1. Cambiamenti radicali

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Avevo detto a mia madre che non mi andava di avere una nuova famiglia, quella che avevo era già di troppo per me. Ma lei ha deciso immediatamente di fidanzarsi con un giornalista sportivo ed il suo desiderio sarebbe stato quello di convogliare a nozze. Peccato che per me era impensabile, dopotutto si conoscevano neanche da sei mesi e la figlia di lui, Lucy, l'avevo odiata dal primo giorno che ci eravamo viste.

FLASHBACK.

Mia madre si presentò con quell'uomo sei o sette mesi prima e la mia reazione non fu delle migliori. Si trasferirono a casa nostra e l'idea non mi piaceva per niente.

Mio padre aveva traslocato a Miami dopo un radicale distacco da mia madre. "Era finito il loro amore" o meglio, così avevano detto per darmi una spiegazione plausibile.

Simon mi presentò sua figlia, la quale non mi fece una bella impressione. Sin da subito. Aveva una gomma da masticare in bocca e la muoveva in una maniera poco rispettosa.

Squadrò la casa senza perdere neanche un particolare, dopodiché l'analisi si concentrò su di me.

"Tu saresti... Banana Stewart?" Chiese arrogantemente.
"Baylee." La corressi seccamente.
"Oh, beh sì, siamo lì. Piuttosto, la mia camera dov'è, papà?"
"La dividerete insieme. Da oggi in poi siete sorelle e penso che non vi dispiacerà. O sbaglio?" Rispose mia madre.
"Sbagli." Le sussurrai.
"L'idea di condividere la camera con questa qui non mi piace per niente, ma se è una camera spaziosa ed è l'unica chance, farò un sacrificio."
"Sì, è l'unica stanza disponibile, Lucy. Non è un albergo e devi accontentarti. Intesi?" La richiamò il padre.
"Sì, papà." Rispose sbuffando.

Salì le scale molto velocemente e decisi di seguirla. Era casa mia e quella la mia stanza, dovevo controllare ogni suo minimo spostamento e gesto.

"Senti dolcezza, a me questa casa fa schifo. Okay? Avevo i miei spazi fino a quando mio padre è impazzito e ha voluto fidanzarsi con la tua mammina. Adesso, però, vorrei restare da sola, fumare una sigaretta e sempre se mi è concesso da sua altezza, riposare. Sono molto stanca ed averti qui vicino mi fa salire solo di più l'arrabbiatura."
"Ascoltami tu, carina. Questa è casa mia e si dia il caso che questa sia la mia stanza. Ci sono delle regole da rispettare ed una fra tutte è l'educazione. Non si fuma, non si beve e non ci si droga. Della tua vita puoi fare ciò che ti pare, ma non qui e non vicino a me. Ti sto sulle palle? Non mi interessa. Rassegnati, a meno che i nostri genitori non si lascino e solo io so quanto lo vorrei, tu dovrai rimanere qui. E ci sarò anche io."
"Sei così patetica. Che sorella del cazzo doveva capitarmi." Sbuffò.
"Non siamo sorelle, tranquilla."

La lasciai evidentemente senza parole e poco mi interessò. Scesi le scale di corsa e mi accovacciai sul divano come ero solita fare.

"Bailey!- Mi richiamò mia madre- Ora che c'è Simon non puoi permetterti di sederti così. Daresti un cattivo esempio e non voglio che parli male di te a sua figlia."
"Okay." Risposi semplicemente.
"So che per te è difficile, ma io amo Simon e voglio essere felice insieme a lui, visto che con tuo padre non è stato possibile."
"Vuoi dirmi che di papà non ti importa più nulla?" Chiesi fissandola.
"Io ho amato tuo padre e molto. Ma ciò che c'è stato tra di noi è passato e bisogna che anche tu te ne faccia una ragione."
"So solo che avere quella ragazza come sorellastra mi renderà la vita difficile. Ora scusa, ma vorrei andare in bagno. Credo sia l'unico posto dove possa stare tranquilla senza che nessuno mi disturbi."

**

Per l'ora di cena entrai in cucina e notai che quella pseudo sorella che mi fosse capitata non fosse ancora presente. Andai a chiamarla senza bussare alla porta, prima di tutto era la mia stanza.

La musica era fortissima ed il fumo non mi faceva vedere in che condizioni fosse e cosa stesse facendo esattamente.

"Sei una stupida." Le urlai.
"Ecco ritornata la rompipalle."
"Leva questo schifo."
"Altrimenti?"
"A mia madre il fumo fa più schifo, se fossi in te eviterei di fare il pappagallo. Non vorrei che si arrabbiasse con la figlia del suo innamorato."
"Stronza."
"Io davvero non ti capisco. Non ti ho fatto niente, non ti ho trattata male neanche un secondo e tu ti sei presentata in questo modo."
"Sai com'è, non mi interessa averti come sorella, figuriamoci come amica."
"Beh dovrai sopportarmi, okay? Altrimenti dì a tuo padre di andare via, non so cosa altro dirti."
"Purtroppo non posso farlo. Mio padre ci tiene a tua madre e mia madre è fuori, in Francia, e sinceramente preferisco rimanere a New York, nonostante debba sopportare questa casa e te."
"Sopportami allora, vediamo quanto resisti."

Non ci fu alcuna risposta, ma solo un sorriso beffardo che mi fece gelare il sangue e battere il cuore. Cosa sarebbe successo più avanti?

FINE FLASHBACK.

La luce del mattino quasi mi accecò. Erano le 7.00 del mattino ed era ora di alzarmi.

Lucy stava ancora dormendo come un ghiro e ne approfittai per lavarmi con totale tranquillità. Feci giusto in tempo, prima che arrivasse e pretendesse di usufruire del bagno.

Presi una maglietta semplice ed un jeans dall'armadio, mi truccai ma senza esagerare ed infine pettinai i miei lunghi capelli.

Al piano di sotto c'erano i due fidanzati ed io li salutai educatamente per poi prendere i miei biscotti preferiti e gustarmeli.

"Mia figlia?" Mi chiese.
"Quando mi sono svegliata stava ancora dormendo, ma poi si è svegliata ed è andata in bagno di corsa."
"È sempre la solita." Sbuffò.
"Tranquillo, Simon. Vedrai che starà già provvedendo ad essere puntale per la scuola."
"Lo spero. Tanto stamattina le accompagnerò io. Ho un impegno tra un'ora."
"Grazie." Risposi.
"Non preoccuparti." Accennò un sorriso.

*****

Arrivammo a scuola senza neanche degnarci di uno sguardo. La stupida rincorse Helen e Alexis, le sue due migliori amiche, io invece, salutai Soraya e mi affrettai a salire con lei le scale per raggiungere la classe.

"È sempre la solita, quella lì?"
"È ancora peggio. Viviamo solo sotto lo stesso tetto perché per il resto io e lei siamo distinte e separate. Non voglio averci a che fare. E poi..."

Le mie parole si bloccarono alla vista di Travis, il capitano della scuola ed il ragazzo di cui ero innamorata da un anno ormai. Era sempre così raggiante e spiritoso che se avessi potuto, sarei corsa da lui seduta stante.

"Hai sempre Travis nel cuore, non è così?"
"E chi altro dovrei avere? So che non saremo mai fidanzati, ma mi piace rivederlo nei miei sogni la notte ed immaginare di baciarlo e abbracciarlo in qualsiasi momento voglia. Ci ho parlato solo una o due volte ed è stato un tremolio. Sarei svenuta se solo non mi fossi trattenuta."
"Secondo me è il tuo carattere timido che non te lo permette."
"Non sono più timida come una volta, Soraya. Ormai sono cambiata anche io e non essere spinta o semplicemente non sentirsi all'altezza non credo sia sintomo di timidezza."
"Ma di inferiorità sì." Aggiunse.
"Lo so, ma cosa posso farci? Non vedi quante ragazze gli girano intorno? È così bello, vorrei ben vedere."
"E tu? Come ti reputi?" Chiese fermandosi.
"Come dovrei reputarmi? Sono semplicemente me stessa e non mi reputo bella, ma solo abbastanza intelligente."
"Tu intelligente? Neanche tra un milione di anni." Iniziò a ridere.
"Ehi!." La richiamai dandole una piccola gomitata.
"Okay, okay. La smetto. Adesso entriamo in classe, altrimenti sia tu che io prenderemo una bella nota."
"Hai ragione, sbrighiamoci. L'aula è al terzo piano."
"Come fai a ricordarlo?"
"Perché sono intelligente, appunto."
"Stupida." Sussurrò.
"Cretina." Aggiunsi.
"Ti voglio bene."
"Anche io Soraya. Te ne voglio davvero tanto." Dissi abbracciandola.

Soraya era l'unica persona sulla quale potessi davvero contare. Era semplice come me ma più bella. Aveva già più capacità con i ragazzi ed era per questo forse che mi sentivo nettamente inferiore.

Travis invece, era il ragazzo che aveva rubato il mio cuore già da un anno e non me lo aveva ancora restituito.

Ai ajuns la finalul capitolelor publicate.

⏰ Ultima actualizare: Feb 14, 2016 ⏰

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