Una chiacchierata fra amici

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L'incessante ticchettio della pioggia sulle vetrate svegliarono l'uomo seduto sulla poltrona davanti al camino. Il fuoco scoppiettante fu la prima cosa che vide, poi mise a fuoco la stanza in cui si trovava. Nella penombra si potevano scorgere parecchi mobili molto eleganti, illuminati da candelabri. Un lungo tavolo dominava il centro della stanza, con sopra una bottiglia di costoso scotch, ormai vuoto. Oswald Cobblepot si stiracchiò, si alzò e si diresse verso la sedia a capotavola. Più che sedia era un grosso trono intagliato in legno, sormontato dalla testa di un pinguino. Nuovamente seduto fece scorrere le piccole e agili dita sul legno...quel trono era simbolo del suo potere, conquistato con anni di complotti e malefatte. Lui era il re di Gotham. Nessuno doveva dimenticarlo. Lui non doveva dimenticarlo. Perchè in certi momenti si sentiva solo un piccolo uomo su una sedia troppo grande per lui. E quella sera era uno di quei momenti. Non riuscendo a calmare l'ansia si mise in piedi, lisciandosi il lussuoso completo nero e andò a guardare attraverso le vetrate che davano sul grande giardino, dove scorse Butch che, sotto un ombrello, dava ordini e direttive alle guardie. Sapere che lui lo proteggeva, nonostante i loro trascorsi, era rassicurante. Con il passo zoppicante che lo aveva caratterizzato si diresse verso una mensola da dove estrasse una bottiglia di Martini. Cominciò a sorseggiare il drink girando senza meta per la stanza. Cos'è che lo aveva turbato così profondamente? Cos'era quel senso di disagio che non gli permetteva di stare seduto? Certamente non i sensi di colpa...il Pinguino non aveva sensi di colpa. Avrebbe rifatto esattamente quello che aveva fatto per arrivare lì e sarebbe passato su altri mille corpi, se necessario, per rimanerci. Forse il fatto che Fish fosse ancora in circolazione? Oswald avrebbe dovuto esserne terrorizzato, sapeva di cosa era capace quella donna, eppure non era nemmeno quello, ne era sicuro. Era così immerso nei suoi pensieri che non sentì nemmeno la porta aprirsi.
-secondo i miei calcoli la piega che stai prendendo ti porterà nel giro di sette ad avere seri problemi al fegato. Dovresti andarci piano con l'alcol-
Pinguino si girò e vide Edward Nygma che lo fissava in maniera indecifrabile, vestito con un completo verde muschio e con una cartella zeppa di documenti sottobraccio.
-Ah ciao Ed, scusa non ti ho sentito arrivare, sarà per l'alcol come dici tu! Ahahah- La sua ironia non venne ricambiata.
-Oswald, sono serio. Finirai per far arruginire il tuo fiuto per gli affari-
Buffo come affari, in quel ambiente, sottointendesse tranquillamente rapine, estorsioni, ricatti e omicidi.
Il boss sospirò. Spesso la pignoleria di Nygma era snervante, ma quella sera la trovò quasi premurosa.
-Lo so Ed, vedrò di darmi una regolata. Cos'hai sotto braccio?-
-Tutti gli avvistamenti di Fish in città. Ci saranno utili per capire quello che vuole fare-
Pinguino si illuminò.
-Ottimo, grazie Ed, diamo un occhiata-
Ma la mano che porse per chiedere le carte rimase vuota. Si guardarono per lunghi istante.
-Oswald, c'è qualcosa che non va?-
Ok, questo era troppo. Non poteva sopportare quel fare da mamma iperprotettiva.
-Ed ti prego, dammi le carte, ne parliamo dopo- disse avanzando verso l'uomo, che si scostò rapidamente. Il suo sguardo era furbo e divertito.
-posso farti visitare montagne e mari senza spostarti, accompagnarti per ere senza farti invecchiare, cosa sono?-
-Nygma, ti giuro che adesso ti sparo-
-Un racconto-
-Scusami?-
-Raccontami cosa ti afflige e ti consegno il fascicolo-
Con uno scatto nevrotico Pinguino prese la pistola poggiata a fianco del trono e la puntò in mezzo agli occhi di Nygma.
-Guarda che ti sparo davvero!-
L'unica risposta che ebbe fu il suo sorriso divertito e strafottente che voleva dire "so che non lo farai, so che ho già vinto, non fai prima a sederti e a dirmi che cos'hai?"
Lo guardò in cagnesco per alcuni istanti e poi, alzando gli occhi al cielo e sbuffando rumorosamente, abbassò l'arma e si lasciò cadere sul trono. Seppure snervante il 70% delle volte, Edward aveva aiutato Oswald in più momenti della sua vita e anche, anzi, e soprattutto, dopo la morte della madre; lui era quanto di più vicino a un amico per il boss.
-Hai vinto, Enigmista-
-Non chiamarmi così. È un soprannome datomi da una giornalista di minor importanza, se lo dimenticheranno tutti in breve tempo.-
-Io non credo, e anzi penso che la cosa ti faccia piacere-
Il sorriso di Nygma si allargò impercettibilmente.
-Quindi?-
-Quindi ti direi cos'ho Ed, se solo lo sapessi anche io!-
Quest'ultimo prese si sedette e poggiò le mani di fronte a sè, con le punta delle dita che si toccavano, come faceva quando era incuriosito da qualcosa.
-Problemi con gli affari, con i soci o...-
-Penso che siano problemi con me stesso-
Le pupille di Nygma si dilatarono e si sporse con il busto verso Pinguino; i suoi tratti, illuminati dalla luce del camino in maniera inquietante, gli ricordarono che aveva davanti un serial killer psicopatico con la mania degli indovinelli che aveva incastrato il miglior agente della GCPD. Un brivido gli corse lungo la schiena.
-Non sembri uno da avere problemi con te stesso. Sai che se ti serve uno psicologo io posso immedesimarmi- accompagnò l'ultima frase con il solito sorriso strafottente.
-A volte penso che avrei dovuto lasciarti in prigione-
-Non essere così spigoloso Oswald, non vuoi parlare con il dottor E. Nygma?-
Nonostante fosse combattuto con l'idea di riprendere la pistola e sparargli seriamente, il boss pensò che forse, tutto sommato, parlare gli avrebbe fatto bene. Cacciò indietro l'istinto omicida e iniziò.
-Anni fa, quando ero ancora un niente, desideravo ardentemente tutto questo. Ero un bovarista. E, sebbene spesso mi riesca a godere i risultati, altre volte mi sento ancora come allora, non IL Pinguino, ma un pinguino qualunque vestito con abiti troppo grandi per lui, metaforicamente parlando del potere.-
-"Allora" quando?-
-Quando ero giovane-
-Perchè, ora sei vecchio?-
-Quando ero pIÙ GIOVANE! Quando ero solo un adolescente-
Nygma si concesse una sonora risata, fermata solo dallo sguardo rabbioso dell'amico.
-Ahahahahha scusa vecchio mio, ma proprio non ti ci vedo come un adolescente comune! A fare cose comuni! Che ne so, college, uscite, feste...-
-Eppure è successo. E probabilmente è proprio grazie a quel periodo che sono diventato quello che sono ora.-
A questo punto definire Ed interessato non renderebbe giustizia: era ipnotizzato. La sua curiosità era così evidente e palpabile che solleticò l'ego di Oswald Cobblepot, il quale con un sorriso mefistofelico si appogiò allo schienale del trono.
-Si metta comodo, Dr. Nygma, sta per scoprire come un piccolo Pinguino impara a nuotare in acque profonde...-

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⏰ Last updated: Sep 04, 2016 ⏰

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