Forty-One

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9 novembre
Ore 23:00

Salii le scale velocemente. Raggiunsi una porta finestra. La spinsi con il piede, dato che i polsi ancora mi bruciavano.
Eri lì, guardavi la città illuminata, con i gomiti appoggiati sul cemento della ringhiera, del terrazzo.
Feci qualche passo. Ti girasti, e giurai di essermi sentita male.
-Ehi..- mi sorridesti. Ma un sorriso piccolo. Piccolo, quasi timido.
Accennai un sorriso, avanzando verso di te. Mi misi nella tua stessa posizione, appoggiando solo le mani, però.
-È bellissimo qui.- dicesti.
-Sei sempre venuto qui, vero?- chiesi, guardando le mille luci.
-Si.- mi guardavi.
Mi lasciai scappare un brivido di freddo.
-Hai freddo?- chiedesti.
-Un po'.. Sono stata stupida a non indossare la giacca.- risposi.
Mi porgesti la tua felpa. Scossi la testa, rifiutando l'offerta. Appoggiasti la tua felpa sulle spalle.
-Grazie..- accennai un sorriso.
Avevi lo sguardo fisso sulle mie mani. O meglio, i miei polsi.
-Posso?- chiedesti indicando i miei polsi.
-Non sono un quadro. Sono solo dei tagli.- dissi soffocando un singhiozzo.
-Sono un idiota. Come.. Come ho potuto ridere di una persona, che mi ama? Capisci? È come ridere di mia madre.- sembrava che tu stessi parlando da solo.
-Le persone fanno degli sbagli, Cameron. Tutti possono sbagliare, perché le persone non sanno, niente. Pensano solo a vivere. Un giorno, potrebbero, mentre camminano per strada, incrociare gli occhi di un assassino. Ma chi glielo dice loro, che quello era un assassino?- dissi.
Tu mi prendesti i polsi, delicatamente.
Mi guardavi. Non riuscivo a staccare il mio sguardo dal tuo.
-Sei la mia antitesi, Gale.-
Mi avvicinai. Misi le mani sopra le tue spalle.
-Sei la mia antitesi.- ripetesti.

Antitesi}CameronDallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora