3. Il ritorno

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*PIPER'S POV*
Mentre sto parlando con Annabeth di quello che mi è successo in questo periodo di tempo sento suonare il campanello.
- Aspetta qui - Dico mentre con passo leggero mi avvio all'ingresso. Tolgo le catene al nostro portone di mogano e apro la porta per vedere chi è il nostro visitatore.
Appena lo vedo, incontro quelle orbite buie, prive di colore e di qualsiasi emozione umana.
Indietreggio ma un dolore lancinante alla testa, simile a mille pugnalate mi fanno cadere a terra, emetto un grido ma subito dopo la mia voce smette di pronunciare alcun suono.
È come se tutto il mondo intorno a me stesse svanendo.
Non riesco più a mettere a fuoco le cose intorno a me.
Le mie foto con Jason, i vasi, i miei ricordi, sembra che si stiano rompendo in mille frammenti, che non potrò più recuperare.
All'improvviso una morsa gelida mi stringe lo stomaco e vedo solo buio, una sensazione strana mi imprigiona la mente e mille immagini mi offuscano la mente: dolore, urla, sangue, disperazione. Sono queste le cose che vedo e una persona. Mi sembra familiare, ma non sono sicura di averlo già visto. Spalanco gli occhi e le mie orbite sono completamente nere, per poi dopo qualche secondo tornare completamente normale.
Cerco di alzarmi in piedi ma è come se una forza invisibile mi tenesse schiacciata al pavimento. Le pareti ghiacciate mi toccano la schiena e vado a finire contro un mobile come spinta da qualcuno.
Mi piego su me stessa tossendo lievemente.
Penso a James, Malia, Alex, Giorgia e il fatto che non sono ancora pronti a scoprire questo mondo.
Una voce metallica mi rimbomba nelle orecchie:
- Figlia di Venere, consegnami il cerchio d'oro e vi lascerò vivere. -
Alzo lo sguardo sopra di me e lo guardo; avrei tanto volut gridare: - Non lo so! Non so di cosa tu stia parlando, lasciaci stare! - ma le parole non mi uscivano.
Sento qualcosa di duro spingere tra il pavimento e la mia gamba: Katoptris.
Lo tengo sempre con me, per ogni problema, e anche se non l'ho mai usato quello è il momento giusto.
Con tutta la forza che mi rimane prendo il pugnale e lo conficco nella gamba del mostro facendo fuoriuscire un liquido nerastro, e scomparve nel nulla.
La forza su di me sembra essere svanita e mi lascio scivolare a terra esausta.
Inizio a piangere silenziosamente, lasciando che le larcime mi righino il volto.
È tornato.
LUI è tornato.
Ma non quello che era di fronte a me pochi minuti fa, no, lui non era niente in confronto al capo.
La persona che ha ucciso mio figlio Nathan, un anno fa, è tornata.
Mi ricordo ancora le sue ultime parole che pronunciò mentre il sangue di mio figlio mi scorreva sulle mani:
- Vi ucciderò tutti, uno ad uno, tutta la tua famiglia, finchè non mi darai quello che cerco. E tu assisterai, cossichè saprai quando starò arrivando ad ucciderti. -
E mantenne la promessa.
È tornato.

ANGOLO AUTRICE:

Ringrazio tutti quelli che stanno leggendo la mia storia e che hanno lasciato un commento.❤
Spero di crescere ancora, comunque aggiornerò ogni domenica, ma se non volete perdervi un capitolo aggiungete la storia alla biblioteca
GRAZIE🌟💖

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