Capitolo 42

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I mesi passano, la pancia cresce... Ed io sono sempre più impaziente di tenere il mio bambino tra le braccia. Vorrei che fosse femmina, ma sarei felice in ogni caso. Ho deciso di non sapere il sesso fino al momento del parto, voglio che sia una sorpresa. Theo invece vuole saperlo, e glielo diranno all'ecografia che stiamo per fare. Ricordo quanto era emozionato e felice al momento della prima ecografia, quando abbiamo sentito per la prima volta il battito del cuore del nostro bambino... O "baby Muffin" come lo chiamo io, facendolo sorridere ogni volta. Lui è sempre più dolce e premuroso, spesso si sofferma ad accarezzare il pancione e a parlarci, e mi ripete spesso che ora che sono incinta ho una luminosità nello sguardo che mi rende ancora più bella.
-Sei pronta, Sara? – mi chiede la dottoressa, facendomi sdraiare sul lettino. – Vediamo come cresce il vostro piccolino. – Mi sdraio, sollevandomi la maglietta. Sono di cinque mesi e la pancia è ancora piccola, anche se ben evidente. Theo mi stringe la mano e ci scambiamo degli sguardi, mentre lui risponde alla dottoressa. Mi tranquillizzo e sciolgo la tensione non appena sento comparire il battito del bambino, e mentre la dottoressa mi passa il macchinario sulla pancia, ecco comparire anche le immagini. Con questi macchinari di ultima generazione sono molto definite, e vedere il mio bambino in maniera così nitida mi fa emozionare ancora di più.
-Mio Dio, è bellissimo – dico guardando le immagini, Theo sembra incantato da quel piccolo esserino che si vede nello schermo, e pone la fatidica domanda alla dottoressa.
-Vorrei sapere se sarà un maschietto o una femminuccia – chiede guardandomi con la coda dell'occhio.
-Hai fatto cambiare idea a Sara? L'altra volta non lo ha voluto sapere! – ricorda la dottoressa guardando entrambi.
-Lo dica solo a Theo, io resto dell'idea che voglio avere la sorpresa. – Lei annuisce e prosegue con il controllo.
-Va bene, dopo la visita prenderò da parte Theo e glielo dirò. –
-Sono curioso, perdonami! – mi dice lui.
-Guardate come muove le manine. – La dottoressa ci richiama all'attenzione, facendoci notare tutto più nel dettaglio.
-E' fantastico – esclama Theo. – Assolutamente fantastico. –
-Sara, sei fortunata... Theo non vede l'ora di tenerlo in braccio, non tutti i papà sono così coinvolti durante la gravidanza – risponde la dottoressa. E lo so bene, perché mio padre mollò mia madre durante la gravidanza per poi ripresentarsi dopo, apparentemente pentito. E ci ha provato a farmi avere un rapporto con lui, peccato che lui il padre non lo ha mai saputo fare ed è morto senza neanche averci provato. Credo di meritarmi, adesso, che mio figlio abbia un padre che lo ama da quando ha saputo che lo aspettavo.
-Sono la persona più fortunata del mondo, lo so – rispondo, Theo si china per darmi un bacio sulla fronte.

A controllo finito, esco un attimo dallo studio aspettando che la dottoressa parli con Theo... Sperando che lui sia bravo a non farmelo scoprire!
-Papà è curioso... ma non voglio ancora sapere che cosa sei – dico accarezzandomi il pancione e guardandolo. Io ci parlo, sono sicura che può sentirmi e che gli piaccia il suono della mia voce... Non credo sia troppo presto per farlo. Theo esce dallo studio e salutiamo la dottoressa, ha un sorrisino furbo disegnato in volto. Lui lo sa ed io no, ammetto di essere curiosa anch'io ma non ho intenzione di cedere.
-Allora, te lo ha detto? –
-Sì – risponde soddisfatto. – Sono contento, e vorrei dirlo a tutti... ma me ne starò muto come un pesce, lo giuro! –

Dopo la visita mi viene fame, e Theo mi porta a mangiare ciò di cui ho voglia: un bel gelato con tutti i gusti che mi piacciono. Ogni tanto ho ancora la nausea, ma spesso mi vengono anche questi attacchi di fame, le tipiche voglie di una donna incinta. Quasi sempre, mi ritrovo ad avere voglia di qualcosa che ha a che fare con la cioccolata, ed è piuttosto buffo se penso che, secondo i calcoli, abbiamo concepito il bambino proprio quella volta in cui ci siamo divertiti con la Nutella...

-Hey, buongiorno – mi disse Theo, mi trovavo in cucina e mi ero svegliata da poco. Ero ancora assonnata e indossavo soltanto una sua camicia e la biancheria, ma avevo dormito male a causa di uno stupido incubo... perciò avevo preso il barattolo della Nutella e ne avevo preso un cucchiaino.
-Buongiorno, Theo. – Erano i primi mesi del mio trasferimento, e per qualche assurdo motivo avevo sognato che era successo qualcosa di brutto ad Alice, mia cugina. Aprendo Whatsapp, avevo controllato il suo ultimo accesso e mi ero tranquillizzata. Maledetti incubi.
-Che succede, amore? – mi chiese Theo, venendo a darmi un bacio sulla fronte.
-Ho fatto un incubo, e mi sono svegliata male... - risposi appoggiandomi a lui, lasciandomi cullare dalle sue braccia.
-Ti va di raccontarmelo? – Che pazienza che ha, è sempre pronto ad ascoltarmi. Glielo raccontai brevemente e mi sentii subito meglio.
-Comunque ora è tutto okay. – Gli feci un sorriso, prendendo un altro cucchiaino dal barattolo. Anche quello non è cambiato, mangiare cioccolata e simili è ancora uno dei modi migliori di scacciare il nervosismo. Stavo prendendo il terzo cucchiaino, quando Theo smise di preoccuparsi della sua colazione, bloccandomi tra sé e il tavolo. Anche lui indossava soltanto i boxer e una camicia, aveva gli occhi ancora un po' assonnati e i capelli stravolti... Era sexy e adorabile allo stesso tempo.
-E a me niente? – disse guardandomi, a quel punto avevo il cucchiaino in bocca e un'espressione colpevole. Lasciai perdere il cucchiaino e lo attirai a me, prendendolo per il colletto della camicia. Lui mi baciò con foga mettendomi seduta sul tavolo, ed io gli allacciai le gambe attorno alla vita, facendogli scivolare la camicia dalle spalle. A quel punto capii il doppio senso della sua frase, e il fatto che lui fosse molto più interessato a me che alla colazione.
-Ehi, che cosa vuoi fare... – gli dissi mentre lui faceva scivolare anche la mia camicia e mi stava abbassando una delle spalline del reggiseno, baciandomi sulla spalla. Sospirai sperando che non si fermasse, ma lo fece per rispondermi.
-Voglio fare colazione in maniera alternativa... - Non mi fece rispondere, ma guardò il barattolo della Nutella accanto a me e lo prese. A volte credo di averlo istigato io ad essere così sfacciato, e non nego di esserne compiaciuta. Non si fa problemi con me, ed io non me ne faccio con lui. Assecondiamo ogni nostra fantasia, a patto che non siano fantasie pericolose, ovviamente.
-Adesso tocca a me divertirmi, Sara. Voglio prenderti, cospargerti di Nutella e fare l'amore con te – disse intingendo il dito indice nella Nutella, per poi avvicinarlo alle mie labbra.
-E' il nuovo cucchiaino, questo? – dissi leccando tutta la cioccolata che vi era sopra. Quel gesto lo fece eccitare ancora più, lo leggevo nel suo sguardo che per me, ormai, era come un libro aperto. Mi baciò di nuovo, stavolta sganciandomi il reggiseno.
-E' nomale, secondo te, avere certe idee di prima mattina? - mi chiese, sorridendo. Sentii il suo corpo caldo e familiare contro il mio e le sue mani che mi stringevano i seni, contenendoli perfettamente. Gli baciai la spalla per poi morderla dolcemente, senza fargli male. E' un gesto che lo fa impazzire, ormai ho imparato a conoscerlo come le mie tasche... E poi, fa impazzire anche me.
-No, decisamente no – gli riposi tuffandomi di nuovo nel suo sguardo. Dopo una frazione di secondo in cui ci guardammo negli occhi, Theo prese di nuovo il barattolo. Sempre con le dita, iniziò a tracciare una scia che scendeva dalle mie labbra fino all'ombelico, passando tra i seni. Il cuore mi batteva a mille, e un attimo dopo era lì a far sparire la Nutella dal mio corpo. Per farlo, mi aveva praticamente stesa sul tavolo, non prima di avermi tolto anche gli slip. Le sue labbra sono fatte apposta per farmi impazzire, in un modo o in un altro... e quando la sua lingua raggiunse la mia parte più sensibile, non potei fare a meno di stringere le gambe. Volevo che continuasse ancora per molto, ero letteralmente in estasi. Si fermò, lasciandomi un attimo per farmi riprendere fiato... e in quel momento mi accorsi che anche lui era completamente nudo. Lo spinsi verso di me, senza pensare al fatto che ero sporca di Nutella e che eravamo sul tavolo della cucina. Neanche lui, a dirla tutta, sembrava preoccuparsene.
-Dio, quanto sei bella, Sara... Sei mia. - Non risposi, ma mi lasciai travolgere completamente da quell'attimo, le caviglie serrate sempre di più attorno al suo bacino. Sentivo tutto il suo peso addosso eppure non mi dava fastidio, anzi. I suoi baci sul collo mi spingevano a stringerlo di più, non desideravo altro che sentirlo mio. Fu bellissimo, perché ci lasciammo andare del tutto. Non si preoccupò di stare attento, ed io pensavo solo che fosse la cosa migliore del mondo, sentirlo con tanta potenza, con tanto amore, da impazzire letteralmente.
-Ti prego, non fermarti – gli dissi. Ero pronta a ciò che sarebbe potuto accadere, e lo era anche lui.
-Non ci riuscirei... neanche se volessi – mi rispose, per poi tornare a baciarmi e a darmi tutto se stesso. Quella volta è stata diversa da tutte le altre, ed ora so anche il perché. Dopo quella volta non saremmo più stati in due...

Resta con Me ~ Theo James (Fanfiction)Where stories live. Discover now