2º capitolo

4 0 0
                                    

Un'altra notte era passata ed era finalmente domenica.Non so se sia appropriato aggiungere la parola 'finalmente' alla frase precedente: la domenica hai il tempo di pensare a tutto o a niente,a quello che hai fatto durante un'intera settimana,puoi riflettere sugli sbagli commessi e meditare su quelli che la prossima settimana commetterai.Saremo sempre pronti a sbagliare , ma personalmente penso che l'importante sia rimediare,fare in modo che quello sbaglio diventi solo un segno fatto a matita,così da poterlo cancellare.Sono sola,nella mia stanza.Sono le 11:00 am.Non è molto tardi,ma come ogni domenica devo svegliarmi iniziare i compiti da fare per il lunedì successivo e preparami per andare a pranzare dai parenti.Anche le domeniche,tutte uguali.Non c'è niente che le renda migliori,c'è sempre qualcosa pronta a renderle peggiori.Non resisto.La mia testa per tutta la notte è stata tormentata dai pensieri più oscuri , ed ora devo alzarmi dal letto e iniziare una nuova giornata.I miei piedi toccano terra , sento le voci di mia madre e mio padre dire :"Buongiorno"E con un sottile tono di voce mi faccio sentire anche io.Faccio colazione e passa così veloce il tempo che dopo aver fatto 5 esercizi dal libro di matematica sono già le 12:30 am.Che monotonia vero ?Io ci credo però, ci credo ancora che un giorno tutto cambierà e sarebbe stato meglio se qualcuno mi fosse stato accanto ma io sono sola e devo cavarmela da tale.Ora sono le 15:00 pm e ho appena finito di pranzare.Alle 17:00 credo che uscirò , è domenica e c'è il sole.Nel cielo c'è una forte luce , c'è il sole , ma dentro me piove , sempre , ogni singolo istante e non ho nessun ombrello quindi ogni goccia tocca ogni singola parte del mio corpo e fa male.Non sentirsi accettata , capita , amata , desiderata , divertita , tranquilla:questo fa male.Decido di stendermi sul mio letto, continuare a parlare nella mia testa , perché è proprio qui che posso pensare a qualsiasi cosa senza badare a chi è pronto a giudicare.La finestra è aperta e sento gli uccellini cantare.L'atmosfera mi ricorda quella di un film , ma io non sono in un film.Metto gli auricolari e ascoltare la musica è ciò che mi riesce meglio, ascoltare il suono di ogni singolo strumento mi fa capire cosa vuol dire vivere.Ora sopravvivo solo, lo sento , lo so , ma riuscirò mai a vivere davvero ?Intanto penso al mio migliore amico,quello che una volta avevo.Le persone sono sempre pronte ad allontanarsi da me e anche lui ci è riuscito.Io credevo in lui , ma credevo in tante cose ed ognuna di queste si è rivelata un fallimento quindi ora in cosa devo credere?Lui mi capiva,sapeva cosa volessimo .Non ricordo quando diventammo migliori amici , so solo che ci ritrovammo a parlare ogni giorno delle cose più stupide , a scambiarci sguardi e a capirci ma poi , poi la fine.È cambiato , con lui anche io.Forse ha capito che c'è di meglio, dopo di me c'è il meglio.Anche io l'ho capito.Ogni giorno alla stessa ora mi inviava un messaggio, anche da quello capivo che c'era e che se avessi avuto bisogno gli parlavo e sono certa che ne ho ancora bisogno ma non ci sono messaggi , sguardi o chiamate ora .C'è stato un tempo che credevo in me-ecco un'altra cosa in cui credevo-ma a forza di cose ho capito che se perdi una persona perdi te stesso.Non perdi semplicemente te stesso , perdi la parte migliore di te.Ogni volta che perdi qualcuno è così , loro la portano via con se ed è allora che mi chiedo chi diventerò io ? Lui si era davvero portato con se la mia parte migliore e ora che l'avevo persa e quello che mi rimaneva era solo un vuoto con cosa lo riempivo? Ecco che ogni giorno diventava sempre più difficile e monotono ed è così che ritorniamo ad oggi 24 maggio 2016.Il primo anno di liceo sta terminando e io sono sempre allo stesso punto di partenza , non vado avanti.È passato un anno e ancora non ho trovato nessuno in grado di completarmi o riempire il mio vuoto.Forse non l'ho ancora detto esplicitamente ma me ne ero innamorata.Mi ero innamorata del mio migliore amico , dei suoi modi di fare , dei gesti che riservava solo a me, della sua stupidità; mi ero innamorata anche dei modi in cui mi trattava male , quando litigavamo , devo dire però anche del suo sorriso.Lo chiamo amore perché è un sentimento nuovo per me e non saprei come chiamarlo.Ormai era troppo tardi e stavamo per diventare un niente.Io che avevo 14 anni che ne potevo sapere.L'anno scorso conobbi anche il dolore ed è così che l'amore perse il suo senso.Il dolore era forte , ardente e diretto.Colpiva senza lasciare nessuna traccia,solo tu potevi sapere quante cicatrici avevi e rimane questa la cosa più dolorosa.Essendo l'unica a conoscere le mie cicatrici sono l'unica a poterle guarire o perlomeno a vederle e sentire il dolore divorarti.E niente questo era uno sfogo. Proprio oggi io sento tutto questo , l'assenza del mio migliore amico è diventata un abitudine , sono abituata a tutto questo .Ogni giorno ho un singolo obbiettivo:cambiare , migliorare, ritornare ad essere felice.Sono lontana mille miglia da tutto questo ma sono giovane , non so cosa mi aspetta ancora.So di aver un bisogno disperato di essere perché ormai non lo sono più.Non sono più la stessa.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: May 24, 2016 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

Lost in my headWhere stories live. Discover now