Nella SalaGrande quel giorno a pranzo si poteva sentire la tensione che riecheggiava tra la tavolata grifondoro.
Il trio era diviso.
Harry sedeva alla parte più vicina ai professori, luogo completamente estraneo per lui, Hermione invece se ne stava in disparte, con solo Neville a farle compagnia, all'altro polo del tavolo.
Ron non era nemmeno sceso a cena quella sera. Bruttissimo segno. Se lui non aveva fame c'era da preoccuparsi seriamente.
Ginny, come ciliegina sulla torta, sedeva al tavolo dei tassorosso, forse con una sua nuova preda, si ritrovò a pensare perfidamente Hermione prima che la sua attenzione venisse attirata da un certo biondo che entrava a passo spedito nella sala.
Le ci volle qualche attimo per capire che questi stava puntando dritto verso di lei, senza batter ciglio per tutti gli sguardi che stavano iniziando a puntarsi su di loro. Harry e Ginny compresi.
«Granger!»
Nel giro di pochi secondi Draco torreggiava davanti a lei e Neville con uno sguardo che non prometteva bene.
Hermione oltre al fatto che avrebbe voluto scomparire, in quel momento maledisse ogni santo possibile e immaginabile per quella che sarebbe stata la figura peggiore della sua carriera scolastica, tra l'altro davanti a tutta la scuola.
«Che vuoi, Malfoy?» brontolò Hermione senza staccare gli occhi dal suo piatto che, al momento, era diventato improvvisamente degno di attenzione.
«Dobbiamo parlare.» dichiarò lui in tono autorevole, tipico dei Malfoy.
Hermione gli lanciò un'occhiataccia «Non abbiamo nulla da dirci.»
Draco storse la bocca «E invece si.» continuò «Forse tu non hai nulla da dire, io si. E ti avverto Granger, se non alzerai quel tuo bel sederino dalla sedia, ti prenderò io stesso. Con le buone con le cattive.»
«Draco...» sussurrò Hermione sporgendosi verso l'alto per farsi sentire meglio da lui senza urlare «Ci stanno guardando tutti... Non potremmo... Magari... Parlane in un'altro momento?»
Il biondo, che aveva incominciato a spazientirsi, l'afferrò per un braccio e con un gesto secco la fece alzare dalla panca. In contemporanea a quel gesto però si alzarono Neville, Harry e Seamus.
«Toglile le mani di dosso, Malfoy.» lo minacciò il primo, puntandogli un dito contro.
La ragazza avrebbe voluto dir loro che non ce ne era bisogno, che Draco non le avrebbe mai fatto del male, ma dalla sua bocca non uscì nemmeno un suono.
«Che c'è, geloso?» ghignò lui continuando a tenerla stretta.
«Ti ho già detto che fai schifo?» rispose a tono Neville.
«Potresti averlo fatto, ma io non ascolto quelli come te quando parlano.»
Hermione era sconcertata.
Sia per la figuraccia che stavano facendo davanti a tutta la scuola, sia per il comportamento di Draco. Sembrava quello del primo anno: arrogante, superficiale, stroxxo, cretino, razzista, menefreghista, borioso...Insomma avete capito, no?
«Draco, per favore andiamo.» lo spintonò più lontano possibile da Neville, mentre Harry e Seamus, ancora in piedi davanti ai loro posti, osservavano in silenzio, pronti a intervenire in qualsiasi momento.
«Ho detto che non devi nemmeno sfiorarla, serpe!»
«Sapessi come l'ho 'sfiorata' l'altra notte, Paciock.» rispose Draco a tono, causando il rossore, fino alla radice dei capelli, di Hermione (e anche di Neville), la quale gli lanciò un sonoro schiaffo sul volto.
«Io non so cosa caxxo ti prende a volte!» sbraitò a voce talmente altra che poterono udirla anche i professori, ammettendo che fossero interessati alla conversazione, e con una spallata si liberò di lui, uscendo a grandi falcate dalla sala.
Dai tavoli si alzò un sonoro vociferare, alcuni si lasciarono sfuggire degli 'ohhhhhh' canzonatori e qualcuno gridò addirittura: "Questa scotta Malfoy, È?!?!".
Il giovane, senza alcuna espressione in volto, e apparentemente tranquillo, guardoò uscire Hermione, per poi degnarsi di insultare Neville come si deve e seguirla fuori da quella che era stata la serata più imbarazzante, se un Malfoy può essere in imbarazzo, della sua carriera scolastica.

