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𝑺embrava quasi che Yoongi si fosse limitato ai momenti dove anche lui era presente, ma più la vita di Jimin andava avanti, più diventava sempre meno significativo superata la soglia dei dieci anni, esattamente da quando era uno dei membri importanti delle migliori amicizie di Jimin e Jihoon passando direttamente a quando divenne il suo fidanzato, prima per finta e poi per davvero.
Ora che Jimin sapeva perché Yoongi se ne fosse svignato via dalla sua vita si sentiva in colpa a guardarlo. Jihoon nella foto alzava i pollici da entrambi i lati di quella torta pacchiana ― lʼanno in cui gli avevano permesso di decorarla ― mentre Yoongi era stato tagliato in fondo.
ʻʻScusa, non ti avevamo neppure rivolto la parola.ʼʼ Si scusò Jimin, in ritardo di anni.
Yoongi gli pizzicò la coscia, sbuffando leggermente a quellʼaffermazione inutile. ʻʻGrazie per essere tornato a farlo.ʼʼ
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Cʼera unʼaltra polaroid nel mezzo della pagina, metà dellʼimmagine era coperta da del nero. Ai bordi, dove vi si poteva vedere del colore, sbucava Jimin, la bocca aperta in un urlo, che agitava le mani selvaggiamente.
ʻʻÈ quando sei passato difronte alla fotocamera?ʼʼ Chiese il minore.
ʻʻSì. Mi hai tenuto il muso per settimane.ʼʼ Jimin avrebbe voluto ribattere, ma era vero, si era lamentato per almeno qualche giorno del fatto che Yoongi avesse tentato di rovinargli la festa di compleanno.
ʻʻEhi,ʼʼ lo stuzzicò. ʻʻSe volevi entrare nella foto, dovevi semplicemente chiedere.ʼʼ
ʻʻÈ stato un incidente!ʼʼ
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Jimin riconobbe immediatamente la scena in quella foto sfocata. Era a malapena distinguibile, prima che cadesse. Il colore del suo corpo e dei vestiti si mischiavano, una striscia rossa volava verso il lato dellʼimmagine.
Era a dir poco arrabbiato con Yoongi per avergli gettato addosso il suo regalo, proprio quando sua madre era pronta per lo scatto, rovinando così unʼaltra foto, anche se era una delle sue preferite. Sua madre la fece proprio al momento giusto, e anche prima che diventassero amici ― o fidanzatati ― amava quella stupida foto.
