Il lato di me che non conosco

Capitolo 5

Finalmente anche questa stressante giornata è finita e siamo liberi di tornarcene a casa a rilassarci. Suonata la campanella io e Sofia ci avviamo sottobraccio all'uscita della scuola, dove ho appuntamento con Brian per andare a pranzo.

<< Allora dov'è finito il tuo futuro marito piccoletta? >> mi dice Sofia con una certa vena ironica nella voce.

<< Ah....ah....ah!! Non lo so, dovrebbe arrivare a momenti....il tempo di uscire dalla classe credo.. >> dico io fulminandola con lo sguardo.

Mentre parliamo vediamo Brian che corre verso di noi << Ehi ragazze! Scusate il ritardo! >> si scusa con il fiatone alla bocca.

<< Tranquillo Brian nessun problema. Che cos'è successo, tutto bene? >> chiedo io incuriosita.

<< Si sì... Ho dovuto solo parlare un attimo con la professoressa di italiano per le difficoltà che ancora ho con la lingua.... Allora dove si va a pranzo? >> chiede lui.

<< Sai che non ci ho ancora pensato.... Che ne dici se prima portiamo a casa Sofia e poi ci pensiamo lungo la strada? >> chiedo rivolgendo lo sguardo anche alla mia migliore amica.

<< Tranquilla io posso andare anche a piedi se vuoi Adi, così voi andate direttamente.... >> dice rivolgendomi uno dei suoi sorrisi a piena faccia.

<< No no non se ne parla, non voglio fare venire male ai piedi per la troppa strada alla mia Puffa! >> scherzo e lei mi da una pacca sulla spalla. << .....e poi mi servi come sostegno morale per un po'! >> le sussurro all'orecchio avvicinandomi. << Brian non ti dispiace se prima la accompagniamo a casa vero? >> chiedo mentre Sofia ride silenziosamente.

<< No no figurati! Mi fa pia....piacere! >> dice  ancora con un po' di difficoltà.

<< Bene... Allora tutti in macchina forza!! >> dico loro facendo una voce scema.

Arriviamo davanti alla casa di Sofia, che scende dall'auto salutandomi e facendomi il segno do OK con la mano per incoraggiarmi. Io le sorrido mimandole un grazie con le labbra.

<< Bene... Dove vuoi andare? >> chiedo a Brian con le mani appoggiate sul volante e con l'auto ancora accostata al marciapiede.

<< Che ne dici di andare a mangiare un panino da The White Cat? >> mi chiede con gli occhi che sorridono.

<< Oh sì...quel nuovo locale a pochi isolati da qui! Si, direi che è andata!! >> rispondo sorridendo.

Mentre guido non parliamo molto, tranne qualche domanda sulla scuola... Credo che sia l'agitazione pre-primo appuntamento...ahah....!!  Arrivati nel parcheggio del locale, mi fermo e spendo la macchina e scendiamo. Andiamo dentro e ci sediamo in un tavolino lontano dalla confusione, adatto per chi vuole chiacchierare senza molto caos.
Il locale è molto carino e ben arredato, con pareti bianche e pavimento a parquet ha uno stile molto semplice e raffinato. La cameriera viene a prendere le nostre ordinazioni e dopo pochi minuti ritorna con i nostri panini.

<< Molto carino questo posto, non credi? >> mi chiede Brian per scoprire cosa ne penso della sua scelta.

<< Si sì molto bello... Ho sempre desiderato venirci da quando ha aperto pochi giorni fa, ma non ne ho mai avuto l'occasione...beh...fino adesso! >> dico arrossendo come una cretina.

<< Beh vedi che è valsa la pena aspettare...! >> mi dice ridendo.

Passiamo il tempo a ridere e a scherzare, parlando delle nostre famiglie e cercando di conoscerci meglio. Poi paghiamo e ci dirigiamo alla macchina. Arrivati davanti alle nostre rispettive case accostò e scendiamo dall'auto.

<< Bene eccoci qui.... Grazie, mi sono divertita tanto! >> dico sorridendogli.

<< Anche io mi sono divertito! Sei una piacevole compagnia, non credevo...ahah! >> dice facendomi ridere.
<< Bene allora a domani bellissima ragazza! >> dice avvicinandosi lentamente a me. Mi prende il viso tra le mani e mi bacia dolcemente.

<< A...a domani >> dico arrossendo per il mio primo bacio dopo tanto tempo.

Mi avvio verso la porta di casa aprendola con le chiavi. Entro salutando velocemente la mamma, per poi dirigermi in camera mia chiudendomi la porta alle spalle. Mi butto sul letto con il mio cellulare in mano compongo immediatamente il numero della mia puffa per raccontargli tutto,