02.

152 37 13
                                    



Io e Alexa ci conoscemmo nel 2002, precisamente l'11 settebre 2002.

Avevamo nove e otto anni a testa e non potevamo essere l'uno più diverso dell'altro.

Ci incontrammo a scuola, nel campetto da calcio.

Noi maschi stavamo in disparte a giocare con la palla, quando sbagliai un tiro e diressi la palla verso le bambine che stavano parlottando fra loro. La palla volò verso una bambina dai lunghi capelli neri che quando sentì il mio urlo, si girò ed evitò la palla senza troppi problemi.

Ricordo che rimasi letteralmente con la bocca aperta e lei, notandolo, mi urlò un secco: ''Chiudi la bocca, che entrano le mosche''

D'allora continuammo ad evitarci e prenderci in giro a vicenda. La odiavo. Tutto di lei mi infastidiva. I suoi capelli troppo lisci, gli occhi troppo chiari. Sembravano quasi quelli del gatto che girovagava nel mio giardino alla ricerca di qualcosa da mangiare.

Un giorno glielo dissi e lei mi costrinse a mostrarglielo.

La portai così a casa mia, dopo la scuola.

''Sono quasi sorpresa che tu mi abbia inviato a casa tua.''

''Anche io''

''HO detto quasi. Infondo non hai saputo resistere alla mia regalità''

''Ma statti zitta, occhi di gatto''

Fu allora che lo vide. IL gatto degli occhi ghiaccio si avvicinò a noi con timore, ma invece di scappare come faceva sempre con me, lasciò che Alexa allungasse la mano e lo accarezzasse.

''Vedi? Siete fratelli separati dalla nascita.''

Lei sorrise e si limitò a fissare il gatto.

''Posso venire a trovarlo?'' chiese poi, prima di andarsene.

Quella domanda mi prese totalmente alla sprovvista. Però accettai, e lei come promesso tornò il giorno dopo, il giorno dopo ancora, e tutti quelli che seguirono.

Non eravamo amici, ma iniziavo ad abituarmi alla sua presenza, ai suoi silenziosi ringraziamenti quando usciva di casa mia.

Ma fu parecchio tempo dopo che diventammo davvero amici.

Era sera e lei se ne stava andando. La guardai mentre si allontanava per il vialetto di casa mia, quando una voce mi chiamò.

Harry, il ragazzo che abitava nella casa affianco alla mia mi si avvicinò sorridendo.

''Domani mi devi restituire quei soldi che ti diedi qualche tempo fa...'' il suo sorriso mi faceva paura.

Era pieno di cattiveria.

''Harry, io non ti devo niente.'' dissi cercando di prendere posizione.

Fece scrocchiare le dita delle mani e mi si avvicinò.

''Io sono sicuro di sì''

Negai ancora, e ancora. Ogni volta, finivo per fare un passo indietro, fino ad arrivare contro la porta di casa mia.

Lui continuava ad avanzare, senza preoccuparsi più di tanto.

''Io non ti devo niente.'' Provai a dire un'ultima volta.

Mossa sbagliata.

Mi tirò un pugno nello stomaco ed io caddi a terra. Vidi, con gli occhi offuscati, il suo piede che si avvicinava pericolosamente alla mia pancia.

Ma una voce lo fermò.

Alexa mi aveva salvato.

La ragazza dagli occhi di vetro, mi tirò su e con tutta la calma del mondo cacciò Harry.

Non ricordo cosa disse, precisamente, ma le minacce lo fecero tornare a casa.

Mi accompagnò da mia madre e poi se ne andò, prima però disse qualcosa che non dimenticherò mai: ''Fammi un fischio quando ti dà fastidio di nuovo. Giuro che gli faccio fare il giro della luna e ritorno."

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Sep 07, 2016 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

To the Moon #Wattys2016Where stories live. Discover now