PREFAZIONE AUTORIALE

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CIAO LOVELIES! IT'S LAPPI88 CHE SCRIVE, NON DITELO PERO', SONO UN PO' IN INCOGNITO SU QUESTO PROFILO:) RIPROPONGO QUESTA STORIA, CHE TRA L'ALTRO E' DIVENTATA ANCHE UN LIBRO VERO E PROPRIO SU ilmiolibro.it  E SU PIATTAFORMA ONLINE DI FELTRINELLI. 

NEL CASO QUALCUNO SE LA FOSSE PERSA E AVESSE VOGLIA DI LEGGERLA, LA RIPOSTO:) FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE:) LOVE YA, LAPPI<3

P.S = L'INTRODUZIONE E' DELLA MIA CO-AUTRICE PREFERITA Galwaygirl269, CHE SCRIVE MATTER OF LOVE CON ME:)

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Come si parte a scrivere una prefazione autoriale in questi casi? Sinceramente, non lo so, non l'ho mai nemmeno voluto sapere e, eventualmente, approfondire. Non ho mai nemmeno voluto leggere quelle degli altri e prenderne esempio. O se le ho volute leggere, l'ho fatto solo per vedere quanta difficoltà avessero avuto loro nello stenderla. Non mi piace nemmeno fare una cosa in cui mi presento, in cui parlo della mia vita, dicendo quando sono nata e quali assurde imprese ho tentato di fare per cambiare il mondo, che poi nemmeno ci son riuscita. Anche perché, questa mia vita, non è poi così lunga ed è abbastanza noiosa in realtà. Credo invece che questa prefazione conterrà semplicemente una serie di pensieri e motivi per cui ho voluto scrivere quest'opera e perché mi sono appassionata a certi temi, che giustamente ho voluto trattare. Non voglio scandalizzarvi, non voglio che pensiate male di me o che partiate dall'inizio del libro creandovi dei pregiudizi.

Ecco, proprio da questi vorrei cominciare. I pregiudizi sono la piaga della società, sono quelli che stanno mandando a rotoli il mondo, seppure continuiamo a far finta che, nel 2016 quasi, noi siamo un insieme di persone aperte mentalmente e intelligenti. Ne sono convinta ormai da anni. Giudicare senza conoscere, o giudicare semplicemente perché ci va, è la realtà oggettiva più brutta con la quale io abbia mai avuto a che fare. Ciò non si basa solo sul fatto che non mi piace la gente che lo fa, ma proprio perché ne sono stata io la protagonista di questi giudizi, per tutta la durata della mia adolescenza ed oltre, anche adesso che ormai sono adulta.

Sappiamo benissimo che, nella realtà attuale, la gente è giudicata per qualsiasi comportamento un po' strano che assume, appartenente poi a tantissimi fattori, non necessariamente una sola categoria. C'è chi viene giudicato perché ateo, c'è chi viene giudicato perché omosessuale, c'è chi viene giudicato perché si veste in una certa maniera, c'è chi viene giudicato perché nella vita vuole essere incondizionatamente uno spirito libero e non trovarsi un lavoro fisso che possa aumentare esponenzialmente la propria carriera. Ma la gente che è tutto il contrario di questo, quantomeno agli occhi delle altre persone, chi è per giudicare, appunto? Una persona non può non credere in nessuna figura ultraterrena e magari basarsi sulle verità che ci ha mostrato la scienza? Una persona non ne può amare un'altra del suo stesso sesso, senza sentirsi dare del "finocchio" o del diverso? Una persona non può comprarsi qualsiasi vestito voglia, che sia tremendamente volgare o che sia troppo da santarellina? Tirando le somme, ognuno è libero di credere in ciò che vuole, di porsi come vuole e di non essere giudicato perché non ha voluto essere uguale agli altri nel dimostrare il sentimento dell'amore. Sono più che convinta che l'amore vinca sempre, che sia tra un uomo e una donna, due uomini, due donne o chi più ne ha più ne metta. Per quanto mi riguarda potrebbe manifestarsi anche tra un uomo e un cane.

Mi sono sempre trovata davanti a situazioni di questo genere. Le frasi che ho sentito dire, senza elencarle perché sarebbero troppo cattive e popolaresche, sono il classico esempio di quanto siamo ancora chiusi mentalmente, e non aperti come appunto vogliamo far credere.

Ma torniamo al libro, non vorrei troppo dilungarmi nel polemizzare certe cose, anzi passerei a parlare del motivo per cui ho deciso di scriverlo. Le tematiche principali di esso sono la salute e l'omosessualità, se così vogliamo dire. Detto così sembra un pensierino delle elementari. Avete presente quando le maestre vi facevano fare la recensione di un libro? Nella sezione delle tematiche, c'era sempre un elenco di tematiche principali di esso, ma mai venivano approfondite in qualche modo. Alla mia età, penso che sia doveroso fare invece un'analisi più scavata. Tuttavia, intorno a queste due tematiche ne girano tantissime altre, alla fine vi renderete conto che questo libro non ha solo a che vedere con esse. Esempio forse sciocco, ma la maggior parte degli avvenimenti che racconto nel libro sono successi a me, eppure io non sono omosessuale, anzi il contrario. Ma ciò non significa che non mi stia a cuore una causa del genere.

Insomma, forse sto divagando. Partiamo con lo spiegare la tematica della malattia, che sembra quella più preoccupante del libro.

Nel settembre del 2008, di ritorno da un viaggio di due settimane a Lloret de Mar, in Catalunia, meta che avevo scelto coi miei amici per del sano divertimento, mi sono svegliata una mattina non vedendoci più dall'occhio destro. O meglio, la vista pareva essere diminuita, l'occhio mi si era completamente appannato. Vi dico la sincera verità, non sono un tipo ipocondriaco, per nulla, per cui in quel momento non me n'è importato. Pensavo semplicemente fosse una patina post sonno che sarebbe andata via in poco tempo. Eppure, continuava a rimanere appannato quel maledetto occhio, e dopo una settimana mi sono detta che forse sarebbe stato il caso di andare a fare un controllino. Tanto, cosa mai doveva essere di così grave?

Insomma, mi hanno diagnosticato, dopo due settimane di ricovero, la Sclerosi Multipla, malattia cronica e degenerativa che mi porto sul groppone da ormai sette anni. Non voglio dilungarmi troppo su ciò che è questa malattia, posso solo dirvi che a quel punto della mia vita, la cosa da fare era una. Essere forte.

E' stato difficile, ve lo confesso, ma ora grazie a quella forza che ho coltivato, posso dirmi felice di essere quella che sono. Ed è per questo che ormai non ho più pregiudizi su niente e su nessuno. Io sono ammalata, certo, ma nulla mi distrugge, nulla mi fa pensare che non sia possibile realizzarsi nella vita.

Quindi, il fatto di aver scelto la malattia e l'omosessualità come tematiche è proprio perchè voglio far capire a un sacco di gente che nel primo caso, la malattia c'è veramente, nel secondo, no.

Mi auguro che questo libro possa far aprire la mente a un sacco di persone, mi auguro di riuscire a sensibilizzare tutta quella gente bigotta e con il cervello chiuso. Mi auguro di arrivare al cuore della gente che leggerà questo libro. Proprio come il suo sottotitolo.

Dritto al cuore. 

Esse/Emme - Dritto al cuore #Wattys2016Where stories live. Discover now