"E tu chi vuoi dei tre, Irina?".

Le scappò una smorfia, mentre si poneva quella domanda, inaspettata anche per se stessa.

"Voglio qualcuno che ancora non esiste".

Calò il silenzio, così chiuse gli occhi per cercare di staccarsi un momento dalla realtà, per trovare un momento di serenità nella sua mente confusa e sovraccarica.

Perché Xander si faceva rivedere? Perché la scombussolava di nuovo in quel modo? Aveva detto che se ne sarebbe andato...

Sospirò, portando le mani alla testa. Avrebbe preferito continuare a non sapere, come era accaduto fino a quel momento, continuando la sua missione in pace almeno da quel punto di vista.

Chissà se Dimitri era a conoscenza della presenza di Xander... Sicuramente di qualcosa doveva essere stato informato, ma molto probabilmente aveva preferito tacere: aveva fatto bene, era una scelta che Irina ora apprezzava. La scelta migliore, come tutte quelle che lui era in grado di prendere.

<< Tutto questo non ci voleva... >> mormorò, parlando con se stessa, << Passerà del tempo, prima che la Lince voglia di nuovo incontrarci... E noi non possiamo aspettare >>.

<< Went non sarà un problema, questa volta >> disse William, tranquillo, << Ora che so che è qui, non riuscirà a prendermi. E se mai ci troveremo nuovamente faccia a faccia, non ci sarà pietà da parte mia... >>.

Lo Scorpione sembrava sapere che Xander era lì solo per lui, ma Irina non ne era completamente sicura. In parte doveva centrare anche lei.

<< E' anche qui per me >> disse lei, a voce bassa, << Sono una pilota clandestina che aiuta un ex carcerato e che ormai ha definitivamente smesso di tentare di avere una vita normale. Vuole arrestare anche me. E molto probabilmente vendicarsi per quello che c'è stato... >>.

La voce le morì in gola, ma non le venne da piangere. Forse era ora di smettere di fare la bambina, di stare male per qualcosa che aveva voluto anche lei... Si erano lasciati, ed era giusto così. Se non c'era più amore, era inutile andare avanti.

Ma l'amore c'era, e lei lo sapeva.

Si alzò di scatto, accorgendosi solo in quel momento che William si stava sporgendo verso di lei, e gli andò a sbattere addosso.

<< Scusa >> disse, mentre lui inarcava un sopracciglio, perplesso, << E' che... Ti dispiace se esco a fare quattro passi? >> e voce bassissima, aggiunse, << Da sola? >>.

Pensò che William si sarebbe arrabbiato, insospettito, o che avesse una reazione poco gentile. Invece la guardò prima un po' stupito, poi si fece da parte per lasciarla andare.

<< Se è quello che vuoi... Ma stai attenta >> disse.

Irina annuì, e mezz'ora dopo usciva di casa, le chiavi della Punto in mano e tanta voglia di silenzio. Faceva freddo, il cielo era grigio, e stringendosi nel giubbotto raggiunse l'auto, sperando che William non la seguisse di nascosto, insospettito dal suo comportamento. Aveva voglia di stare da sola a pensare un po', a mettere in ordine i suoi sentimenti, o forse più semplicemente per cercare di dimenticare per un momento la sua missione e i suoi doveri.

Si sedette al volante della Punto, e un attimo dopo filava lenta per le strade di Mosca, cercando un posto dove stare in santa pace. Guardò più volte nello specchietto retrovisore, senza mai vedere William da nessuna parte.

Scelse un piccolo bar dall'aria dimessa, senza fronzoli e insegne vistose. Lasciò la macchina non troppo lontano, tanto non aveva paura di essere vista, ed entrò, lanciandosi uno sguardo intorno, per intuire se avesse fatto la scelta giusta.

Russian RouletteWhere stories live. Discover now