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Quella sera stessa tutti erano pronti per tornare a casa, Bruce e Natasha erano già andati via senza aspettarli, la ferita si era riaperta perché era stata ricucita male e Clint aveva difeso sua moglie dicendo che non era di certo mai stata un ottimo medico, né una notevole sarta.
Steve si mise in spalle il sacco dei vestiti e lo scudo e si avvió con tutti gli altri, tranne Clint, che voleva riposare stando con la sua famiglia.

Era ancora nervoso per i battibecchi che c'erano stati la sera prima, per questo non degnava Tony nemmeno di uno sguardo, mentre l'altro era all'apparenza tranquillo, anche se si sa, non era proprio così.
«Prima o poi direte qualcosa no?» Thor interruppe il silenzio
«Io con lui non ci parlo» disse Steve, meravigliandosi anche lui di quanto potesse suonare infantile quella frase detta in quel modo, ma cercó di non fare caso alla risata di Tony.
«Io dovró cambiare direzione, voi tornate a casa insieme, quindi vi consiglio di fare pace e tornare amici come prima, si sta così bene quando non cercate di uccidervi.»
Thor mise le mani sulla spalla dei due, cercó di non strafare con le parole e magari di non inciampare nel mantello.
«Guardatevi negli occhi, avanti»
Steve e Tony si girarono in contemporaneo, Steve a testa bassa e Tony con la sua solita diffidenza.
«Sai bene che non é stata colpa mia, mi hai fatto incazzare, la battuta ci stava» si difese Tony, Steve alzó la testa
«No, era decisamente fuori luogo»
«La prossima volta non intrometterti»
«Oh, certo, se non vuoi che ti metta le mani addosso!»
Adesso il tono di voce era cambiato, era in arrivo un'altra lite e Thor alzó gli occhi al cielo
«Beh, io devo andare, é stato un piacere»
Disse alzandosi e saltando giú dal Jet.
Nessuno dei due gli diede retta, nessuno dei due se ne accorse.
«Non mi piace quando cerchi di fare il prepotente, non ti si addice»
«Perché non ti metti l'armatura e giochiamo un pó Stark?»
«Non c'é bisogno che mi chiami per cognome, siamo fidanzati» disse lui in tono calmo e pacato, solo per sfidarlo e farlo innervosire ancora di piú, facendolo passare per quello ridicolo. Una strategia che usava sempre.
Steve decise di non volergli stare vicino per un altro secondo di piú, si diresse allo sportello e lo aprì
«Che stai facendo?»
«Me ne vado»
«Smettila di fare il bamboccio Steve» disse chiudendo lo sportello
«Sei tu che hai iniziato questa storia» Steve lo riaprì
«Adesso stai esagerando» lo richiuse
«No, sei tu che non capisci» questa volta fece talmente tanta forza da romperlo, il vento che gli arrivava in faccia e il motore del Jet facevano rumore tanto che i due continuarono la conversazione urlando per potersi sentire a vicenda
«É tutta la settimana che sopporto i tuoi sbalzi d'umore e le tue notti in bianco, devi sempre essere così ostile e ottuso, non capisci mai che ci sono anche io dall'altra parte che soffro a vederti stare così? Sei solo un egoista, un egoista e bastardo»
«Che cosa vuoi che ti dica Cristo di un Dio?»
«Nonostante avessimo chiarito tutto c'é ancora qualcosa che ti tormenta. Tony cosa c'é? Dimmelo.»
Tony incroció le braccia, quell'argomento non gli piaceva per niente.
«Dimmi cosa Diavolo c'é!»
Senza dargli il tempo di finire la frase, Tony urló, piú forte che poteva
«Ti ho tradito cazzo! Ti ho tradito con Pepper!»

Il cuore prese a battergli a piú non posso
Cosa? Si chiese
Cosa ha detto? No, non Tony, non lo farebbe mai.
Ora che Tony aveva distolto lo sguardo, capì che non era così, lo aveva tradito e non riusciva neanche a guardarlo in faccia.
La sua delusione in un attimo si trasformó in odio, doveva sfogare tutta la rabbia che aveva addosso, quale modo migliore, se non dargli un pugno in faccia?
Si azzuffarono, Tony cercó di appoggiarsi alla parete piú vicina, ma perse l'equilibrio e cadde, con Steve addosso, dallo sportello.
Entrambi continuarono a picchiarsi come se niente fosse e Tony urló a Jarvis di mandargli l'armatura che subito gli si montó addosso.

Steve attutì la caduta con lo scudo cingendo con un braccio l'uomo e la sua corazza di metallo, rotolarono per qualche secondo, ma non molló la presa, sperando di essere l'unico ad essersi quasi rotto una costola.
Sentiva il dolore partirgli da tutto il braccio e arrivare fino all'addome, per sua fortuna sparì dopo qualche minuto.
Steso a terra con le braccia divaricate cercó di riprendere fiato

«Apri J»
L'armatura si smontó rimanendo inchiodata sul terreno, Tony si mise in piedi un pó a fatica, aveva preso una brutta botta sul fondoschiena nonostante fosse atterrato su Steve con la zona lombare, il resto del corpo era andato per conto proprio.
Si avvicinó al compagno per accettarsi che stesse bene.
Si mise su di lui e lo guardó, aveva gli occhi socchiusi, le braccia aperte, in una mano teneva saldo lo scudo, l'altra stretta a pugno, quasi a momenti volesse ancora picchiarlo.
Tony gli diede uno schiaffo in faccia fortissimo, tanto che il Capitano smise di respirare per un secondo massaggiandosi la faccia, lo aveva preso alla sprovvista.
«E questo per cosa?»
«Per averci quasi uccisi entrambi, idiota»
«Tu meriti peggio di una caduta libera a ottocento chilometri di altezza Tony, ringrazia il cielo che ti rivolga ancora la parola»
«Ero ubriaco»
«Certo! Certo che lo eri! E questo dovrebbe farmi credere che non lo volessi? Ammettilo Tony non riesci a stare un giorno senza farti qualcuno! Sei un maiale, ecco cosa sei, levati di dosso! Levati!»
Inizió a dargli pugni sulla pancia per convincerlo a spostarsi, dalla posizione in cui era non riusciva a muoversi piú di tanto, quindi si arrese quando Tony gli bloccó le braccia a terra tenendolo per i polsi.
«Mi dispiace, mi dispiace, sono stato un cretino, so che non riuscirai mai a perdonarmi ma ti supplico, devi cercare di capire: non ero in me»

Steve non rispose, chiuse gli occhi stringendoli e cercando di immaginarsi che tutto quello che stava succedendo fosse un sogno. Una lacrima gli scivoló sul viso, se ne vergognó tanto, perché Tony era sopra di lui e non voleva che lui lo vedesse così.
Fragile.
Gli aveva spezzato il cuore.

«Dimmi cosa vuoi che faccia perché tu mi perdoni, ti prego.»
Gli disse Tony con lo sguardo supplichevole
«Voglio che tu sparisca.»
Ci volle un pó prima che la presa di Tony si allentasse, Steve riuscì a sentire il calore del suo corpo allontanarsi sempre di piú dal suo, per poi sparire completamente.

Quando riaprì gli occhi lui e la sua armatura non c'erano piú, Tony se n'era andato, e Steve pensó che si fosse portato dietro anche un pezzo della sua anima.

Steve e TonyWhere stories live. Discover now