Chapter XII - Choice

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La vita era così strana a volte, così inaspettata.

Ci sono tempi in cui l'unica cosa che vorresti è rintanarti in camera tua, sotto le coperte, cercando di nasconderti.

Mentre ci sono momenti in cui vorresti solo farti vedere dagli altri, essere trasparente ai loro occhi.

Io in quel momento mi sentivo così.

L'unica persona con cui sentivo di poter essere me stessa era Akito.

Akito era l'unica persona che mi aveva vista a pezzi da quando avevo undici anni, la stessa persona che mi aveva aiutata, lo stesso ragazzo capace di farmi innamorare e arrabbiare nello stesso momento.

Akito era il mio mondo, la mia forza e in quel momento mi bastava soltanto che lui fosse lì con me.

A sorreggermi, ad aiutarmi.

Perché a volte chiedere aiuto è necessario, è un bisogno.

Non si è mai troppo orgogliosi per farsi aiutare.

Quando mi staccai da lui, sorrisi raggiante.

Lui mi fissò confuso ma non fece domande.

Probabilmente era parecchio abituato ai miei sbalzi d'umore.

Non disse niente e strinse le mie mani tra le sue.

In realtà non ne fui così meravigliata.

Di natura Akito parlava poco ma sapeva sempre come mettermi a mio agio.

Il suo era un silenzio rumoroso ma riusciva sempre a trasmettermi tutto ciò che sentiva solo guardandomi.

Non avevamo bisogno di parole.

Le sue mani, come sempre, erano fredde, diversamente dalle mie sempre bollenti.

Rabbrividì attraverso quel contatto mentre lui mi asciugava le lacrime con la manica della felpa. Risi divertita «grazie, ne avevo bisogno» dissi solo.

Lui finì la sua opera e poi rimise le sue mani sulle mie guance «Sana, te l'ho già detto otto anni fa. Quando hai bisogno di piangere chiamami, non importa dove io sia, la mia spalla è sempre qui per te e per le tue lacrime» annuì, fissandolo imbambolata.

Akito trasmetteva sempre sicurezza, amore, coraggio.

Era capace di farmi sentire al sicuro anche quando non era con me, non potevo ringraziarlo abbastanza per questo.

Ero follemente innamorata di Akito e Zeus mi era testimone, avrei fatto di tutto per lui.

Dopo un po' il ragazzo mi prese per mano e ci incamminammo verso l'uscita dell'università.

Questa scenetta fece girare un po' tutti all'interno dell'istituto.

Non ci feci tanto caso, era da settimane che io e Akito eravamo il soggetto preferito dei loro pettegolezzi.

Ed io ero stanca da morire, avevo bisogno di tornare a casa, lavarmi e andare a letto.

Era stata una mattinata impegnativa «com'è andato l'esame? I pollici in su non mi bastano» mi chiese Akito, stringendomi forte la mano mentre mi alzavo il cappuccio della felpa.

Torn ||Sana x Akito|| Where stories live. Discover now