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Arrivai a casa non troppo su di giri.

Mia madre non c'era e mi aveva lasciato un messaggio dicendo che sarebbe stata in città fino a sera per degli affari.

Mi rifugiai in soffitta e tirai fuori tutte quelle vecchie foto che mamma odiava perché troppo piene di ricordi ed emozioni.

Cominciai sfogliando un grosso album fotografico di diversi anni prima.

Diverse foto ritraevano una giovane donna dai capelli lunghi e lisci che sorrideva accanto a un uomo sulla trentina che, una volta le porgeva un papavero, una volta la avvolgeva nel suo abbraccio o le baciava le gote arrossate.

Mia madre era bellissima.

Era bella di fisico e non solo, i suoi occhi in quelle foto emanavano ingenuità, spensieratezza e allegria.

Fossero stati ancora così.

ormai i suoi occhi si erano spenti, un buco verde che non dava più alcun emozione.

Tutta colpa di quell'aereo.

Aveva distrutto la vita di mia madre.

Mio padre era del sud new jersey.
Era venuto in Italia a 32 anni e aveva incontrato mia madre.

Mio padre era morto per un incidente aereo nel sud new jersey.

Dal quel momento la vita di mia madre si era trasformata in sopravvivenza, per salvare la sua e la nostra vita.

Eravamo stata l'unica ragione per continuare a combattere.

Per continuare a accarezzare la vita nonostante ricevesse solo schiaffi e pugni. L'unica ragione per riuscire a tirar fuori le unghie in questo mondo ladro che ci aveva rubato tutto, compresa la gioia di vivere.

L'esistenza di mai madre si era trasformata in sopravvivenza.

Aveva grattato nel suo cuore fino a togliere la più lieve trasparenza di emozioni, aveva reso la sua vita e il suo sguardo totalmente inespressivi e vuoti.

Avevo 6 anni quando mio padre morì.

Tirai fuori una testata di giornale del 19.07.2004 era così intitolata:<
Disastro aereo distrugge 312 vite.>

Il giornale mostrava le foto dei due piloti.
Due uomini sorridenti.

Troppo spensierati per aver perso tutto.
Chissà se anche loro avevano lasciato la famiglia a camminare con le sue gambe ancora prima di avergli insegnato a mettere un piede dietro l'altro.

Perché era stato così: tutti loro avevano creato qualcosa per poi lasciarla nelle grinfie di questo schifo di mondo.

L'ultima cosa che tirai fuori fu un pacchetto di carta di giornale contenente qualcosa che non sapevo.

Era un pacchetto che aveva spedito lo stato del new jersey contenenti le informazioni della scatola nera che avrebbero svelato il mistero dell'incidente.

Ero decisa a non aprirlo.

Mia madre probabilmente era allo scuro della sua esistenza, ma sicuramente era meglio così, avrebbe sofferto meno.

Ricordavo molto poco di mio padre perché era sempre in viaggio.

Non chiesi mai nulla a mia madre di mio padre.

Ma ero molto curiosa, anzi assetata di sapere chi fosse quell'uomo che fece sognare mia madre, che la rendesse felice e la appagasse.

Non avevo piu visto quel lato di mia madre. La aveva lasciata quel giovedì 19 luglio.

Era scomparso come la pelle di un serpente che fa la muta.
Non era più tornato.
Mia madre aveva perso la gioia.
La spensieratezza.
Il sorriso.

Era ineccepibile la capacità di una persona di diventare la tua ragione di vita.

Di succhiarti la linfa della felicità e rinfonferla ad ogni sguardo, ad ogni sorriso. La capacità di Insegnare ad amare.

È la forza più potente dell'universo, non teme nemici.
Solo un rivale può spodestarlo.

LA MORTE.

Nella vita di mia madre questo era successo: una persona era diventata la più importante, il motivo per cui alzarsi la mattina, per sopravvivere alla crudeltà, alla sofferenza e al dolore.

Ma se ne era andata.

Con la stessa delicatezza con cui era entrata a far parte della sua vita.
Un uragano forza 10.

Era stata prosciugata tutta d'un botto di tutti i piaceri e le gioie della vita.
Per questo non lo era più.
Era sopravvivenza.
Solo e soltanto quello.
Non morire.
Non era nemmeno paragonabile a vivere.

Vivere era sintomo di curiosità, follia, amore.
Amore.
Soprattutto amore.

L'amore era il caricabatterie dell'esistenza. E quando trovavi qualcuno a cui incanalare tutta l'essenza cominciavi a vivere per davvero.

Sei pronto a spaccare tutto per mostrare a quella persona, ormai tua ragione di vita, tutto il tuo amore.
Vuoi soffiargli anche la più lieve brezza del tuo affetto per fargli capire quanto la desideri.
Quanto la brami.
Quanto la AMI.

Something beautifulWhere stories live. Discover now