Twelve

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Il vento gelido produceva un leggero fruscio tra le fronde degli alberi, stuzzicando i due ragazzi che apparivano anime sfocate alla fioca luce della notte che, incessante, donava un sottofondo di impercettibili melodie e luci, creando una sinfonia nel quale i due apparivano semplici comparse di una notte d'inverno.

Notte di veritá, riflessioni, notti di emozioni mai confessate e di pensieri troppo intricati per portarne il fardello.

La luna, quella notte, si riduceva ad un'impercettibile falce lasciando spazio alle stelle: di cosí brillanti, non ne aveva mai visto.

E quasi, le parve che quella notte, la luna non splendeva come suo solito; pareva essere oscurata, non era piú lattea, candida, avea la cromatura d'un opale.

Il freddo le intorpidiva le mani a tal punto da non riuscire ad accendere una delle sue immancabili sigarette, e mentre bramava quel veleno tentava di provocare quella scintilla, ma, incapace, le cadde a terra, costringendola a ritirare le mani e strofinarle tra loro per avere quel poco di calore che bastava per riacquistare la competenza di tenere in mano il meschino oggetto in plastica, scivolatole dalle mani.

Una lacrima, solitaria, le solcò la scarna pelle marmorea.

E si trovò a chiedersi come fosse finita cosí, come potesse, una donna, un uomo o chicchessia mutare aspetto e sentimenti: l'anima non era forse ciò che di noi non sarebbe mai cambiato?

Eppure Lucht si sentiva diversa, terribilmente.

Sperò fino all'ultimo momento che quello stravagante ragazzo arrivasse nel bel mezzo della notte, come suo solito, e le parlasse, disossa non era importante.

Si sentiva vuota, apatica, sentiva un bruciore nel petto che non riusciva a scaldarla.

Sapeva che sarebbe stata l'ultima notte.

Angolo Autrice:
[8 Aprile 2016]
-1!

Nameless ✧ mgc #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora