Thirty-Seven

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8 novembre

Chiusi a chiave la porta. Piangevo.
Aprii la porta del bagno, e senza pensarci due volte, lo feci. Non pensai a Oliver, non pensai a nulla, solo a te. Alla tua risata compiaciuta, al tuo sguardo strafottente.
Piansi ancora di più.
Mi accasciai a terra. Il sangue mi aveva macchiato la felpa. Ma non me ne importava.
Non so per quanto tempo rimasi lì, solo che d'un tratto non vidi più nulla.

Oliver
-Cazzo.. Isabel! Isabel! Svegliati!- le picchiettai la mano sul viso.
Perdeva troppo sangue.
Raggiunsi la porta, che avevo completamente sfondato.
-Aiutatemi! Qualcuno mi aiuti!- gridai nel corridoio. Ero preso dal panico. Completamente.
Mi raggiunse Thomas. Il mio compagno di stanza, alcune ragazze uscirono dalla stanza.
-Thom.. Merda.. Entra..- dissi raggiungendo il bagno.
-Cazzo.. Dobbiamo portarla in ospedale.- disse.
-Cosa?! No.. Sono sicuro che riusciamo a svegliarla!- dissi.
-Idiota!- gridò lui.
-Chiama un professore! Io cerco di fermare il sangue.- disse chinandosi.
Non riuscivo a spostare lo sguardo da lei.
-Chiama qualcuno!- gridò ancora.
Uscii dalla stanza. Erano tutti in corridoio. Compreso Dallas. Avevo scoperto che era stata colpa sua. Tutta la storia al museo era colpa sua.
Avevo voglia di spaccargli la faccia.
Alcuni chiedevano che cosa fosse successo, ma non gli diedi peso.
-Lei! Potrebbe morire, per causa tua! Capisci?! Potrebbe morire.- gridai contro Cameron. Alcuni vocii si alzarono per tutto il corridoio.
Lui abbassò lo sguardo.
-Solo perché ora devo chiamare aiuto.. Ma ti spaccherei la faccia.- dissi minacciandolo.
-Ragazzi! Ragazzi! Che succede?- il professore gridava.
-Chiami un ambulanza. Velocemente!- gridai.
Stavo dando ordini ad un professore.
-Che succede?- chiese.
-Lo faccia. Una ragazza potrebbe morire. Lo faccia e basta.- dissi, si alzarono grandi voci, di nuovo, in tutto il corridoio. Ritornai nella stanza di Isabel.
-Thomas! Allora?- mi accucciai, di fianco a lui.
-Prendila in braccio, e tienile l'asciugamano sui polsi. Stringi più che puoi.- disse.
Presi la ragazza, da sotto le gambe. Le lasciai un bacio sulla guancia.
-Grazie Thomas.- dissi.
-Non a caso farò medicina.- sorrise, ed uscì.
Lo seguii.
Molti urlarono alla vista di Isabel. Ma penso alla vista di sangue.
La guardavo. Sembrava morta.
Mi fermai davanti al professore.
-Stanno arrivando.- disse.
Guardai Cameron.
Si toccava nervosamente i capelli, mentre parlava con i suoi amici. Imprecava e scuoteva la testa.
Camille, ridacchiava.
Se non fosse stata una donna, l'avrei uccisa con le mie mani.
-Voi! Rientrate!- urlò il professore.
-Andiamo! Forza!- disse rivolgendosi a me e a Thomas.
Lanciai un ultima occhiataccia a Cameron, che però, guardava la ragazza tra le mie braccia.
Scendemmo le scale, e salimmo sul veicolo.
Presero la ragazza dalle mie braccia.
Le misero una di quelle mascherine, così brutte da vedere, sulla bocca.
Tolsero gli asciugamani.
-Con cosa si è ferita? Lo sapete?- chiese un medico.
-Molto probabilmente, una lametta.- risposi tristemente.
Vidi che rimase sorpreso. Annuì come per affermare la teoria che molto probabilmente aveva pensato.

Ero dentro alla sua stanza. Lei era immobile. Regnava il silenzio, si sentiva solo quel fastidioso bip, che fortunatamente era regolare.
Sospiravo, in continuazione.
Thomas entrò più volte, e mi chiedeva se desideravo un caffè. Ma io, rispondevo sempre di no.
La guardavo. Era bellissima, anche con quei due tubicini nel naso, con quelle fasce sui polsi.
-Mi avevi promesso che non lo avresti fatto mai più, Isabel.- dissi, stavo giocherellando con le sue mani.
-Mi hai detto che io sono la tua salvezza. Allora perché lo hai fatto? Per Dallas? Non ci perdere tempo, con quello. Non me vale la pena.-
-Ciao Oliver..- la sua voce era debole, e piccola.
-Isabel.. Ciao.- dissi sorridendo.
-Ga.. Gale. Mi chiamo Gale, Oliver.- disse aprendo gli occhi.
-Sarai sempre la mia Isabel.-

Antitesi}CameronDallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora