Capitolo 14 'A Patto Spezzato'

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Erano passati ormai mesi dall'episodio con Louis.
Da quel giorno non ci parlammo più, o almeno, lui nei primi tempi mi cercò volendo delle spiegazioni al mio comportamento, ma io ero sempre scappato rifiutandomi anche di rivolgergli un occhiata.

La verità era che ero spaventato, spaventato da morire. Paura del mio branco una volta che avrebbero scoperto quello che era successo, ma soprattutto paura del mio futuro con lui.

Così mi ero imposto di andare avanti e dimenticarlo. Ovviamente non riuscendoci, si era insinuato troppo in profondo, artigliandomi il cuore e non lasciandolo più andare.

Per il resto era restato tutto come prima: mio padre che escogitava piani per catturare ed uccidere il vampiro, mia mamma che si preoccupava per tutto e i miei fratelli che non perdevano occasione per prendermi in giro.

Solo nel periodo di natale ebbi un po' di tregua da quella banda scatenata. Erano tutti occupati con i festeggiamenti, i regali e il cenone.

Ma sicuramente non avrei mai immaginato che proprio la sera della vigilia di natale sarebbe successo quello.

Ero impegnato a finire i compiti assegnati per le vacanze quando sentii un gran casino provenire dall'esterno dell'abitazione.
Curioso andai ad affacciarmi dalla finestra per capire un po' meglio cosa stesse succedendo, ma riuscendo a vedere solo un gruppo di persone, nonché tutti i membri del branco, riuniti a vedere qualcosa.

Non parlavano, sentivo solo ringhi e calci sferrati contro un qualcosa che per me restava ancora sconosciuto.

Non persi tempo, scesi giù dalle scale, rischiando più volte di inciampare e atterrare di faccia, per poi precipitare fuori dalla porta di casa mia ritrovandomi subito davanti ad una scena che mi fece rimanere paralizzato.

Lì in mezzo ai miei familiari e amici si trovava Louis in ginocchio sulla neve fredda, il capo chino rivolto verso il basso, le mani legate lasciate andare nel vuoto in un chiaro segno di rassegnazione e sconfitta, all'estremo delle forze pur essendo un vampiro. 

'Cosa ci faceva lì? Ed in quelle condizioni?'

Restai per una manciata di secondo immobile, la bocca leggermente socchiusa dallo stupore e la mano che non si era ancora staccata dalla maniglia della porta.

Non mi mossi fin quando, percependo sicuramente il mio odore, Louis non alzò lo sguardo verso di me mostrandosi una smorfia di piena tristezza, gli occhi così profondi che ci affogai letteralmente dentro.
Non riuscivo a respirare bloccato da un qualcosa che si trovava all'interno del mio stomaco. Era opprimente, come un peso che ti schiaccia piano piano solo per farti sentire le ossa che si spezzano e l'aria che esce dai polmoni senza, però, riuscire a rientrare.

Non mi accorsi nemmeno che mi ero avvicinato inginocchiandomi davanti a lui, ignorando tutte le persone che avevamo attorno e che, molto probabilmente, cominciarono ad osservarmi.

Non mi interessavano loro in quel momento, né quello che sarebbe successo dopo, ero troppo concentrato sui suoi occhi che mi erano mancati da morire, persino quando prendevano quella sfumatura di rossa che, segretamente, mi faceva impazzire.

-Perché sei qui? Ti uccideranno!- gli dissi con voce allarmata e preoccupata.

Sorrise un po', ma un sorriso triste che solo un condannato a morte può avere.

-A quanto pare è stato l'unico modo per poterti parlare e quindi approfitto del momento per dirti questo: che il mio patto è stato spezzato oggi, al compimento dei miei anni e che io senza di te ormai non sono più nessuno. Ho Niall, è vero... Ma quella strega si era scordata di dirmi che senza di te la mia vita non sarebbe più esistita... io non sarei più esistito, sarei scomparso lentamente, avrei perso la sete di sangue, la mia velocità e in poco tempo sarei diventato simile ad una mummia, divorato dal desiderio di averti, ma non avendoti. Quindi torna da me e non per un patto, ma perché è anche un tuo desiderio ed è anche il mio, l'unico che ho- non smise di guardarmi negli occhi nemmeno per un secondo, pronunciando ogni parola chiara e pungente arrivandomi fin dentro le ossa.

Rimasi veramente scioccato da quella confessione.

Cosa?!

'Veramente sarebbe comportato questo la mia assenza?'

Una lacrima rigò il mio volto solitaria, ma sarebbe stata seguita presto da molte suo compagne.

Vidi Louis muoversi per portare una mano sulla mia guancia, ma senza riuscirci avendola legata all'altra, voleva piangere anche lui, lo vedevo dai suoi occhi.

-P-perché non me lo hai detto p-prima?- singhiozzai portandogli le braccia al collo e immergendo il viso nella sua spalla.

-Non me ne hai dato il tem...- non finì la frase che fui strappato dal suo abbraccio da mio padre mentre mi urlava contro frasi che in quel momento non riuscivo a comprendere.

-No, no!- strillavo disperato cercando di liberarmi e tornare da lui.

Ero stordito, disorientato, mi guardavo intorno vedendo le facce stupite, ma anche dispiaciute dei miei fratelli.
Liam e Zayn furono i primi a venirmi incontro prendendo il posto di mio padre a tenermi mentre mi dicevano di stare calmo e domandandomi cosa mi stesse prendendo.

-Non fategli del male!- urlai all'estremo delle mie forze -Io lo amo-

Tutti, compreso Louis, si zittirono girandosi a guardarmi scioccati. Solo dopo mi accorsi cosa, effettivamente, avevo detto portandomi istintivamente le mani alla bocca, come se potessi veramente tornare indietro impedendo a quelle parole di uscire e ammettere quella verità che avevo cercato di nascondere da mesi.

-Tu lo conosci?- fu Zayn il primo a parlare.

Annuii ormai colto in flagrante, questo era il momento che avevo sempre temuto e cercato di evitare. Chissà come avrebbero reagito!

-È vero ciò che ho appena sentito o era solo la mia immaginazione?- questa volta parlò Louis con un sorriso fra le labbra ed io a quello spettacolo non potei fare a meno che annuire una seconda volta.

__________

Era passato circa un anno e mezzo da quell'episodio, ma dopo quelle parole tutto cambiò. Non ricordo esattezza cosa successe; chiesero spiegazioni e tante alte cose.
Mi padre guardò male Louis per molto tempo e soprattutto quando una mattinata tornai a casa zoppicante e gemendo di dolore ogni qualvolta mi sedevo.
I miei fratelli minacciarono più volte il vampiro di non ferirmi, ma alla fin fine si affezionarono pure loro e poi ci sono io da lì a grandi linee andò tutto bene.

Le regole del branco riguardo i vampiri cambiarono ed da quel momento vampiri e licantropi impararono a convivere con le differenze e i difetti dell'altro senza, ovviamente, avviare nuove guerre civili e massacri, quindi in fin dei conti andò tutto come avevo sperato fin dall'inizio.

______

Io e Louis eravamo nel prato a sedere sull'erba parlavamo del più e del meno quando lui si fermò a guardarmi.
Mi bloccai anche io pensando ci fosse qualcosa che non andava, ricredendomi poco dopo alla vista della sua faccia da ebete.

-Sai perché non ti ho ucciso?- domandò lui con un sorriso. Negai con la testa, le labbra improvvisamente incollate.
-Perché il mio cuore a cominciato a battere, cosa piuttosto scontata per voi, ma il mio è fermo da più di seicento anni-



FINE

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OK, DOPO ANNI TORNO CON IL FINALE DI QUESTA 'STORIA'. 

So che non è il massimo dei finali e mi scuso per questo, ma volevo finirla.

Finosco con il ringraziarvi per aver anche solo letto la storia. Non farò un sequel, ma ho scritto altre storie su altri fandom... quindi se volete potete passare a darci un occhio ;)

Alla prossima (forse) :)

Scusa Per Il Sangue//LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora