Non angeli ma bestie

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Eravamo lì , tutta la bellezza in cui ci avevano insegnato a credere e a sognare da bambini davanti ai nostri occhi. Un mondo che nemmeno in cento vite mi sarei mai sognata di immaginare, così incantevole da farmi sentire indegna persino di respirarne l'aria.
"Oggi moriremmo o voleremmo nei cieli turchesi di Ellyon."Quelle parole lasciarono le mie labbra senza la consapevolezza del prezzo che avrei dovuto pagare per averle pronunciate.

 Distesi le mie ali e presi il volo verso l'imponente città fluttuante, intenzionata ad avere un approccio pacifico. Stranamente non c'era nessuno ad attenderci e camminammo verso ciò che a me parve un tempio dove un consiglio si potesse riunire,d'altronde era il monumento più sfarzoso e grande della città. Simile ad una piramide ma molto più elaborata con una statua raffigurante un uomo alato pronto a spiccare il volo in cima. Volai verso l'entrata situato a metà della costruzione. La porta sembrava esser fatta d'oro e le precise intagliature raffiguravano scene di guerra insieme ad incisioni, che con mio grande stupore fui in grado di leggere. Mi resi conto che da quando arrivata in me si fecero strada conoscenze che prima non mi appartenevano. Sentì il mio corpo reagire diversamente ai miei comandi, più svelto , più prestante. Una lingua arcaica stava iniziando a riaffiorare nella mia memoria e frammenti di ricordo sferzavano dinanzi ai miei occhi.C'ero io , meglio l'Angel del passato, che si tuffava impavida in una cascata vertiginosa senza usare le ali. Io che combattevo contro Gabriel in uno scontro di lame, prati con fiori di ghiaccio caldi al tatto. Alberi di cristallo in cui pulsava vita, un animale simile alla volpe ma più grande dal manto argentato che si faceva coccolare dalle mie mani. Sentì una morsa a tutti quei ricordi. Varcai le grandi porte lasciando alcuni uomini fuori in caso di necessità.

Blake mi afferrò la mano ma io lo rassicurai.
"Andrà tutto bene tu coprimi le spalle."
"Piccolo angelo non mi dimenticare." detto ciò mi voltai verso la grande sala spoglia, il semplice design che contrastava orribilmente con tutta la perfezione dell'architettura fuori. Una debole luce illuminava solo il centro della sala regalando al luogo un atmosfera tetra e greve, capì immediatamente che non era un tempio ma una specie di tribunale. Nella luce cinque troni,occupati da cinque uomini mi guardavano inquisitori.
"Dunque il corvo ci degna della sua presenza finalmente." Parlò l'uomo seduto nel trono centrale, la testa rasata e la corporatura massiccia a farlo sembrare più un demone che un angelo. Tuttavia la mia attenzione si poso sulle figure alle spalle di quei troni.  Visi perfetti incorniciavano occhi segnati e sofferenti. Il loro collo era appesantito da un raffinato collare in oro.
"Dante che significa?!!" lui mi guardò confuso ma quando capì a cosa mi stessi riferendo, il suo viso si rattristi. 
"Come osi ignorarmi abominio.!!!"La voce rauca del uomo rimbombò nella sala imperiosa.
"Dante cosa significa,voglio una risposta ,ora." L'uomo si alzò di scatto paonazzo ,ma io continuai ad ignorarlo aspettando la risposta.
"Sono ionkai Angel. Non uccidono tutti i nephilim che trovano, i più belli gli conservano come schiavi. Soprattutto le fanciulle..." Dante strinse forte i pugni ,l'argomento gli era famigliare.

Tratteni l'ira che stava cercando di uscire in superficie e mi rivolsi con un inchino beffardo a colui che ormai avevo individuato come capo.

"Suppongo che quei altri quattro troni servano a far scena e non far capire alla povera gente che vive sotto un tiranno." Le mie parole erano taglienti e cariche d'odio ma l'uomo non si scompose e sedette indifferente.

"Mi era stato riferito che eri impertinente ma devo ammettere che i miei soldati avevano ragione la tua bellezza è pari alla tua follia. Credi davvero di riuscire a salvare quei mezzosangue con un esercito del genere ?!"

Feci segno a Dante di schierare i guardiani e le barriere, l'istinto mi diceva che da lì a poco sarebbe scoppiato l'inferno ma io volevo ancora tentare di ottenere un accordo.

"Dante dì a Blake di tenersi pronto ad una ritirata e farsi indicare dai ribelli  disposti ad aiutarci,un luogo sicuro. Cercate di reclutare più gente possibile per la nostra causa, abbiamo bisogno di guerrieri ed armi. So che molti qui non approvano l'operato del governo io cercherò di fargli guadagnare più tempo possibile."Dante annuì alle mie parole e quando se ne andò riportai la mia attenzione su quel' uomo.

"Ora che hai finito di discutere ogni inutile approccio con il tuo amichetto della più infima razza permetti che mi presenti. Sono Marcus , colui che amministra la giustizia e organizza il nostro esercito. Come tu stessa avrai già visto non siete in grado di tener testa ai miei soldati perciò ti offro un opportunità irreperibile. Siccome sono affascinata da te, unica nel tuo genere, acconsentirò a lasciargli in vita e utilizzarli per i lavori ad Ellyon se acconsentirai a diventare la mia schiava." Un lampo lascivo attraversò i suoi occhi mentre mi guardava ed il mio stomaco si contrasse in un moto di disgusto.Guardai di nuovo quelle pallide figure, ora che i miei occhi si stavano aggiustando a quella oscurità notai i lividi che ricoprivano gran parte del corpo di qui poveri nephilim. 

"Preferirei morire piuttosto che subire te sul mio corpo. Mi disgustate vi crede angeli ma non siete altro che bestie, assetati di potere e lussuria. Chi tra i due è un abominio Marcus, noi che vogliamo la libertà o voi che trucidate e riducete in schiavitù vite innocenti."Il mio odio cresceva ogni minuto di più per quella figura apparentemente bella.

"Molto bene allora, se è questo ciò che desideri vi sterminerò tutti, fino all'ultimo. Avresti avuto la possibilità di sedere al mio fianco e diventare un soldato perfetto come Lucia ma hai scelto la miseria." A quel nome il mio cuore sobbalzò e la mia reazione dev'essere stata abbastanza evidente perchè Marcus sorrise crudele e fece un cenno ad uno dei nephilim che aprì una porta. Il cigolio della porta fu sostituito da passi decisi. Due figure si delineavano piano, piano nella luce. Capelli neri sciolti ed una bellezza feroce che teneva per mano due occhi di ghiaccio.I miei occhi. 

Gabriel stava al fianco di Lucia senza muovere un muscolo, la faccia tirata e grandi occhiaia a far da contorno a quelle meravigliose iridi. Il corpo era segnato e l'avevano intenzionalmente lasciato senza maglia affinché io vedessi i profondi squarci sulla schiena, laddove un  tempo sorgevano magnifiche ali candide come la neve. Gridai il suo nome incapace di trattenere la mia emozione ma fu come se non mi vedesse. Nessuna espressione gli attraversava il viso e quei occhi che tanto amavano sembravano vuoti, spenti. Lucia sorrise trionfante al mio smarrimento e m'inflisse una punizione peggiore di qualsiasi lama. Baciò il mio Gabriel con trasporto, senza che lui si scostasse o protestasse per il suo gesto. 

Il sangue si gelo nelle venne, i suoni che indicavano una battaglia fuori attutiti, il cuore che rallentava. Non ero in grado di processare quelle immagini e nemmeno ciò che accade pochi secondi dopo.


NephilimWo Geschichten leben. Entdecke jetzt