Orgasmo premeditato?

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Prevedo una giornata impegnativa. Sono in piedi dalle sei e mezzo e ho già fatto l'amore sotto la doccia con un Ricky esplosivo. Ho anche fatto colazione con un caffè e due gallette di riso, sulle quali lui ha spalmato della deliziosa marmellata di pesche, la mia preferita. Alla fine ho vomitato tutto quanto. Maledette nausee gravidiche, di questo passo me le trascinerò fino in sala parto. Che schifo.

Alle nove in punto Lelly si presenta alla porta armata di book, di un sacchetto proveniente dalla nostra pasticceria preferita e un sorriso deliziato dipinto in faccia.

«Come mai sorridi come un'idiota?» la libero di parte dei book mentre lei deposita il resto sul tavolino in salotto.

«Joey è stato una favola stanotte» sospira ad occhi chiusi, senza togliersi il sorrisetto dalla faccia.

«Anche Ricky» confesso strizzandole l'occhio.

«Quei due si sono messi d'accordo, secondo te?» il dubbio si insinua nella mente di Lelly. La guardo prima con aria seria, poi scoppio a ridere.

«Accidenti, se davvero fosse così rischierebbero un'incriminazione per orgasmo premeditato. Qual è la pena prevista per questo genere di reato?» le chiedo mentre mi siedo accanto a lei.

«Andiamo, quei due ieri sera avevano un'aria complice fuori dal normale, non te ne sei accorta?» afferra il primo book da controllare e lo apre posizionandolo al centro del tavolino.

«L'avevo notato, ma non mi sembra che cospirare per farci passare una notte all'insegna della lussuria sia da punire, anzi, mi offro volontaria per tutti gli esperimenti del mio socio» sbadiglio, in effetti ho sacrificato il sonno in onore di una notte da sballo. Assolutamente da ripetere. E perfezionare. Mi becco uno sguardo indicativo. Passo da ninfomane insaziabile, ma chi se ne frega. Ho un marito strepitoso. Non ne ho mai abbastanza. E poi meglio passare da ninfomane che da frigida.

«Quei due non mi convincono» Lelly rimane ferma sulle proprie convinzioni.

«Sentiamo, secondo te starebbero mettendo a punto un piano per ucciderci con qualche orgasmo letale?»

«Tu tendi a sottovalutare le situazioni potenzialmente pericolose!» Accidenti, ma fa sul serio? La guardo sgranando gli occhi. Forse non le piacciono le sensazioni fuori dall'ordinario. Non la capisco proprio.

«E che pericolo potenziale vedi nel fatto che i nostri mariti si sfidino su chi fa godere di più la moglie? Corro il rischio volentieri, sono temeraria, lo sai» a volte Lelly riesce a stupirmi.

«E se non fosse tutto?» si sente smontata dal mio sguardo. Ai miei occhi appare come una pazza affetta da gravi manie di persecuzione.

«Vediamo di concentrarci sulle stiliste, e cerca di smetterla con questa nuova ossessione o giuro che ti formatto» la minaccio iniziando a guardare le foto degli abiti. A Lelly non rimane che assecondarmi e iniziare a darmi dettagli sulla stilista in esame. Se non la pianta di farsi seghe mentali le verranno i calli al cervello.

«Questa non è male. Il vestito lilla, ad esempio, è davvero bello e valorizzerebbe qualunque tipo di silhouette» in effetti l'intera collezione è ben studiata in quel senso, a quarant'anni non tutte portano la trentotto, ma non per questo sono meno sexy. Anzi. Le foto scorrono, i commenti sono quasi tutti entusiasti e a metà mattina decido che è ora di farci un caffè.

«Non è facile eliminare metà di quelle stiliste, sono davvero in gamba, tutte quante» commento poco dopo davanti a una tazzina fumante di caffè cento percento arabica.

«Sono d'accordo, peccato che dobbiamo farlo» anche Lelly sembra dispiaciuta all'idea della scrematura.

«Beh, per quelle che sceglieremo l'occasione è davvero ghiotta.» Terminiamo il caffè e torniamo ai book. Alla fine della mattinata abbiamo le idee chiare e abbiamo scelto le cinque finaliste. Lelly propone di incontrarle tutte il giorno seguente per comunicare loro il verdetto.

A quel punto accade.

Lelly si alza di scatto e corre a cannone verso il bagno. Io rimango in salotto, aspettando il ritorno della guerriera, che fino a ieri sera a cena si vantava del fatto che la nausea non aveva il suo indirizzo in agenda. A quanto pare la nausea ha assunto un bravo investigatore che l'ha rintracciata alla svelta. Il grado di incazzatura della mia migliore amica sarà esponenziale. La sento uscire dal bagno e avvicinarsi al salotto con passo pesante. Mi godo sadicamente il suo disappunto, mentre lei potrebbe alitare fiamme.

«Ho vomitato. Accidenti che schifo, questo è davvero l'aspetto più orrendo della gravidanza» la sua espressione mi fa sorridere. Le assesto una pacca affettuosa sulla spalla.

«Guardala con gli occhi di una vera combattente: superare l'ostacolo della nausea ti avvicinerà alla realizzazione del tuo sogno: avere finalmente un pupo urlante a tenere lontana te dal tuo letto e dalle tranquille notti di sonno!» Cerco di caricarla, so cosa voglia dire passare ore con la testa infilata nel water a vomitare qualunque cosa, compresa l'acqua. Sentirsi uno straccio fisicamente ed emotivamente. Uscire di casa con il terrore di non avere un bagno a portata di mano e dover correre al primo cestino in pieno centro città e rigettare l'anima, sotto gli sguardi pietrificati e inorriditi dei passanti. Lelly si stende sul divano e chiude gli occhi, io mi alzo e accendo lo stereo. Quando sono ossessionata dalla nausea cerco di distrarmi ascoltando della musica. Di solito funziona, almeno per un po'.

Controtempo    (#Wattis2016)Where stories live. Discover now