second one

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Il turno di Chaerin alla tavola calda era di mattina, cioè dalle sei fino alle dodici. Ciò la obbligava a svegliarsi alle cinque, prima del fratello, e ad andarsene prima che lui si potesse svegliare. Tornava a casa con il pranzo verso l'una di solito. Quel giorno Jiyong decise di andare da lei verso le dodici e mezzo, per vedere se c'era anche il tipo con cui si vedeva.

Dato che si scocciava di vestirsi, indossò un jeans e una felpa completamente nera. Prese la bici che aveva comprato l'anno prima per una maratona, a cui poi era arrivato ultimo, e pedalò verso il posto di lavoro della sorella. Esso era rintanato in una stradina poco affollata, per questo solo le persone del quartiere la frequentavano. Era una situazione conveniente, perché se avesse deciso di fare qualcosa al ragazzo avrebbe chiesto il silenzio ai testimoni, che lo conoscevano come un bravo ragazzo.
Era curioso di parlare con lui, curioso di vedere la sua rezione quando avrebbe chiarito che Chae era solo sua.

Quando, arrivato, scese dalla bici, vide la sorella e un ragazzo abbracciarsi prima che lei se ne andasse verso la stazione ferroviaria con una busta di pasta al forno. Si girò, e capì che era Seunghyun. Un impeto di rabbia per quel che aveva visto si scatenò in lui. Sentiva l'adrenalina scorrere nelle sue vene pulsanti, e le mani chiuse a pugno gli formicolavano. Nella testa, la solita vocina rompiscatole gli consigliava: "Dagli un pugno e fagli capire chi comanda." Ma non avrebbe potuto farlo, non subito senza un apparente motivo. Decise solo di incatenare la bici ed andare da lui, cercando di calmarsi il più possibile.

-Ehy, tu!- gli gridò, e lui si girò di scatto. -Si?
-Stai facendo il Don Giovanni con la ragazza sbagliata.- si mise le mani nelle tasche appena furono abbastanza vicini, squadrandolo dall'alto verso il basso. Non era neanche tanto attraente: aveva il suo stesso taglio, solo che i capelli erano più corti e pettinati verso il centro della fronte. Inoltre erano di un nero più scuro del normale, segno che li aveva tinti da poco scurendoli ancora di più. Era magro, non muscoloso, sembrava un ragazzino appena uscito dal liceo. La voce però faceva intuire che fosse più grande, dato che era già abbastanza profonda. Era vestito con un jeans scuro e una t-shirt rossa.

Dopo averlo squadrato dalla testa ai piedi, lo guardò in faccia. Non sembrava importarsene molto di sua sorella. A Jiyong venne la nausea. -Come scusa?- chiese confuso. Allora gli si avvicinò ancora di più, facendolo finire contro il muro. -La ragazza a cui eri avvinghiato poco fa, hai presente? È la mia ragazza. E se non vuoi fare una brutta fine, ti consiglio di smetterla di provarci.- gli ringhiò contro, e detto ciò si girò per andarsene. Aveva fatto tre passi circa, quando risentì la voce del ragazzo parlare dietro di lui.

-Non la lascerò andare- iniziò a dire. -Non lascerò che se ne vada. Non m'importa se sei il suo fidanzato, noi siamo solo amici e ci tengo a lei. Non voglio lasciarla andare. È una ragazza splendida, per questo non l'abbandonerò tanto facilmente.- Jiyong non fece in tempo a girarsi, che l'altro era già sparito verso l'ingresso del ristorante riservato al personale, a passo svelto per paura che gli succedesse qualcosa.

"Bastardo innamorato, gli farò vedere io se avrà ancora la voglia di non lasciarla andare".

"twins" skydragonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora