I find it kinda funny, I find it kinda sad

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Dalla trama intrecciata delle inferriate della piccola finestra filtra della luce giallastra che si espande fioca nella tua stanza vuota. Da quando ti hanno tolto tutti gli effetti personali, compreso l'orologio per paura che ti ostacolassi volontariamente la circolazione sanguigna, non riesci più a capire se sia giorno o notte: quella luce potrebbe appartenere ai primi raggi dell'alba che si riflettono sulle pareti pulite attorno a te o potrebbe venire da un lampione sul marciapiede, non puoi saperlo. Puoi solo incastrare le tue pallide dita nella fitta maglia da dove passa la luce e poggiare la fronte sul dorso della tua mano destra. Ti concedi qualche respiro così, immobile e con le palpebre serrate e pensi che i tuoi compagni di stanza siano molto fortunati, perché sembrano dormire. Ti giri a guardarli nei loro letti mentre il tuo è ancora perfettamente intatto, forse hai paura di tornare a dormire da solo, lontano dalle persone che ami.

Cammini avanti e indietro lungo la parete sfiorandola ora con una mano, ora con l'altra e constati che è fredda come il pavimento sotto i tuoi calzini, bianchi anch'essi. Se ci pensi bene tutto è freddo in quella stanza, le pareti, il pavimento e le lenzuola. Tranne la maniglia della porta, quella è bollente, e tu vuoi assolutamente ustionarti il palmo per ricordarti che non sei diventato un'ameba insensibile, ma è colpa del litio se ti sembra che quel corpo non reagisca ai tuoi stimoli e impulsi. Però hai bisogno delle tue medicine perché Mickey vuole che tu le prenda assolutamente. Vorresti dirgli di non preoccuparsi perché c'è un'infermiera che te ne butta in bocca sempre tre o quattro al giorno. Vuoi anche vederlo di nuovo e chiedergli scusa perché il giorno della visita lo hai fatto stare veramente male e quello lo hai capito bene nonostante il litio. E vuoi farlo subito, ma non puoi. Credi sia meglio resistere per settantadue ore piuttosto che rischiare di dover rimanere lì per sempre, come se fossi un malato terminale. Così si gela anche la maniglia della porta, tutto torna ad essere freddo.

Il letto non è né troppo duro, né troppo morbido a parere tuo, certo è più stretto del tuo solito, ma basta che pensi di essere tornato a vivere in casa Gallagher come quando dividevi la stanza con Lip. Ne è passato di tempo! Lavoravi ancora da Kash and Grab e ti scopavi quel musulmano dietro il banco frigo. Fortuna che ti è passata quella fase! Storci un po' il naso al ricordo e picchietti leggermente il pollice sinistro sul bordo metallico, bianco, del tuo letto. Non senti nemmeno il rumore prodotto dall'unghia corta. Ti annoi molto senza far niente, solitamente sei un tipo energico quando non sei nella fase depressiva. Ora non credi di essere in nessuna fase specifica. Credi solo di non poterne più di quelle quattro mura perfettamente uniformi.

Una grande parte di te detesta profondamente Mickey e Fiona perché non vogliono capire. Tu non sei come Monica, ti devono lasciare in pace e basta. Non l'hai rapito Yevgeny, era solo una cazzo di gita fuori porta e soprattutto non l'hai abbandonato. Eri andato a prendere dei soldi per i suoi pannolini, da quando si denuncia qualcuno perché ha bisogno di comprare dei fottuti pannolini? Non sei tu il nemico! Mickey e Fiona non lo capiscono questo, si sono schierati col nemico. È frustrante per te che ti senti impotente e solo nella battaglia per te stesso, però fondamentalmente li ami entrambi. Perciò hai firmato il consenso alle settantadue ore lì dentro. Dunque è solo colpa tua e dei geni maledetti di Monica.

Più di una volta hai pensato di lasciare Mickey nonostante ti sia costato un grande sforzo fargli ammettere di essere più che una bocca calda per lui. Il punto è che non vuoi costringerlo alla tua malattia, basti già tu e lui ha già fatto moltissimo per te: non puoi approfittartene per sempre, ha diritto di vivere la sua vita come vuole e forse tu gliel'hai già incasinata troppo. Da quando ha fatto coming out per te. Non vuoi coinvolgerlo nella tua merda perché vuoi il meglio per lui. "In salute e in malattia, in ricchezza e in povertà", non è vero niente, in una coppia non ci si può arrogare il diritto di anteporsi ai bisogni dell'altro. Non c'è niente da fare, lo dovrai lasciare. Magari non subito, speri di poter cambiare idea subito dopo aver preso il litio, forse è una di quelle fasi.
Ti stendi sul letto e ti infili sotto il lenzuolo con le spalle alla finestra. Il ragazzo disteso sul letto di fronte al tuo è sveglio e ti sta guardando con un'espressione vuota, sbatte le palpebre un paio di volte.
Tu, per il momento, chiudi gli occhi.

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Ritorno a bordo di Wattpad con questo scritto Ian-centric.
Non ho troppa dimestichezza col bipolarismo, se devo essere sincera. Ho cercato di entrare il più possibile nel personaggio e spero di non essere andata troppo OOC (è difficile!). Naturalmente i fatti non sono andati precisamente così, ma credo che Ian si stesse preparando alla 5x12 già da un po' e forse sono riuscita a non distorcere troppo l'intreccio.
Il titolo è preso dalla canzone "Mad World" di Gary Jules, che personalmente mi ha fatto troppo pensare a questa scena. Prima la canzone, poi lo scritto. Vi allego la canzone. Sia sopra, sia sotto.

I find it kinda funny, I find it kinda sadWhere stories live. Discover now