II

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Andrea era seduta compostamente sulla sedia malridotta della vecchia classe di arte.
Stava aspettando, assieme ai suoi compagni, la professoressa sempre ritardataria.

Decise di guardare al di fuori della finestra: gocce di pioggia colpivano violentemente il terreno e i sottili alberi della via ondeggiavano sotto la pressione del vento che quel giorno spirava da nord.

La voce acuta della donna richiamò l'attenzione degli alunni e diede una consegna ben precisa per quelle due ore di educazione artistica.

Andrea posò quindi lo sguardo sulla tela bianca, priva di alcuna emozione.
Il tessuto bianco candido, il colore della neve d'inverno, delle nubi in cielo, delle fredde camere d'ospedale o del vuoto più assoluto.

Scelse il blu notte e muovendo delicatamente il pennello dalla soffice punta sulla superficie, iniziò a dar forma alle sue fantasie.

Andrea era davvero concentrata sulla sua opera: si mordeva spesso il labbro inferiore e cacciava la lingua al di fuori della bocca, verso i lati.
In quel momento sembrava davvero un angelo sceso in terra: i lunghi capelli castani che le contornavano il viso pallido, i vivaci occhi molto scuri e le labbra carnose le donavano un aspetto davvero grazioso.

La sua tela pian piano cominciò a riempirsi e ciò che colpì molto l'attenzione dei suoi compagni fu la scelta dell'unico colore spento e triste.
Le figure in primo piano erano caratterizzate dalle loro forme: un uomo e una donna si tenevano per mano cammimando verso un infinito stilizzato, quasi irraggiungibile.

La docente, notando la reazione dei suo allievi, si alzò in piedi e camminò verso Andrea che manteneva lo sguardo fisso verso il suo operato.
Aveva sempre avuto un pizzico di curiosità per quelle opere che la ragazzina di seconda superiore creava: notava la fluidità sui suoi segni anche se non si spiegava la scelta di colori scuri e forti che contrastavano la dolcezza con cui si presentava alla vista di altre persone.

La donna si avvicinò ad Andrea e le espose le sue perplessità, chiedendo il parere della ragazza.

Ella semplicemente rispose sorridendo in modo malinconico:
"Viviamo tutti sotto lo stesso cielo,
ma non tutti volgiamo lo sguardo verso lo stesso orizzonte. Ha capito ora, prof?"

Andrea prese così il suo zainetto grigio come il cielo di quel giorno e si incamminò al di fuori dell'aula,
lasciando i ricordi e le emozioni impressi sulla tela.

Ciao!
Come vi sembra la storia fin qui?

@anchorvhaz.🌙

Blue; zmWhere stories live. Discover now