Capitolo 15

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MONDO 2

Dopo aver avvisato Austin che stavano bene e aver ricevuto qualche occhiataccia da tutti i figli di Apollo, che erano stati svegliati all'alba, Magnus e Alec decisero di mettersi a cercare gli oggetti rimanenti. Andarono nella cabina di Ecate, completamente vuota visto che tutti si stavano addestrando, e si sedettero sul letto si Magnus. Dopo poco lo stregone si sdraiò, trascinando con sé il Nephilim, che appoggiò la testa sul suo petto. Si misero entrambi a fissare il soffitto, pensando a dove potessero essersi cacciati i sei oggetti che cercavano.

Dopo poco si resero conto che, non conoscendo il posto, non potevano neanche lontanamente averne un'idea. Perciò decisero di alzarsi e andare a esplorare il campo, nonostante le proteste di Magnus, che avrebbe preferito rimanere accoccolato al suo ragazzo. Dopo un po' di tentativi trovarono la casa dove si erano ritrovati al loro arrivo: era immersa nel silenzio, e al suo interno lo specchio rilasciava ancora tracce di energia magica. Da quel che avevano capito là risiedeva Rachel, l'oracolo di Delfi, quando si trovava al campo. Dopo aver fatto un veloce giro dell'edificio uscirono e si diressero verso il padiglione di allenamento, dove ragazzi di tutte le età si allenavano con archi, frecce, spade, pugnali, lance e qualsiasi altra arma possibile e immaginabile. Poco distante c'era una casetta di legno, in cui il Nephilm e lo stregone entrarono curiosi. Era interamente piena di armi, sui muri, sul soffitto, per terra. Alec si avvicinò d'istinto a una collezione d'archi e si mise a esaminarne uno.

Magnus intanto vagava tra tutte quelle armi senza sapere cosa fare. Certo ne aveva viste molte durante la sua lunga vita, ma non si era mai interessato al loro utilizzo, perciò ora si stava annoiando. Si avvicinò a un mucchio di frecce tutte uguali tra loro, che si trovavano in un cesto, e si mise ad allinearle sul pavimento mentre aspettava Alec. Quando non ne vide più nessuna nel contenitore, lo rovesciò, in modo da svuotarlo completamente. Dal cesto cadde una freccia diversa dalle altre, intagliata in legno in modo approssimativo e con la punta incisa in una piccola roccia, legata con una cordicella al resto dell'arma. Lo stregone la squadrò per qualche secondo, chiedendosi cosa ci facesse lì. Alec sembrò notare la sua indecisione, perché gli si avvicinò lentamente alle spalle, per poi sedersi accanto a lui sul pavimento.

-Cosa guardi?

Lo stregone gli porse in silenzio la freccia, girandosi verso di lui. Sul viso del Nephilim passarono stupore, commozione e gioia allo stesso tempo. Iniziò ad accarezzarne l'asta, come se non credesse ai suoi occhi.

-Alec... Cos'è?
-È la prima freccia che ho intagliato, quando era solo un bambino. Mi ero fissato nel voler utilizzare solo frecce fatte da me, non mi ricordo perché. Questo è il mio primo esperimento. L'ho conservata per anni, ma un giorno riordinando la stanza non l'ho più trovata. L'ho cercata per tutto l'Istituto, ci ero molto affezionato, ma nulla. Niente di niente. Credevo averla persa per sempre. E invece ora la ritrovo qui...

Magnus gli strinse la mano libera. Succedeva raramente che il Nephilm parlasse così apertamente di sé stesso, gli era difficile aprirsi completamente, e quando succedeva lo stregone si sentiva la persona più fortunata del mondo. Alec gli sorrise.

-A quanto pare abbiamo trovato uno degli oggetti che cercavamo.
-Direi proprio di sì.

Lo stregone si alzò in piedi e tese una mano al Nephilim, che lo seguì fuori dalla casetta. Andarono nella cabina di Ecate, dove lasciarono la freccia nella scatola dove avevano già messo i glitter, e poi si avviarono verso la mensa, giusto in tempo per il pranzo.

IL MIO SPAZIO

Allora, in questo periodo sono senza wi fi, perciò non so ogni quanto pubblicherò. Scusatemi tanto.
Ciao, ciao
Giorgia

In un altro mondo (Malec)حيث تعيش القصص. اكتشف الآن