una svolta e andare avanti, invece di farmi abbattere dalla tristezza. E ogni volta che ho voluto fare uno sforzo, ho sempre pensato "Non ce la faccio".

Una convinzione così grande che riesce a bloccarmi in qualsiasi sorta di situazione, una specie di blocco mentale.
Un modo inutile di arrendermi.
Un modo meschino per non farmi conoscere come la vera me, ingenua ma con un cuore che lo donerebbe a tutti, pur per avere qualcuno che la sostenga.
Quanto sono stata stupida.
C'è gente che combatte, che lotta per avere rispetto, per essere onesti o per avere un po' di dignità. O chi cerca di fingere che non gli importa semplicemente.
Io non credo che esista l'amore, penso che sia solo un'illusione. Chi c'è in questo mondo disposto a donarsi a una persona? Chi c'è disposto a fare qualsiasi qualcosa per la persona che ama? Cos'è l'amore?
Non lo dico perché non mi sono mai sentita amata. Lo dico perché il mio cuore è ormai in frantumi e conoscere il significato della parole "amore" potrebbe risultare qualcosa di sconosciuto.

Nate, colui che credevo fosse il mio ragazzo per due anni, mi ha amato. Ma in che modo? Che l'abbia fatto per vero amore? O in modo malsano?

Oppure mi ha lasciato, perché nascondeva un segreto talmente importante, da non potermelo dire per tutto questo tempo?


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