Nuovi incontri

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Grace pov:
La mattina dopo sentii un suono provenire dal mio telefono, ma non era la mia sveglia. Afferrai il mio iPhone e vidi che erano le 5.48 e vidi che sullo schermo era apparso un promemoria. Strinsi gli occhi per mettere a fuoco. Il promemoria mi ricordava che era il compleanno di Marcus.
Aspetta, ERA IL COMPLEANNO DI MARCUS?
Ed io ovviamente avevo accantonato l'idea di comprargli il regalo a causa degli eventi degli ultimi giorni...
Mi svegliai, tanto ormai non sarei riuscita ad addormentarmi.
Mi vestii e mi truccai decidendo di andare nella palestra che si trovava nella zona sotterranea aperta 24 ore su 24 che Charlotte mi aveva reso disponibile.
Presi gli abiti per allenarmi ed uscii ancora rincoglionita per colpa del brusco risveglio.
Arrivai nella palestra ed era enorme.
Allenarmi mi aveva sempre aiutato a schiarirmi le idee e speravo che anche questa volta potesse funzionare.
Negli spogliatoi femminili c'era uno zaino, questo significava che c'era già qualcuno. Questo mi consolava, per lo meno se fosse successo qualcosa ci sarebbe stato qualcun altro, ma nel contempo avevo bisogno di stare da sola.
Indossai un paio di coulotte nere e una canottiera azzurra.
Attraversai gli spogliatoi che conducevano in una grande sala fitness.
Una ragazza mora, altissima e bellissima stava correndo su un tapis roulant ed un altra con i capelli rossi, un po' più bassa, ma altrettanto bella stava facendo dei piegamenti.
Appena entrai smisero di fare quello che stavano facendo.
In confronto a loro due io sembravo uscita da un film horror, soprattutto perché mi ero appena svegliata.
La mora spense l'attrezzo e si diresse verso di me dicendo altezzosamente:
"Questa palestra è riservata ai dipendenti della Collins agency."
"Sono nuova." Spiegai.
Lei alzò un sopracciglio: "dov'è la tua scheda?"
Tirò fuori un cartellino.
Charlotte me l'aveva dato ma l'avevo lasciato a casa.
"L'ho lasciato a casa." Ammisi.
Nel frattempo la rossa si era avvicinata con un sorriso cordiale.
Ella disse: "Via Pam, si vede che fa la modella! Piacere io sono Katie." Mi porse la mano.
"Io sono Grace." Ricambiai la stretta.
"Scusa per Pam è nel suo periodo." Disse a bassa voce.
Quest'ultima la guardò torta: "Guarda che ti ho sentita!"
"Bene!" Disse Katie facendole la linguaccia. Mi stava già simpatica quella ragazza.
Pam si girò facendole il dito medio, si mise un paio di cuffie e riaccese il tapis roulant.
"Hai fatto colazione?" Mi chiese la rossa.
"No, di mattina presto non ne ho voglia."
"Io volevo andare in piscina ora, che ne dici se tra un'oretta andiamo a prenderci qualcosa al bar qua di fronte?"
"Mi farebbe piacere!" Dissi con un sorriso.
Avere un'amica che fosse più esperta di me in ambito di moda mi avrebbe aiutato ad orientarmi meglio in questo nuovo universo.
"Allora alle 7.30 nello spogliatoio?"
Annuii.
"Di qua ci sono i bagni, qua la sala boxe, qua la sala pesi, qua la sala yoga, qua il bar, qui la piscina interna e da qui si accede all'esterno dove troverai i vari campi per gli sport e la piscina esterna." Mi mostrò i vari posti.
"Questo posto è enorme!" Affermai stupita.
"Ti abituerai e fidati che nelle ore di punta non ti sembrerà altrettanto grande, per questo conviene venire qua ad orari assurdi. Tipo a quest'ora."
"Penso che andrò nella sala yoga. A dopo Katie."
Ci salutammo e io entrai in sala yoga. Non ero venuta qua per fare chissà quale rito zen, ma bensì per fare un po' di riscaldamento. Sino a qualche hanno prima ero stata una ginnasta semiprofessionista, ma poi smisi a causa degli esami di maturità e del poco tempo a disposizione.
Holly insegnava alle bambine piccole nella palestra dove ci allenavamo. Ogni tanto tornavo ad allenarmi, ma negli ultimi tempi la mia vita era diventata un vero e proprio casino.
Iniziai a riscaldarmi e feci un po' di esercizi.
Alle 7.45 io e Katie avevamo finito di cambiarci e stavamo uscendo dalla palestra.
Andammo in un bar ed io ordinai un cappuccino mentre Katie prese un tè alle erbe.
Ci sedemmo ad un tavolino. Iniziammo a parlare.
"Da quanto tempo fai la modella?" Le chiesi.
"È da quando avevo 15 anni che faccio avanti e indietro tra agenzie, camerini, passerelle, ci ho messo tanto per arrivare qua alla Collins. Sono stati 11 anni stressanti. Tu invece cara?"
"Io..." Cominciai a contare i giorni sulle dita ma valutai che non era appropriato riferire a Katie che ero in quell'ambiente neanche da due giorni, quindi mi limitai a dire:
"Diciamo che non ho esperienza... Ieri ho fatto il mio primo provino." Ero un po' in imbarazzo, stavo parlando con una ragazza con più di 10 anni di esperienza e io non avevo neanche un giorno.
"E sei stata presa alla Collins? Al primo provino?" Era incredula.
Alzai le spalle.
"Non sai che fortuna hai Grace! Sai quante ragazze vengono scartate a quei casting? Io l'ho dovuto fare 7 volte e avevo tanta esperienza alle spalle. Quanti anni hai?" Mi chiese Katie.
Le risposi.
"Sei una ragazza molto fortunata."
"Dipende dai punti di vista..." Risi.
"Perché?" Chiese lei.
"La mia vita è un casino."
"Anche la mia non ti preoccupare. Le modelle devono avere una vita incasinata: manicure, parrucchiere, dieta..."
"Io non intendo quel tipo di casini. Io intendo i casini della vita." Lei mi guardò confusa con gli occhi verdi grandi e intensi. Poi di colpo ragionai: la sua vita era manicure, parrucchiere e dieta da ben 11 anni. I suoi casini non erano che quelli.
"Che tipo d casini?" Mi chiese.
"Boh, sai: genitori pessimi, amiche madri, fratelli in crisi adolescenziali..." fratelli... Dovevo comprare il regalo per Marcus.
"Ah... Quei casini." Disse lei pensierosa. "E i casini di cuore?" Mi chiese.
"Non ne parliamo grazie. Te invece in casini di cuore?" Risi.
"Io sono fidanzata con un modello molto famoso ormai da sei mesi."
"Ah, bello..." Dissi con poco entusiasmo.
In quel momento il mio telefono squillò. Risposi senza guardare chi fosse.

Cody Pov:
Salutai Melanie e la cacciai fuori di casa come succedeva ai vecchi tempi. Ma era stato diverso... Diciamo che non mi era quasi piaciuto.
Sì Melanie era la mia toy girl. Diciamo che la usavo quando avevo voglia di fare sesso.
Erano settimane che non la chiamavo più precisamente da due giorni prima che conoscessi... Grace...
Ancora quel nome. Quella ragazza mi avrebbe mandato in manicomio prima dei 21 anni.
La sera prima mi aveva lasciato sul più bello e mi ero incazzato come non mai. Impulsivamente e trascinato dell'eccitazione avevo chiamato Melanie che era stata felicissima di "rinnovare" la mia nuova dimora. Non me l'ero portata in camera, io non ho mai fatto sesso con una ragazza sul mio letto. Eppure avevo trascinato Grace lì in camera mia e stavamo per farlo se solo lei non si fosse ritratta di scatto. Non sapevo con quale volontà mi fossi fermato quando lei era a novanta davanti a me.
Mi stava facendo impazzire.
Ma Cody Harris non si sarebbe mai arreso non ora che ce l'avevo praticamente in pugno, in fondo c'era mancato veramente poco.
Lei voleva il Cody puttaniere e stronzo? Gliel'avrei mostrato.
Decisi di chiamarla, erano le 8.14 e anche se era presto non riuscii più ad aspettare.
Dopo due squilli rispose: "Pronto?"

Grace Pov:
"Hey West." Era Cody. Alzai gli occhi al cielo. Katie mi fissava.
"Cosa vuoi a quest'ora Harris?" Chiesi acida.
"Vorrei tante cose... Ma se stessimo a parlare delle mie fantasie staremmo tutto il giorno a parlare."
"Passa al punto che ho da fare."
"Dobbiamo andare a ritirare la tua macchina." Me ne ero completamente dimenticata.
"Ah già. Ma oggi non posso. Facciamo domani."
"No oggi. Avevamo detto oggi e se non vuoi pagare niente fai come ti dico." Ci tenevo a disubbidire a Cody, ma tenevo di più ai soldi.
"Ma oggi è il compleanno di mio fratello Marcus." Mi ricordai per la millesima volta in quella mattina.
"Io ho gli allenamenti fino alle 6 oggi. Ti vengo a prendere alle 6.30 ovunque tu sia e mi devi una spiegazione. Ciao." Detto questo staccò.
"Vaffanculo Harris!" Gridai. Tutti nel bar mi fissavano.
Katie mi chiese: "problemi?"
Annuii.
"Questa volta di che genere?" Chiese ancora.
"Occhi azzurri, capelli chiari, un metro e novanta e addominali perfetti." La frase mi uscì dalla bocca senza che io le avessi dato il permesso.
"Problemi sexy..." Commentò.
Sospirai.

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