Irruzioni domestiche, svenimenti e vomito

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Mike’s pov
Andai a dormire con una profonda sensazione di soddisfazione, alla fine avevo incontrato Gerard Way, certo, ero anche andato in coma ma, perdincibacco, era pur sempre Gerard Way!
Osservai i miei poster di Billie e dei My Chemical Romance appesi sui muri della mia stanza.
Ebbene, avevo un leggero accenno di piccola cotta per Billie, c’era qualcosa di quel nanetto che mi affascinava.
Certamente avrei voluto strangolarlo con le mie mani quando alle 5 del mattino fece irruzione nella mia camera correndo e suonando in modo deplorevole la sveglia dei soldati.
“SERGENTE MIKE AAAAA RAPPORTO!”. Urlò fermandosi ai piedi del letto.
“Vaffanculo”.  Biascicai coprendomi fin sulla testa con le coperte.
Tirò via il lenzuolo e io mi guardai confuso intorno non capendo cosa stesse accadendo.
“Lenzuolo?”. Lo chiamai.
“Mike, dobbiamo andare da quei tipi, non possono averla vinta così facilmente!”. Disse tirandomi un piede.
“Piantala Billie”. Biascicai.
“Perchè hai le mie foto in camera tua?”. Chiese.
Scattai in piedi cercando di distrarlo.
“È Yey quello? Ohh e quello è Franco, e quell’altro Topolino e c’è anche capellone!”. Urlò spingendomi via.
“Non è come pensi, posso spiegare!”. Cercai di uscire da quella imbarazzante situazione.
“No, non devi spiegare, Mike. Sono fiero di te. Studi il nemico e cogli i suoi punti deboli, bravo!”. Disse con tono fiero poggiandomi una mano sulla spalla, non senza un evidente sforzo.
“C-certo, la pagheranno! Quei bastardi!”. Dissi con tono poco convinto schiaffeggiandomi mentalmente.
“Vestiti, sergente, abbiamo una missione da compiere!”. Esclamò uscendo.
Cominciai a sbattere la testa al muro… letteralmente.
“Ti piacciono gli open space?”. Chiese Trè entrando ancora mezzo addormentato.
“Lasciami in pace”. Piagnucolai.
“Sei una fangirl?”. Chiese ancora guardando i poster.
“Si”. Risposi con lo stesso tono disperato.
“Figo. Ti va una banana?”. Sbadigliò.
“Dovresti smetterla di mangiarle, anche perché sai che Billie ha quel problemino con le banane”. Consigliai.
“Come sei noioso”. Sbuffò tirando fuori una banana dalla tasca del pigiama e andando via.
Un paio d’ore dopo eravamo di nuovo all’indirizzo E81 St. Jimmy Boulevard.
“È ancora troppo presto, magari dormono”. Per la prima volta Trè disse qualcosa di sensato.
“Secondo te non aprono?”. Chiese Billie.
“Sono le sette, fa’ un po’ tu”. Osservai.
Il nanetto rimase per qualche secondo a pensare osservando il portico. All’improvviso, con uno scatto repentino si aggrappò ad una delle colonne che reggevano la tettoia del portico su cui si affacciavano delle finestre.
“Billie, che cazzo fai? Vieni giù!”. Dissi piano, erano pur sempre le sette del mattino.
“Lo hai detto anche tu che devono pagarla! Sali!”. Disse porgendomi la mano.
“È inflazione di domicilio!”. Protestai.
“ECCOMIIIII!”. Urlò Trè, noncurante del silenzio mattutino, arrampicandosi e raggiungendo Billie.
“Dai Mike!”. Mi incitò Billie.
“Se salgo vi butto giù entrambi!”. Dissi arrabbiato raggiungendoli sulla tettoia.
Arrivato lassù diedi un colpo dietro la testa ai miei amici.
“Siete due dementi!”. Mormorai a denti stretti.
Billie aprì una finestra e sgattaiolò dentro.
“Shhhh. Stanno dormendo”. Sussurrò facendoci segno di entrare.
“Questo è illegale!”. Protestai.
Entrai per ultimo nella stanza e dovetti trattenermi dall’urlare perché Frank e Gerard stavano dormendo nello stesso letto.
“Andiamo”. Mormorò Billie aprendo silenziosamente la porta.
Uno dei due addormentati russò facendo sobbalzare tutti e quattro, ebbene, anche Gerard si era spaventato e di conseguenza si era svegliato.
Uscimmo molto velocemente e chiudemmo la porta sperando che non ci avesse visti.
Arrivammo in cucina.
“Cazzo, cazzo, cazzo!”. Mormorò Billie nel panico.
“Spero tu sia felice adesso!”. Lo rimproverai.
“Non è il momento, Mike! Uh! Banane!”. Esultò Trè rubandone una.
Sentimmo dei passi scendere le scale.
“Merda!”. Imprecai. “Billie, in frigo, sei piccolo, ci entri!”. Dissi aprendo lo sportello.
Mi guardò perplesso e poi si nascose.
Trè si nascose sotto il tavolo ed io dietro una tenda.
“Che ne dite di uova e bacon?”. Chiese qualcuno.
“Uhm… bacon”. Mormorò Trè ed io gli feci segno di stare zitto.
“Vada per il bacon allora!”. Esultò Gerard.
“Dove avete messo le uova?”. Chiese Ray.
“In frigo”. Rispose Mickey.
Wooo, vivevano tutti insieme!
“Bene”. Rispose Ray aprendo il frigo.
“Ecco a te!”. Disse Billie porgendogli le uova.
“Grazie, amico”. Rispose l’altro prendendo le uova e facendo per andarsene. “Aspetta un attimo…”. Tornò indietro e riaprì il frigo.
“Salve, lei è il signor Mucca?”. Chiese Billie.
‘Ora lo ammazza!’. Pensai.
“Oddio di nuovo questo!”. Sbuffò Gerard. “Come sei entrato? Che cosa vuoi da noi?”. Aggiunse arrabbiato. [N/A: chiamare la polizia era troppo mainstream]
“Cosa voglio? Voglio riprendermi ciò che è mio!”. Urlò Billie uscendo dal suo nascondiglio. “Ragazzi!”. Aggiunse battendo le mani.
Io non mossi un muscolo, non ero una di quelle lampade che si accendono quando batti le mani. Sfortunatamente Mickey mi scoprì.
“Oddio, tu sei Mike Dirnt!”. Disse forse emozionato.
“Ciao”. Dissi solo.
Mi trascinò fuori dal mio nascondiglio e io tentai di fuggire ma lui mi agguantò per la maglietta e per quanto mi divincolassi non voleva mollarmi.
“Voglio andare a casa! Io non ci volevo venire, avevo detto a Billie che era un’idea stupida ma lui deve essere la regina dell’eyeliner. Pietà, picchiate lui, non me!”. Supplicai come un demente.
“A-aspetta… se tu sei Mike Dirnt, lui è Billie… Billie Joe Armstrong?”. Chiese Frank confuso.
“Hey, hey, io penso che ci stiamo dimenticando del pezzo forte qui!”. Disse Trè uscendo da sotto il tavolo.
“Oookaaaaay”. Riuscì a dire Gerard prima di stramazzare a terra.
“È morto?”. Chiese Billie.
“Gee!”. Urlò Mickey mollandomi.
Provai di nuovo a scappare ma Trè mi fermò mettendomi in spalla.
“Lasciami andare!! Trè, ti giuro che ti ficco una banana nel culo se non mi molli!”. Urlai dimenandomi.
“Eheheheh Green Day eheheheheh”. Disse Gerard ancora a terra con una espressione da “sto agonizzando, aiuto”.
“È sassy anche quando sviene”. Commentò Billie.
“Trè! Ti accoltello la faccia! Lasciami!!! Non posso reggere Billie e tutti loro nella stessa stanza!!”. Urlai cercando di puntare i piedi a terra, Trè era basso ma non riuscivo comunque ad arrivare a terra.
“Bene, adesso che hai fatto questa sceneggiata puoi alzarti e affrontarmi da uomo?”. Billie continuava a parlare con il cantante ancora in coma.
“Uomo è una parola grossa!”. Commentò Trè.
“SCUSATE!! SO CHE AMMIRARE IL MIO CULO CHE SVOLAZZA PER ARIA VI ALLIETA MA GRADIREI TORNARE A CAMMINARE!!!”. Urlai più forte.
“Micio! Micio! Micio, micio, micio!”. Disse Billie sculacciandomi.
“Billie Joe Armstrong!”. Sentii la faccia prendermi fuoco e gli diedi un calcio.
“Aaaaaah la mia faccia! La mia bellissima faccia!!”. Urlò.
Trè mi lasciò andare, finalmente!
“Questo…è s-s-sang…”. Non ebbe il tempo di finire la frase che, anche lui, con un gesto estremamente teatrale, cadde come corpo morto cade. [N/A pure le citazioni auliche!!].
Cadendo insieme a tutta la sua grazia, Billolo, spiaccicò a terra anche quel fuscello di Frank, che, poveraccio, ricevette anche uno sguardo assassino da parte di Gerard che si era finalmente ripreso.
Con l’aiuto degli altri spostammo Billie e la sua leggerezza via dal povero chitarrista che si fratturò 209 ossa su 206.
“Voglio l’estrema unzione”. Si lamentò il più basso.
“Dio mio, ma che mangia?”. Sbuffò Ray esausto dopo aver spostato il mio leggiadro amico.
“Banane non di sicuro”. Rispose Trè quasi indignato rubandone un’altra dal cesto sul tavolo.
“Uhm… non credo di sentirmi tanto bene”. Disse qualche istante prima di vomitare anche l’anima su Billie.
“Quando si sveglia ti fa il culo!”. Osservai.
“Dammi quel rotolo di carta, presto, non deve accorgersene!”. Disse con lo sguardo che aveva solitamente quando suonava il naso all’Allegro chirurgo. “Dio, che fetore!”. Osservò tamponando il nostro amico privo di sensi.
“Mike, dammi una mano, scusa!”. Esclamò poi lanciandomi il rotolo.
“Tieni quel coso lontano da me, già non è che Billie profumi di fiori di campo, ci mancava il tuo vomito”.
“Io profumo più di te! Traditore!”. Disse Billie svegliandosi.
Nel frattempo, al limite della sopportazione, gli altri cercavano di non guardare col naso tappato e una mano sulla bocca.
Io ci ero abituato.
“Siete rivoltanti!”. Dissi riferendomi a Billie e Trè che, nonostante il suo recente rigurgito continuava ad ingozzarsi di banane.
“Non è che avete del bacon?”. Chiese Trè ai proprietari della casa che stavamo praticamente smantellando.
Frank fece l’errore di voltarsi per guardare sconvolto Trè e anche lui rigettò nel lavandino della cucina seguito a ruota dagli altri.
Anche se in parte abituato non è che non mi facesse schifo quella situazione e a quanto pare neanche a Billie quindi, per non sentirci esclusi, ci unimmo anche noi a quello schifoso coro.

Non chiamate il manicomio, giuro che sono sana e per niente pazza! Chiedete pure allo stregatto se non mi credete!
The Black Parade

Eyeliner is the weapon! The sassy war: Billie Vs. GerardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora