CAPITOLO 8

211 26 21
                                    


Erano più o meno le sette di mattina e il mio sonno venne disturbato dalla campanella (quella che informa tutti gli studenti che la giornata sta cominciando) e mi alzai dal letto titubante,andai in bagno a lavarmi la faccia insieme ad Alice, poi le ho dissi di incominciare ad andare in classe e che io ( se ce l'avessi fatta ) l'avrei raggiunta. allora lei aprì la porta e se ne andò, ma appena lo fece due mani mi presero per la vita e mi fecero sedere sul letto ma non ebbi neanche il tempo di urlare che lui si mise a parlare dicendo: - non voglio farti assolutamente nulla di male- era Lorenzo, lo avevo sentito dalla voce – voglio solo che tu mi ascolti-

- E perché lo ha fatto in questo modo professore, bastava che mi prendesse per mano tranquillamente e...- dissi io un po' scocciata, ma lui non mi lasciò continuare

- No, non posso Giulia perché io vengo da tutti considerato un pazzo che suona il suo clarinetto nascosto nella sua stanza incantata e in più non avrei potuto perché...- ebbe un attimo di esitazione

- Perché cosa?- dissi allora io

- Perché anch'io sono cieco-

- C-come prego?- oh mio dio, ma come era possibile?

- Sì Giulia anch'io sono cieco-

- Io... io non ho parole, e allora come hai fatto, cioè come ha fatto a portarmi in sala da pranzo se anche lei non vede dove và?-

- Beh ma perché io abito qui da quando sono bambino, sono il figlio della preside-

A quel punto mi lasciai andare e mi coricai sul letto.

- Giulia tutto bene? ho sentito un tonfo- disse Lorenzo

- Sì sì tutto bene, mi sono solo coricata sul letto, ma cosa eri venuto a dirmi?-

- Beh volevo parlarti riguardo l'altro giorno quando ti ho mandata via all'improvviso, ma...-

- Sì lo so- risposi io un po' dispiaciuta – ma speravo- continuai – insomma, perché no? In fondo abbiamo solo pochi anni di differenza...-

- Ma cosa hai capito?- disse avvicinandosi, lo sentii camminare verso di me – io volevo solo dirti che ti ho mandata via perché il mio cuore batteva troppo forte per te...-

E cominciò a scostarmi i ciuffi di capelli che avevo sulla fronte, poi mi toccò delicatamente il viso e io feci lo stesso, era bellissimo, avevo lunghi capelli mossi e un viso lungo, ma non troppo (ovviamente lo capii toccandolo). Lui mi disse: - sei bellissima Giulia- e io gli risposi: - anche tu- a quel punto lui cercò le mie labbra e ci posò sopra le sue. Fu bellissimo, breve, delicato e dolce, fu come se mi avesse travolto un uragano di luce e colori e cominciassi a vedere, dentro di me, la vera bellezza della vita e dell'amore.

Lo scostai delicatamente e gli dissi: - non possiamo...-

- Sì invece, l'amore vince su tutto- risi e ci abbracciammo.

nota dell'autrice:

vi piace? è un po' esagerato? rispondete nei commenti, grazie


la luce del sole (#WATTYS2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora