Bisogno

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Quando fu l'ora di uscire dal lavoro ero davvero sollevata; stare in ufficio mi stava dando l'idea di soffocare sotto il peso di quella decisione.
Spensi il computer e presi le mie cose, salutando Denise per poi scendere al piano terra. Uscii dall'edificio andando verso la macchina; i pensieri continuavano a fluire nella mia testa finché non alzai lo sguardo verso la vettura.
Luke era in piedi di fianco a Gregg, con in mano una rosa bianca. Non potevo credere ai miei occhi; all'inizio pensai addirittura che me lo stessi immaginando, ma quando mi si avvicinò, capii che era tutto reale.
«Amore.» Sorrise, vedendomi accanto per poi porgermi il fiore, che rimasi a fissare, basita.
«Che ci fai qui?» Spostai lo sguardo da Luke a Gregg, confusa dalla situazione.
«Volevo farti una sorpresa e... sapendo che lavori per suo padre, gli ho chiesto di dirmi la strada.» Si accigliò, guardando la mia espressione.
«Ah, va... va bene...» Mi sistemai una ciocca di capelli dietro le orecchie e lui mi prese per un braccio.
«Hey, cosa succede?» Lanciai un'occhiata a Gregg che ci stava fissando con un sorrisetto beffardo in volto.
«Niente... sei in moto?» Mi allontanai da lui, tenendo d'occhio Gregg; mi sentivo a disagio sapendo che ci stesse fissando.
«Hey, guardami.» Mi prese il viso con la mano libera, incastrando i suoi occhi con i miei. «Dimmi cos'hai.» Deglutii, levandomi dalla sua presa; non potevo dirgli che il mio capo mi stava chiedendo di scegliere tra la mia vita con lui e il mio lavoro. Spostai gli occhi sulla rosa e mi concentrai sul regalo che aveva deciso di farmi; sorrisi prendendola.
«Grazie, è molto bella.» Alzai lo sguardo su di lui, che abbozzò un sorriso. «Torni al college ora o...?»
«Pensavo di venire da te, se... ti va.» Il suo sguardo rimase incerto e si allontanò da me, mentre io annuivo lentamente.
«Ok... ti porto in macchina?» Sentivo il mio tono distaccato, ma la presenza di Gregg non mi teneva del tutto tranquilla.
«Va bene ragazzi, io vado da mio padre eh, buona serata.» Gregg mi fece l'occhiolino per poi entrare nell'edificio e lasciarci soli.
«Mi dici che succede?» Luke appoggiò la mano sulla mia guancia, accarezzandomi con il pollice. Chiusi gli occhi sotto l'effetto ipnotico del suo gesto e mi avvicinai a lui fino ad appoggiarmi al suo petto.
«Sono solo stanca.» Mi lasciò un bacio sulla guancia per poi prendermi la mano.
«Dai, andiamo da me, va bene?» Annuii staccandomi da lui e avviandoci verso la macchina.




Prima di andare al college, ci fermammo a fare benzina, dato che avevo quasi il serbatoio vuoto.
«Hai fame?» mi chiese, mentre stavamo entrando nella sua stanza.
«Un po'.» Gli rivolsi un mezzo sorriso, entrando per poi appoggiare la mia roba sulla scrivania.
La proposta di Victor non aveva intenzione di abbandonare la mia mente e continuavo a pensare alle due opzioni che avevo e le relative conseguenze.
«Cosa prendo?» Mi abbracciò da dietro, facendomi tornare alla realtà, mentre appoggiavo le mani sulle sue.
«Quello che vuoi» risposi debolmente. Ero realmente stanca, non m'importava nulla del cibo, volevo solo rilassarmi.
«Amore, dimmi cos'hai...» La sua voce mi arrivò all'orecchio in un flebile sussurro.
«Sono solo stanca» ripetei; lui mi fece girare verso di sé, appoggiando le mani sulla mia schiena.
«Non ti credo, eri così fredda prima... hai ancora dei dubbi, vero?» Il suo tono afflitto mi fece sospirare; non aveva del tutto torto, in effetti ero ancora dubbiosa su di noi, ma di certo non era l'unica cosa che mi frullava per la testa.
«Sì, ma no... non è solo quello.» Appoggiai la fronte sul suo corpo e strinsi la sua maglia in un pugno, come a tenerlo stretto a me. Avevo timore di stare con lui, era vero, ma avevo ancora più timore di perderlo. «Ho bisogno di te...» Mi resi conto di averlo detto io, solo quando mi strinse di più a sé, facendomi sentire tutto il calore che trasmetteva il suo corpo.
«Io ne ho molto più bisogno...» Prese fiato senza allentare la presa. «Amanda, è solo grazie a te se mi sono sbloccato così, è solo grazie a te se ho fatto le mie prime esperienze in campo amoroso... ed è sempre grazie a te che ti ho trovata...» Si fermò e mi staccai da lui per guardarlo; sentivo che non aveva finito di parlare, ma aveva paura di andare avanti. Lo guardai, esortandolo a continuare e lui sorrise, accarezzandomi il viso. «Se quel giorno avessi deciso di non fermarti da me, ora tutto questo non esisterebbe... magari io sarei ancora solo un patetico ragazzo in cerca di attenzioni e tu... magari tu staresti ancora con quel coglione.» Il suo tono si fece duro, facendomi sorridere.
Ripensai a tutte le volte che la mia mente aveva pensato fosse sua la colpa del casino in cui si era trasformata la mia vita, desiderando di non averlo mai incontrato; ma in quel momento non avrei voluto nient'altro che lui.
Smisi di pensare nel momento esatto in cui mi alzai in punta di piedi per lasciargli un bacio sulle labbra; ci eravamo visti solo quella mattina, ma sentivo già la mancanza del suo sapore.
Era sbagliato provare certi sentimenti verso un ragazzino?
Era sbagliato avviare una relazione segreta con lui?
La mia testa diceva di sì, ma era altrettanto sbagliato lasciare che fosse la paura del giudizio degli altri a decidere per la mia felicità.
Volevo stare con lui e lo avrei fatto.



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