Capitolo 2

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CAPITOLO 2:
Mi spostai leggermente per farlo sedere vicino a me. Mi misi le ginocchia al petto, abbracciandole con le braccia.
Mentre appoggiai il libro che tenevo in mano, gli faccio cenno di parlarmi.
Voleva dirmi qualcosa di importante, lo capivo dal suo sguardo triste e preoccupato.
Quello sguardo che non mi ha mai dato prima d'ora.
Era nervoso, inizió toccarsi le mani in modo agitato.
Lui è sempre stato un ragazzo gentile che è molto timido, da poche parole.
Lui è il più grande in casa.
Lui è come il mio secondo padre. Ho passato tutta la mia vita con lui.
C'è stato un momento di silenzio, un silenzio strano che non si era mai creato tra di noi.
Lo sentii deglutire.
"Fatima,volevo dirti una cosa"- disse con voce tremolante, io annuisco per non creargli altri disagi.
"V-volevo dirti che andrò via per sempre da questa casa"- affermó tutto d'un fiato.
I miei occhi si spalancarono come la mia bocca. Il mio volto cambió, diventó pallido e stupito, tremai a quelle parole. Non poteva.
Non riuscii a dire una parola.
"Volevo dirtelo da tempo, mi dispiace.
Anche se non ci sarò fisicamente con te, ricorda che dentro al tuo cuore ci sarò sempre.
Ogni tanto verrò a trovarti, te lo prometto".
Le lacrime rigavano il mio viso, cadendo sulle guance e poi fino al mento.
Sentivo un grosso peso nel cuore.
Non sapevo cosa dirgli, cosa potevo dirgli dopo una cosa del genere.
Mi avrebbe lasciato sola.
Con le mani scacciai le mie lacrime. Sospirai per prendere coraggio e affrontai la situazione.
"Perché vai? Dove vai?"- risposi con gli occhi lucidi.
Lui alzó lo sguardo da terra e mi guardó, l'unica cosa che mi disse
"Stai tranquilla Fatima".
Lasciandomi un bacio sulla fronte e da quel momento non l'ho più rivisto...

•La mano di Fatima•Where stories live. Discover now