«Granger.» Draco la chiamò appena poté uscire dalla traiettoria degli sguardi degli altri studenti, e non trovandola in prossimità della Sala Grande, decise che poteva esserci soltanto un posto dove lei sarebbe potuta andare per nascondersi.
Era arrabbiato, è vero, ma se doveva parlarle cinque minuti prima, ora aveva anche una ragione in più per farlo.
In poco tempo infatti si ritrovò sulla riva del lago a fissare la sua splendida grifondoro che se ne stava seduta, con le braccia che le stringevano le gambe al petto, e guardava senza espressione alcuna, il lago.
«Ciao.» la salutò comparendole dietro e facendole fare un piccolo sussulto. Comunque lei non sembrò interessarsi alla sua presenza e senza rispondergli continuò il suo dolce far niente.
«So che sei arrabbiata.» disse delicatamente, come se avesse paura di una sua possibile reazione violenta, e le si accomodò vicino.
«Che intuizione Malfoy, complimenti.» lo sfotté beatamente Hermione.
Il ragazzo si limitò in una scrollata di spalle, per poi prendere la sua mano e intrecciare le dita con la propria. «Ascolta... Io, te... Insomma noi...» balbettò in difficoltà sotto lo sguardo accusatorio di Hermione «Oh Salazar, quanto è difficile.» sbottò d'un tratto. «Non mi piace litigare con te, okay? L'altra sera ho tirato troppo la corda, lo ammetto, non avrei dovuto spingerti a scegliere se andare da Weasley Donna o restare con me. E... E quando sei uscita da quella porta io... Ero triste. Credevo di averti persa del tutto ed era una cosa che non potevo accettare. Volevo rimediare, fare qualcosa, parlarti, ma poi con la rossa, quando mi ha detto quelle cose e tu stavi ascoltando... Quando ho visto la tristezza sul tuo viso... avrei voluto solamente abbracciarti, stringerti forte a me, dirti che non eri sola, che io non ti avrei lasciata, che potevi contare su di me per qualunque cosa, avremmo dormito insieme e ti saresti sfogata con me, come è giusto che sia, ma io sono stato e sono tutt'ora dannatamente orgoglioso e dopo la litigata non mi sentivo degno di farlo, quando ero stato io stesso, poco prima, a farti soffrire. Quindi, per quanto tutto questo possa essere sdolcinato, è vero. E non sai quanto mi è costato ammetterlo, ma ripeto, non posso perderti Hermione.»
Hermione ascoltò ogni singola parola in silenzio, chiedendosi se quel ragazzo che aveva davanti era davvero il Draco Malfoy degli scorsi anni e di qualche minuto prima. Sembrava così cambiato, beh, la guerra aveva cambiato tutti, lei per prima, ma lui oltre a sembrare più maturo aveva anche rivisto i suoi pregiudizi ed era finito a mettersi con lei, tutto l'opposto di quello di cui tanto credeva superiore i primi anni. Si ritrovò a sorridergli lusingata, quel nuovo Draco le piaceva molto anche se non aveva perso quel suo caratteraccio geloso e superiore dei Malfoy, ma in fondo a quello ci era abituata, e non sarebbe stato il ragazzo di cui si era innamorata se, fosse dolce e caramelloso con tutti, no?
Senza indugiare oltre, gli allacciò le braccia al collo e fece scontrare le loro labbra in un bacio appassionato. Draco non ricambiò subito, stupito dall'iniziativa di lei, ma nel giro di qualche attimo prese di nuovo lui il comando di quel bacio.
Già.
Si erano proprio innamorati.

*Angolo autrice*
Okay, ultimamente sto facendo molti angoli autrice, ma visto che la storia sta giungendo al termine, o vi stanno bene, o ve li fate andare bene. 😁
Comunque volevo ringraziarvi ancora per tutte le visualizzazioni, commenti e voti.
Ho deciso che aggiornerò ogni sabato, così non dovrete aspettare settimane  e settimane credendo che io sia morta, anche se penso che molte di voi mi uccideranno quando posterò i prossimi capitoli. Ma vabbè, io vi amo lo stesso.
Lasciate un commentino ;) ❤️

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