Capitolo 28

2.9K 247 10
                                    

Angioletti, buonasera.

Lo so, non è molto ma è che mi sono dovuta sforzare per scrivere questo capitolo. Visto che sono molti giorni che non aggiorno nulla, volevo farmi perdonare pubblicando qualcosa. Mi dispiace veramente, ma in questa settimana mi hanno messa sotto con le verifiche. - Gomen nasai - Anyway, spero che il capitolo vi  piaccia, se è così lasciate una stellina e commentate. Se non avete ancora iniziato a seguirmi, cosa aspettate a farlo? So dove abitate, e potrei benissimo scatenarvi contro il cane da guardia degli Inferi *muahahahahahah*

Un abbraccio,

Zia Mars :3

........................................... 

Non c'era niente di peggio di un vampiro in preda ad una crisi di nervi stile "Donne Sull'Orlo Di Una Crisi Di Nervi". Era anche un po' comica la situazione, almeno da guardare dietro ad uno schermo oppure seduti su una poltrona rossa di un teatro.

– Mi dispiace contraddirti, ma di sano tu non hai proprio nulla – gli confessai, abbozzando un sorriso. Corsius mi passò una mano tra i capelli, andandomi ad accarezzare il viso. Mi continuava a scrutare negli occhi, in una maniera alquanto terrificante. Non sapevo che cosa dire, una parte di me si voleva opporsi a lui, trafiggergli il cuore con un paletto e tagliargli la testa; mentre l'altra (quella da serva umana) voleva a tutti i costi rimanere lì e godersi per sempre il candido tocco delle sue dite. – Embrasse-moi, ma poupée . Pas résister à mon charme – mi sussurrò in francese. Baciarlo, perché avrei dovuto mai farlo?

Prima che le nostre labbra potessero avvicinarsi, posizionai una mano davanti alla sua bocca. – Non credo che bastino un paio di paroline dolci per farmi cadere ai tuoi piedi, caro e vecchio Corsius. Hai provato ad abbindolarmi usando i tuoi poteri di persuasione, ma non hanno funzionato. Prima di essere la tua serva umana sono una Cacciatrice e mai, ripeto mai, ti permetterò di confondere la mia mente. –

Il vampiro mi guardò sbigottito, ero riuscita a dire quello che sentivo senza aver paura della sua reazione. Corsius era una testa calda e non aveva mai accettato che qualcun altro esprimesse davanti a lui i suoi ideali. Io la pensavo in un modo totalmente diverso dal suo, non avevo nessuna intenzione di divenire una bambolina da sistemare dentro una teca di cristallo. Ero nata per sconfiggere le creature che da bambina temevo e non mi sarei fermata difronte a nulla.

Si spostò da me e riprese a camminare. – Allora non ti obbligherò a fare nulla che tu non voglia, ma poupée – mi rispose semplicemente. Lo guardai perplessa, non potevo credere a quello che avevo appena sentito. Ma soprattutto, la strana reazione che ebbe. Mi aspettavo che si opponesse di più, invece fece l'esatto contrario. Forse rimasi anche un po' delusa.

– Sei serio? – gli domandai, rimanendo ferma con le spalle contro la parete. Il vampiro si girò a guardarmi, con uno sguardo che mi fece rabbrividire nell'istante in cui si posò su di me. I lineamenti del viso erano semplicemente perfetti, il naso all'insù e le sopracciglia appena aggrottate gli davano quel tocco di tenebra che non guastava affatto. Sollevò leggermente gli angoli della bocca in un mezzo sorriso diabolico. – Dubiti forse di me? –

– Sono stata addestrata a non fidarmi di nessuno – mi affretto a rispondergli, senza nemmeno pensarci troppo.

– Eppure ti fidi di quel Cacciatore. Com'è che si chiama? Bryan, se non sbaglio. – Andai verso di lui, con passo deciso e anche abbastanza infuriata. Non ne ero del tutto certa, ma credevo che fosse geloso del rapporto di amicizia che avevo con Bryan.

– Bryan è totalmente diverso da... quelli come te. – Le ultime tre parole le dissi con un tono più basso. Ero intimorita e avevo paura che si potesse offendere.

– Solo perché non si nutre di persone, perché per il resto è un assassino tanto quanto me, mon amour – esordì infastidito. Digrignai i denti, mi stava facendo perdere la pazienza ancora una volta. – A differenza tua, lui non uccide persone innocenti. – Mi stavo sforzando di mantenere la calma, non potevo scoppiare in un posto come quello.Ripresi a camminare, andando verso le aule. – Coloro che uccido non sono innocenti – mi sussurrò all'orecchio. – Nessuno lo è. – Eravamo arrivati nel corridoio centrale dove passavano gli alunni che si dirigevano nelle rispettive aule.

– I miei genitori lo erano –sbottai a voce alta. Mezza scuola si voltò dalla nostra parte. Be' se non volevo dare nell'occhio quello era il metodo migliore. 

Corsius si voltò verso i presenti, guardando ognuno di loro con sguardo fulmineo e senza che disse nulla ripresero a camminare ognuno nella propria direzione. – Non credo che questo sia il posto migliore per parlare. –

– Qualsiasi posto non è migliore per parlare, ti ostinerai sempre dal raccontarmi i particolari perché sei fatto così. Ogni volta che voglio approfondire un argomento, ti rifiuti categoricamente di parlarne. –

– Accetterò di raccontarti ciò che brami da anni di sapere, ad una condizione. – Il sorriso malizioso sul suo volto non mi piacque per niente.

– Quale sarebbe questa condizione? – gli domandai, sbuffando. – Dovrai venire al ballo che sto organizzando. – La sua richiesta mi lasciò completamente senza parole, completamente di stucco. Poteva chiedermi qualsiasi cosa, eppure si era limitato a propormi di andare al suo ballo.

– Ho forse una possibilità di convincerti a cambiare richiesta? –

– Temo di no, ma poupée . Vedi, in quanto mia serva umana sei costretta a partecipare all'evento anche contro la tua volontà. Ti sto offrendo un accordo, in modo che sia tu a scegliere – mi spiegò con molta tranquillità. Era proprio questo che mi faceva paura. Se c'era una cosa che avevo imparato in tutti quegli anni che conoscevo Corsius, era che lo si doveva temere di più quando era tranquillo.

Vampire SlayerWhere stories live. Discover now