PROLOGO

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Inspiravo, espiravo.

Come un'abitudine, un lungo circolo vizioso. Una metafora del sole, quando sorgeva e poi, lentamente, tramontava.

Inspiravo, espiravo.

Ad occhi chiusi, il mondo girava attorno a me.

Silenzio.

Non c'era rumore, se non il mio respiro che riecheggiava nelle mie orecchie.

Inspiravo, espiravo.

I muscoli tesi, orecchie in allerta a captare ogni singolo rumore. Ero pronta a scattare.

Ansia. Tensione. Emozione.

E poi, uno sparo.

Aprii gli occhi. Scattai.

All'improvviso, tutti i rumori si riversarono violentemente nella mia testa. Urla, incitazioni, cori.

Correvo, guardando dritto in fronte a me.

La linea del traguardo, alla fine della pista rossa.

Grandi falcate, l'aria che mi schiaffeggiava il viso. Il cuore martellava nel petto, ad un ritmo tutto suo.

Un sorriso leggero aleggiava sulle mie sottili labbra, malgrado il respiro affannoso.

Dio, mi piaceva.

Non un pensiero aleggiava nella mia mente. Solo l'impegno del mettere un piede di fronte all'altro, continuando a correre .

Forza Winger, corri verso il traguardo.

L'aria mi sferzava la faccia, graffiandomi le gote rosate.

Veloce, veloce!

Corri Winger, corri!

Sii te stessa.

Come una danza. Passi graziosi, delicati. Piede a terra, piede in aria. Schiena dritta, stomaco in tensione.

I capelli quasi non li avevo. Leggeri, volavano col vento, come piccoli uccelli neri.

Non ti voltare, Winger.

E poi, tagliavo il traguardo.

A poco a poco, i miei avversari mi raggiungevano. Avevo vinto la corsa.

I nervi di nuovo rilassati, mi concedevo un sospiro felice, piegata in due.

Ristabilizzavo il respiro, guardando la folla acclamante con un viso gioioso.

Era facile, all'epoca.

Non avevo altre preoccupazioni.

Quella era la mia vita. Correre. Vincere.

Prima io ero così. Ingenua, bambina, felice.

Prima di morire.

Prima di cadere nel più profondo degli abissi, di perdere ciò che mi teneva aggrappata alla Terra. La mia gravità era caduta.

Quella pazza, folle mente che prima era normale, adesso mi condanna.

Sono in trappola. Sono morta.

Terminal, La Discendente || di B. J. PorterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora