01.

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-Jacob!

Una voce fin troppo familiare mi arrivò all'orecchio. Con gli occhi ancora socchiusi per il sonno mi alzai, pregando Dio che non avesse trovato un altro scarafaggio in camera sua.

-Syria!- bofonchiai di rimando.

In meno di qualche secondo, una bambina di sei anni dai lunghi capelli biondi e gli occhi azzurro ghiaccio irruppe nella mia stanza.

Si arrampicò sul mio letto e si mise comoda.

-Cos'è questa?- chiese sventolandomi una lettere sgualcita davanti agli occhi.

Tentai di prenderla, ma la bambina me la tirò via e iniziò a urlare che aveva il diritto di sapere quella storia.

Mi tirai su, afferrai la piccola bionda per i fianchi tondi e morbidi e la strinsi a me recuperando finalmente la lettera.

''Caro Jacob...''

Un sorriso mi comparve sulle labbra.

-Sicura di voler sapere questa storia, mia regina?

-Io regina del mondo fragoloso e di tutti gli unicorni volanti, ti OBBLIGO a raccontarmi di questa Alexa.

-Uhm...- mormorai sovrappensiero - Beh, è una storia molto lunga, mi sa che dobbiamo fare scorte.

Un sorriso beffardo comparve su entrambi i nostri volti.

-Io prendo le caramelle, tu la Coca Cola.

In un attimo, il letto si ritrovò vuoto, mentre io e Syria correvamo a prendere le cose. Era il 10 Gennaio e faceva un freddo bestiale. I nostri piedi scalzi scivolavano sul Parquet di legno chiaro e le nostre risate riempivano il piccolo appartamento formato da due camere, un bagno e una piccola cucina.

-Ahi! Sono andata a sbattere contro il mobile! - urlò la piccola dall'altra camera. I miei piedi si bloccarono di scatto, per poi dirigersi in tutta fretta in cucina.

Entrai nella stanza cercandola con lo sguardo, ma non c'era.

Poi un verso di scherno mi fece voltare. Lei era lì, a lucidarsi le unghie.

-Sei proprio vecchio!

Mi misi diritto cercando di mascherare l'espressione di rimprovero che avevo sulla faccia. Piegai la testa e poi le feci cenno di avvicinarsi. Lei scosse la testa, ridacchiando. Iniziai a far scricchiolare il collo e lei rise più forte, mostrando la piccola fossetta sulla guancia destra. Le feci di nuovo cenno di avvicinarsi.

-Vieni. Vieni. Vieni a prendere la sconfitta. Vieni.- feci schioccare le dita delle mani e lei scappò in camera da letto.

La rincorsi e la afferrai, tirandola su.

-Dove credi di andare? Eh? Piccola regina, tu non mi scappi.- La feci stendere sul letto e iniziai a farle le pernacchie sul pancino pallido. Cominciò a ridere, cercando di liberarsi dalla mia stretta di ferro. Fu allora che mi ricordai della lettera e mi fermai.

-Sei così simile a lei- dissi con gli occhi stanchi.

Ripensai a quando ero comparso a casa sua e l'avevo trovata a piangere perché il padre adottivo l'aveva picchiata.

-Simile a chi?- chiese tirandosi su con i gomiti.

-Ad Alexa.

-Quell'Alexa?

Annuii.

-Allora, la vuoi sentire questa storia?- Chiesi, mettendomi sotto le coperte e scoprendo una parte per farla sistemare affianco a me.

I suoi occhi si accesero e annuì, ma sembrò ricordarsi si qualcosa di estremamente importante.

-Devo prendere Kevin!- urlò scomparendo nel corridoio stretto.

Una risata incontrollata mi scivolò fuori dalle labbra. Smisi solo quando sentii i suoi piccoli passi tornare verso di me.

-Non potevo lasciarlo da solo. Ha il diritto di saperla anche lui, questa storia.- Affermò arrampicandosi sule letto.

Guardai il piccione che teneva tra le sue manine ciciottine e sorrisi.

-Secondo me, lui la conosce meglio di me...

La faccia sorpresa della bambina mi rincuorò. Aveva tutto il diritto di sapere quella storia.

I suoi occhi ghiaccio si puntarono nei miei. E poi sul becco del piccione pupazzo.

Assunse una finta faccia arrabbiata e poi esclamò: - Brutto piccione che non sei altro! Conoscevi questa storia e non mi hai detto niente?

-Allora? vuoi sentirla la storia di Pulpetta e Pulpetto, oppure vuoi tornare a dormire? Non offendere il mio piccione preferito!

-Okay!- urlò con la sua vocina esile e alzando le mani.

-Allora... da dove posso partire... Ti ho mai raccontato di Alexa?


To the Moon #Wattys2016Where stories live. Discover now