Parte 5

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Anche con quei vestiti logori, Jessica pensò che Michael fosse il ragazzo più bello d'Inghilterra. Desiderava sciogliergli quel dannato codino e vedere i suoi magnifici capelli biondi incorniciarne il viso perfetto.


Quando prese posto di fianco a lei, si sentì fremere, non riuscì a interpretare quelle sensazioni: la vicinanza di Michael, cui era abituata sin da bambina, la faceva palpitare in un modo che non aveva mai sperimentato. Si disse che doveva essere l'odore dell'aria aperta, al quale non era più abituata, a stordirla.


Non credeva che si sarebbe lasciato cadere sull'erba così vicino, troppo vicino. Aveva bisogno di parlargli, di chiedergli informazioni su com'erano davvero andate le cose, ma non aveva il coraggio di voltare il viso verso di lui. Per fortuna Michael spezzò quel silenzio imbarazzante, o lei non sarebbe riuscita a proferire parola.


«Dovevi vedere come arrancava il duca in sella al cavallo con le vettovaglie, se arrivasse a Palazzo entro un'ora sarebbe già tanto», disse Michael lasciandosi sfuggire una risata.«Meglio, più tempo ci mette ad andare ad avvisare del mio incidente e più a lungo potremo stare da soli», rispose Jessica allegra.


«Mi dispiace solo per la tua giumenta, il duca ha intenzione di farla abbattere poiché secondo lui ti ha messa in pericolo», rivelò Michael mestamente.


«Quell'uomo disgustoso», lo apostrofò Jessica colma di disprezzo, «non avevo dubbi che avrebbe fatto una cosa del genere».


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Con sorpresa di Michael, Jessica estrasse un'enorme spilla da balia dalla decorazione che aveva sul cappellino.


«Aiutami per favore», disse, porgendogli la manica della giacca da equitazione, «strappa la cucitura, fingerò di averla punta con la spilla e mentirò».


Michael la guardò mentre strappava i punti da quel prezioso capo, pensò che Jessica non fosse cambiata di una virgola: aveva sempre una soluzione per tutto. Era sveglia, coraggiosa, non si perdeva mai d'animo e si era trasformata in una donna di carattere. Non era come quelle sciocche debuttanti che lo avevano assediato, piene di belletto e di moine. Jessica era semplicemente se stessa, spumeggiante, incurante dell'etichetta eccessiva, sapeva ridere e soprattutto era una persona vera.


«Michael, se ho creato questo diversivo non è stato semplicemente per liberarmi del duca, volevo parlare da sola con te. Vorrei che mi dicessi cos'è successo e soprattutto com'è successo», chiarì Jessica accalorandosi.


«Jessica, sapessi, è stata una tragedia! Trovare mio padre morto nel suo studio e scoprire dalla lettera che non solo aveva deciso di farla finita, ma che non avevo più nulla, che non avrei più rivisto Abby e che non potevo fare nulla per lei», iniziò Michael con la mascella indurita dalla rabbia.


«Adesso raccontami i fatti, di Abby ti parlerò in seguito, ho già in mente qualcosa per aiutarla», lo esortò Jessica incoraggiandolo.


«Be', come ben sai ora le mie terre sono del duca di Warchester. Il mio titolo mi appartiene, ma è come se non esistesse, non ho nemmeno più i soldi per comprarmi un pasto. Se non fosse stato per tuo padre adesso sarei un servitore del duca nella mia stessa casa, sempre se lui mi avesse tenuto, e non credo che lo avrebbe fatto visto l'alterco che abbiamo avuto il mattino in cui ho scoperto il cadavere di mio padre».


«Non tenermi sulle spine: quale alterco?», volle sapere Jessica.


«Sembrava quasi che fosse lì ad aspettare che qualcuno scoprisse il cadavere: poco dopo il ritrovamento si presentò alla porta e, nonostante avessi detto ai servitori di mandarlo via, entrò comunque e venne da me. Mi disse che mi avrebbe dato un giorno di tempo per seppellire mio padre e che poi avrebbe preso possesso della tenuta. Fui impulsivo, gli diedi dell'avvoltoio, lo accusai di aver spinto lui stesso mio padre al suicidio, alla fine mi trattennero i servitori, stavo per mettergli le mani addosso», rievocò Michael.


«Oh, mio Dio!», esclamò Jessica, «Michael, è terribile, ma non mi dici nulla che non avessi già immaginato. Quell'uomo mi dà i brividi, mi guarda come se fossi una proprietà. Quando l'altro giorno, a tavola, mi ha detto che era diventato il nuovo proprietario della vostra tenuta ho capito subito che qualcosa non andava. Quali sono i tuoi sospetti?», indagò Jessica.


«Quindi tu mi credi?», chiese Michael sbalordito .


«Ma certo che ti credo. Ora dimmi dei sospetti», lo incoraggiò a spiegare, gli occhi accesi di curiosità e preoccupazione.


«Ho tentato di andare dal giudice, di dire che mio padre non si sarebbe mai ucciso, o che almeno non lo avrebbe fatto se non fosse stato costretto. Non aveva mai né bevuto né giocato prima in vita sua. Ho chiarito che se aveva iniziato a comportarsi in quel modo era perché qualcuno lo aveva spinto, approfittando di un momento di debolezza, ma non c'è stato verso di farlo indagare. Mio padre si era ucciso con il veleno e aveva lasciato una lettera in cui mi diceva addio, spiegandomi il suo gesto. Confermava inoltre di aver ceduto tutte le terre al duca in pagamento di un debito che aveva contratto con lui al gioco. Provai a insistere, ma mi dissero che ero solo un ragazzo accecato dal dolore. Quando tuo padre si è presentato al funerale, ed è stato l'unico nobile ad averlo fatto, offrendomi di diventare stalliere presso di voi, ho pensato che accettare fosse l'unico modo per restare nei paraggi e riuscire a scoprire da solo come abbia fatto quell'uomo a incastrare mio padre».


A Michael sembrava quasi impossibile aver trovato finalmente qualcuno disposto a credergli. La bellezza di Jessica lo turbava, come anche il fatto che non avesse cambiato atteggiamento verso di lui nonostante sapesse la verità. Non osava però muovere un dito, un conto era l'amicizia, un altro l'amore. Nonostante fosse incredibilmente attratto da lei sapeva con assoluta certezza che, in quel momento, il suo posto in società era molto distante da quello della ragazza. Un'altra gli sarebbe stata ben lontana, gli avrebbe parlato in maniera sprezzante, senza neppure guardarlo il faccia, ma lei no.

 Un'altra gli sarebbe stata ben lontana, gli avrebbe parlato in maniera sprezzante, senza neppure guardarlo il faccia, ma lei no

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Un mistero per lady JessicaWhere stories live. Discover now