PROLOGO. (Secondo Libro)

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Rieccoci! Continua l'avventura cominciata poche settimane fa. Siamo giunti alla seconda parte della trilogia. Il secondo sarà un punto di snodo centrale della storia, poiché capirete molte cose che nel primo libro sono state volutamente tralasciate o appena accennate. Avremo anche dei flashback e per la prima volta dei p.o.v. del nostro Adrian.
Vi lascio con un assaggio in attesa dei primi capitoli. Ci risentiamo presto!
Sempre col sorriso... Sara 🤓

***
Odio le gite scolastiche! Odio i miei compagni di classe. Odio i miei professori. Odio mia madre che a questa fottuta gita mi ci ha mandato per forza! Odio tutti! Avrei voluto solo rimanere in camera mia a mangiare in santa pace. È chiedere troppo!? A quanto pare si visto che mi ritrovo in un altro Stato a miglia e miglia da casa, in un stanza d'albergo del cazzo, da sola per giunta, perché i miei simpatici compagni non volevano stare in stanza con una cicciona. Stronzi! Io a questa gita nemmeno ci volevo venire.
Chi cazzo è che bussa alla porta ora?

"Professor Harrison mi dica.."

Dio come lo odio. Mi sta proprio sul cazzo. Ma tra tutti i professori proprio lui doveva accompagnare la mia classe? La puzza di alcool e sigaro si sente da qui. È disgustoso. A parte il fatto che di matematica non ci capisce veramente un cazzo, come fanno a non licenziarlo!? Lo sanno praticamente tutti che è costantemente ubriaco! Per non parlare poi del fatto che puzza ed è sempre sudato da fare schifo. Dovrebbero impedirgli l'accesso alle scuole!

"Signorina Thompson posso entrare? Ci devono esser stati dei problemi di assegnazione delle camere. Ci vorrà un momento."

Ma che palle! Lo sapevo che non ci dovevo venire!

"Certo professore si accomodi."

Speriamo che questa tortura finisca presto.

"Vedo che ti sei già sistemata..."

Indica il letto già sfatto mentre lo dice.

"Oh si, io non avevo niente di meglio da fare..."

"Non hai perso tempo..."

Come? E che cazzo vuol dire? Ora non si può nemmeno dormire?

"Pensavo che si potessero già utilizzare i letti una volta assegnate le camere.."

"Certo cara, hai detto bene... Solo non pensi che sia meglio utilizzarli in un altro modo?"

Ma che cazzo sta dicendo?
Perché si sta avvicinando?
Lancio un'occhiata alla porta, cazzo perché non l'ho lasciata aperta.

Il mio battito accelera e mi tremano le mani quando le sue zampe viscide si posano sulla mia guancia.

"Io.. Professore non capisco di cosa stia parlando. Forse sarebbe meglio chiamare la professoressa Kent se ci sono problemi con le camere."

Cerco di rimanere impassibile ma la verità è che il suo sguardo mi fa paura.

"Non chiameremo proprio nessuno. Tu ora te ne stai qui buona e fai quello che ti dico io."

"Professore io non..."

Non riesco a parlare. Sono terrorizzata e la sua voce mi mette i brividi.

AMAMI nonostante tutto...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora