Seven

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Tentò di salire la piccola collina dove la ragazza era stesa malinconica, ma non riuscí nell'intento, quando prima la  schiena seguita poi dal resto del corpo arrivò a toccare l'umida terra appena bagnata di rugiada; aveva piovuto quella sera.

Osservando la scena Lucht si stese accanto a lui, le gambe poggiate alla leggera altura.

Quella sera non aveva bevuto, al contrario di Michael.

Uscita di casa presto, si era presa il suo tempo per pensare: notò come la sua vita era cambiata in appena tre anni.

Dalle piú futili piccolezze a cambiamenti considerevoli di quotidiana monotonia.

Notando la nuova tinta del ragazzo accanto a lei un velato sorriso le incorniciò il volto, neri: completamente.

Era stata una settimana buia un po' per tutti, di piú non sarebbe riuscita a esprimere.

Fu Michael a prendere parola e «dimmi cosa ti piace di te» chiese alla bionda che aggrottò le sopracciglia per poi scuotere il capo.

Lo ripetè e la ragazza parve pensarci un momento per poi rispondere.

«La follia» soffiò infine attirando l'attenzione del ragazzo.

«Tu non sei folle» Michael non capiva.  Oltre all'evidente bugia, non capiva come potesse la follia compiacere una persona e aumentarne la stima.

«Non ti nasconderò una cosa, ognuno di noi è un folle»

Non capiva ancora.

«Guarda ad esempio quel ragazzo con il piercing al labbro, completamente vestito di nero poggiato alla vecchia quercia, non un movimento fugge alla sua vista: è un folle.

E, ancora, la ragazza dai capelli neri seduta sulla vecchia altalena crepitante a testa china: è una folle.

Lí, accanto quei giochi distrutti, da quando sono qui che, immobile, lei fissa il fuoco dell'accendino blu per poi aspettare che esaurisca e nuovamente accenderlo, non ti sembra forse folle?

Ora osservati, cos'hai di diverso da tutte queste persone per non essere definito, anche tu, un folle?

Guardarti intorno, l'essere umano è un folle.»

Scosse la testa, non era un pazzo, lui.

E glielo disse, ottenendo un'amara risata come risposta.

«Caro ragazzo, ho forse parlato di pazzia, io? Pur essendo infinitesimale, esiste un confine tra le due e, una volta oltrepassato, è impossibile tornare sui propri passi.» amava terribilmente le sfaccettature che i loro discorsi prendevano, quasi quanto amava confondere le idee.

Non le piaceva, invece, condividere se' stessa, i suoi pensieri, le sue parole, eppure lo fece.

«Spiegamene, allora, il significato» tentò.

«Questo, mi è impossibile -precisò- ma qualcosa voglio dirtela»

Girò lo sguardo, una falce di luna occupava il cielo nuvoloso.

«Cos'è, l'uomo, senza follia? futile carneficina. La follia forgia ogni nostro dettaglio. Ma, invece ti chiedo, cos'è l'uomo senza l'uomo stesso? pazzia, pura.

La follia, ti dico, è tanto cara all'uomo quanto pericolosa, bisogna stare attenti ad essa. In alcun modo bisogna alimentarla, come in nessun caso trascurarla.»

Spazio Autrice [21 Febbraio 2016]
OKAY. NON SO QUESTO DA DOVE SIA USCITO MA VA BENE.
Personalmente amo questo capitolo asdfghjkl anche perchè non prendo cose da tumblr o in giro.
Ditemi se vi piace o vi fa schifo :-)

PUAHAHAHAHA STO MORENDOnon c'entra ma dovevo

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PUAHAHAHAHA STO MORENDO
non c'entra ma dovevo.

Nameless ✧ mgc #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora