Capitolo I

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Ogni riferimento a persone reali in questa storia è puramente casuale. E' vietata ogni riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'autrice, compreso il copia- incolla.

Marchi e modelli di autovetture sono proprietà delle rispettive case automobilistiche e sono utilizzati ai soli fini narrativi.

Un ringraziamento speciale a EJedit, autrice della splendida copertina di questa storia!

Nota dell'Autrice: questa storia è un seguito, pertanto vi consiglio di leggere la prima parte, "Il Gioco dello Scorpione."





Ore 13.10 – Aeroporto di Los Angeles

<< Trova l'auto esattamente dove l'ha lasciata, agente >>.

Alexander Went strinse il telefono cellulare che aveva in mano e sorrise alle parole di McDonall, il Vicepresidente dell'F.B.I.. Trascinò la grossa valigia dietro di lui, gli occhi azzurri che cercavano il box informazioni dell'aeroporto affollato e chiassoso, le grandi vetrate che lasciavano filtrare la luce del sole fino al centro della sala. Un grosso gruppo di turisti asiatici gli passò davanti, tutti eccitati e con le loro inseparabili macchine fotografiche appese al collo, tagliandogli per un momento la strada e costringendolo a fermarsi.

<< Bene >> disse, gettando uno sguardo all'orologio dalle lancette metalliche della sala, la gente che camminava concitata intorno a lui, << Forse riesco ad arrivare in tempo... >>.

Dall'altra parte del telefono, McDonall ridacchiò.

<< Ha fatto un buon viaggio? >> chiese, << Ho dovuto fare prenderle il primo volo che ho trovato... Ha chiuso l'operazione molto più in fretta del previsto, agente Went >>.

<< Mai stato meglio >> rispose Xander distrattamente aggirando un altro gruppo formato da una scolaresca di ragazzini, << Avrei potuto anche viaggiare nella stiva... Mi bastava sapere di essere sulla rotta di casa >>.

Individuò il box informazioni vicino all'entrata e si avvicinò. Lasciò la valigia e si rivolse alla hostess di terra che stava dietro il bancone circolare tirato a lucido, la divisa blu e un sorriso a trentadue denti sulle labbra.

<< In cosa posso esserle utile? >> chiese tutta zucchero.

<< Dovrebbe esserci una busta a nome di Alexander Went >> rispose lui, poi si rivolse a McDonall che era rimasto in linea, mentre l'hostess spariva per qualche istante, << Spero mi abbiate anche fatto il pieno... Ho parecchia fretta, oggi >>.

<< Certo >> ribatté il Vicepresidente, una nota divertita nella voce, << E lei si ricordi che anche se è un agente dell'F.B.I. non può correre sempre a trecento all'ora sull'autostrada... Sta diventando un pirata della strada come quelli che va ad arrestare >>.

L'hostess gli consegnò una busta, e Xander le rivolse un cenno di ringraziamento. Afferrò la valigia e si diresse verso i parcheggi dell'aeroporto, una voce di sottofondo che annunciava l'ultima chiamata per un volo diretto a Boston.

<< Mi limiterò ad andare a duecentocinquanta, oggi >> ribatté Xander, uscendo nell'aria fresca di novembre, le porte dell'ascensore che si aprirono su un grandissimo parcheggio rialzato, << Sono coperto lo stesso? >>. Stava sorridendo, e sapeva che il Vicepresidente stava facendo altrettanto: ormai era sua abitudine di godere del privilegio di passarla liscia a tutti gli autovelox dello Stato.

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