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Giugno 1975

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Giugno 1975

Le prime luci dell'alba penetrarono tra le fessure della persiana, segnando l'inizio di una nuova giornata d'estate nella Contea di Madison, in Alabama.

Daisy non fece ciò che da adolescente era solita fare, ovvero voltarsi dall'altra parte e coprirsi la testa, ma si stiracchiò, sorridendo a quel raggio di sole che le scaldava il cuore tutte le volte che compariva.

Lentamente si sollevò dal letto, facendo attenzione a piegare la coperta in modo tale da non stropicciarla. L'ordine e la cura per i dettagli erano delle caratteristiche che, nonostante lo scorrere degli anni, non l'avevano mai abbandonata.

Indossò le ciabatte, posizionate in modo simmetrico accanto al letto, e si annodò per bene la vestaglia di seta leggera, così da evitare che la brezza mattutina potesse arrecarle disturbi.

Con i suoi sessantadue anni non si faceva problemi a ritenersi ancora giovane, nonostante avesse assunto l'appellativo di nonna già da nove anni. Era molto attiva ed energica, tanto che il giorno precedente aveva girato a piedi l'intera città alla ricerca dei regali perfetti da poter comprare ai suoi due nipotini: Jason e Claire.

Quella mattina sarebbero venuti a trovarla, come ogni estate, e Daisy non stava più nella pelle.

Da quando quella casa aveva perso le sue figure principali, si era trovata a vivere da sola. La solitudine non le dispiaceva, ma alle volte la percepiva forte e chiara, in particolare quando in quelle ampie stanze regnava il silenzio più assoluto. Da un po' di tempo, per quel motivo, aveva preso l'abitudine di tenere costantemente in funzione la radio o anche la televisione, in modo tale che quegli aggeggi potessero garantirle quel brusio che supplisse la mancanza dei rumori.

Accendere la radio, infatti, fu la prima cosa che fece non appena scese le scale e si diresse in cucina. «L'aereo del Presidente Gerald Ford è atterrato a Roma pochi minuti fa. Sappiamo che sta per incontrare il Presidente Giovanni Leone e, poi, proseguirà...»

Il telecronista non fece in tempo a terminare la frase che Daisy cambiò canale. La politica proprio non le interessava e ancor meno voleva sapere quali fossero i piani del Presidente in Italia. Cominciò a premere il tasto per cambiare la stazione, ma sembravano tutte trasmettere la stessa identica notizia. Dovette pigiare una serie di volte e, nel giro di pochi istanti, delle buone note di jazz cominciarono a propagarsi per la stanza. Un sorriso le illuminò il volto e iniziò ad ancheggiare, muovendo leggermente le gambe e compiendo dei goffi passi.

Ondeggiando si avvicinò alla finestra, dalla quale poté scorgere il suo prato, ampio e curato. Osservò il verde che predominava incontrastato, alternato a sprazzi da fiori colorati e prese l'annaffiatoio per dare da bere ai suoi gerani. Quel semplice gesto, il prendersi cura dei suoi fiori, la rilassava ed era spesso ciò che dava adito ai suoi pensieri.

Mentre li abbeverava, infatti, sorrise e cominciò a pensare ai suoi nipotini. Da quando sua figlia, Amanda, aveva deciso di trasferirsi ad Atlanta, Daisy riusciva a vederli solo una volta all'anno. Aveva insistito parecchio per far sì che potessero trascorrere, d'estate, qualche settimana in sua compagnia, così da far loro conoscere quei luoghi in cui la mamma era cresciuta.

Eternity - Un amore senza fine |COMPLETA|Where stories live. Discover now