Capitolo 7

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E così erano davvero tornati al punto di partenza?
Al punto in cui sapevano di amarsi ma c'era qualcosa che impediva loro di essere felici?

Solo colpa mia
perdonami Mickey.

Non faceva molto altro, a parte andare a lavorare, che pensare a questo, nell'ultima settimana, una settimana che quasi gli era sembrata più lunga dei mesi precedenti, una settimana in cui non si erano visti, ne sentiti, aveva deciso di lasciargli i suoi spazi, sapeva che era quello che di cui Mickey aveva bisogno, una settimana in cui non sapeva cosa faceva, con chi era, una settimana in cui gli era difficile perfino respirare.

Ora sapeva cosa Mickey intendesse, come si era sentito.

Sono un coglione.

Era a lavoro, come tutte le mattine, come tutte le mattine cercava di evitare Caleb, distogliendo lo sguardo quando si accorgeva che lo fissava, passando oltre quando lo guardava con aria di disprezzo.

Mickey
solo Mickey.

Quella mattina però fu costretto ad ascoltarlo, dopo un primo momento, in cui Caleb si era intrufolato nello spogliatoio cercando di baciarlo, dopo che Ian l'aveva scansato con una spinta decisa.

"Ti ho detto che è finita"

"Non è finita, devi stare con me"

"No, non devo, ho sbagliato fin dall'inizio ti chiedo scusa ora vai avanti con la tua vita".

Non lo aveva mai visto così arrabbiato, come se avesse il sangue negli occhi, forse non aveva ancora conosciuto quella parte di lui, forse non si era nemmeno realmente sforzato di conoscerlo davvero.

"Dimmi perché mi hai preso in giro, dimmelo Ian".

Si era ritrovato sbattuto contro il suo armadietto quando decise che probabilmente era arrivato il momento di essere completamente sincero.

"Mi dispiace, mi dispiace se pensi che ti abbia preso in giro" In realtà, suonava molto come una frase di circostanza, ma non gli interessava cercare di fingere, non più.

"Ho creduto davvero che potesse funzionare a un certo punto, ma era solo ciò che volevo credere, non è colpa tua, sarebbe successo con chiunque, non avrei mai potuto amarti, ti sono grato per aver provato a starmi accanto, per aver provato a riempire quel vuoto, ma non avrebbe funzionato comunque, nemmeno se Mickey non fosse tornato, io lo amo, l'ho sempre amato, e finché le cose staranno così non ci sarà mai spazio per te, per nessuno."

Non si sprecó a spiegargli il motivo per il quale non avrebbe mai potuto smettere di amare Mickey, non si sforzò a fare tutti quei bei discorsi sul destino, o sull'anima gemella, al quale infondo lui, aveva sempre creduto.
Ne tantomeno a raccontargli di quanto quell'amore così travagliato era stato sempre, comunque, la cosa migliore della sua fottutissima vita.

Si scostò, spostando Caleb per avere la possibilità di passare oltre ed iniziare il suo turno di lavoro.

Non prima di aver tirato fuori dalla tasca il suo telefono per inviare un messaggio.

Per Mick : Anche oggi, mi manchi.

Per poi riporlo nell'armadietto e uscire dallo spogliatoio.

"Non finisce qui".

Ian lo ignorò.

Mickey.
Solo Mickey

......

" Sei davvero sicuro Mick?" disse Jerad guardando Mickey seduto dall'altra parte del tavolo.

"Non chiamarmi in quel modo"

Si erano conosciuti in prigione, erano nella stessa cella, dopo settimane di silenzio avevano cominciato a parlare, Mickey aveva scelto di aprirsi, di raccontargli di Ian , del suo amore tormentato, e così si erano ritrovati ad essere amici, Non credeva nemmeno potesse mai essere amico di qualcuno, a parte Ian, ma per qualche strano motivo aveva imparato a voler bene a quel ragazzo che sembrava tanto aver preso a cuore la sua situazione.
Era uscito prima di lui, e infondo gli erano mancate le loro chiacchierate, con lui almeno, poteva sfogarsi.

"No cazzo. non sono sicuro. Non sono sicuro di un bel cazzo di niente amico".

Aveva la testa tra le mani, Jerad si avvicinò, Mickey gli permetteva di avvicinarsi più del limite consentito da un Milkovich, solo perché sapeva che lo faceva per amicizia, e che quell'amicizia infondo, era sincera.

"Se lo ami dove cazzo starebbe il problema? hai sofferto come con un cane, ti ho visto, perché non gli permetti di tentare a riconquistare la tua fiducia? Non fare lo stupido".

Disse tutto d'un fiato, aveva imparato a conoscere Mickey in un certo senso, quindi molto probabilmente si sarebbe aspettato un dito medio come unica risposta.

Prima però che avesse la conferma dei suoi sospetti, il telefono di Mickey squillò di nuovo.

Da Ian: Ma è finita, è meglio così.

La faccia di Mickey si fece improvvisamente più cupa, tirò su col naso.

"andiamo a bere"

.....

"Qualcuno ha visto il mio cellulare?" Urlò Ian dal soggiorno continuando a frugare ovunque.

Ero sicuro di averlo nello zaino.

"Mi hai detto di essere passato all'alibi dopo il lavoro magari l'hai lasciato lì"
La voce di Fiona arrivava dalla cucina.

Uscì di casa per andare a controllare, una volta all'alibi però, dimenticò in fretta il motivo per il quale fosse andato.

Mickey.
Mickey e quel ragazzo.

Si ritrovò a sentire le stesse sensazioni provate settimane prima, quando li vide insieme.

Non ci volle molto perché perdesse le staffe, e si ritrovasse a sbattere il pugno sul tavolo in cui erano seduti i due ragazzi, rovesciando di conseguenza le birre che erano di fronte a loro.

"Che cazzo Ian"
Mickey sobbalzò di scatto per evitare di essere bagnato.

Lo stesso fece Jerad.

"Tutte quelle belle parole del cazzo è, tutto finto, ti scopi un altro e dici che mi ami? vaffanculo Mickey vaffanculo"

La voce affannosa, gli occhi lucidi, la rabbia dentro.
la fronte che quasi toccava quella di Mickey.

"Sul serio Ian? sul serio cazzo?"

Ormai tutti i presenti li stavano guardando, ma come spesso accadeva ultimamente, non ci fecero caso, c'erano solo loro li, in quel momento.

Tirò fuori il telefono dalla tasca e mostrò ad Ian il messaggio da poco ricevuto sbattendo il telefono nella sua mano con violenza.

"Mi dici che che ti manco, e poi che è finita, nel giro di 5 minuti e ti permetti di rompere le palle a me? a me Ian?"

Lo spintonò, ma non troppo, non voleva rischiare di fargli troppo male.

Cazzo
Fottuto Gallagher

Ian fissò il telefono con aria interrogativa. lesse e rilesse.

"Io non ho m--"

Improvvisamente tutti i pezzi erano stati messi insieme, aveva capito.

Quel fottuto bastardo.

Ian non riflettè molto quando prese la testa di Mickey tra le mani attirandolo in un bacio.

Mickey restò fermo, con le labbra attaccate alle sue labbra, come se non aspettasse altro, da troppo tempo.
Come se quella sensazione di felicità così bramata non fosse mai andata via davvero.

Si scostò da lui.

"Che cazzo fai?"
Fece un passo indietro.

"Con te facciamo i conti dopo" disse indicando Jerad con aria di disprezzo.

Il ragazzo si limitò ad aggrottare la fronte.

"Tu aspettami Mick, ti prego"

"Dove cazzo stai andando?"

Urlò mentre Ian era già praticamente fuori dalla porta.

Stay Here, Stay With MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora