1. Detroit

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Detroit, Michigan.

L'aereo era appena partito da Toronto e la sua destinazione era Detroit.
Dopo 3 anni ritornavo a casa.
Quella casa dove avevo lasciato tutto.
Quando mia madre mi disse che saremmo ritornate nella nostra terra non ero contenta, dovevo lasciare i miei amici e la mia scuola per ritornare a 'casa', in più Detroit per tutta l'America è conosciuta per il suo alto livello di criminalità e in questi anni erano scoppiate delle rivolte interne.

Le gang che si vedono nei film, spacciano, uccidono e causano problemi ai poveri cittadini.
Quando il film è finito capisci che è tutta finzione, che le persone morte erano semplicemente attori.
Ma i film sono un altro modo per rappresentare la realtà e dove stavo per ritornare io non c'erano attori o camere da ripresa.

Quello era un vero inferno.

"Kim, lo so che è difficile. Cambiare città dopo tre anni e ritornare dove abbiamo sempre vissuto è dura ma-"

"Si mamma è difficile ma cercherò di riabituarmi" Le feci un finto sorriso rassicurante per non sentirla parlare e chiusi gli occhi.
Volevo svegliarmi nella mia stanza di Toronto e uscire con le mie amiche.

Avevo paura di non trovare degli amici, che nessuno si ricordasse di me.
Forse una sola persona poteva ricordarsi.
Ma cosa dico sono passati tre anni sicuramente si sarà già dimenticato.

[...]

"Mamma ma questa è la nostra vecchia casa!" Esclamai appena il taxi si fermò di fronte alla piccola villetta.

"Si tesoro sei contenta?" Le sorrisi, mi avvicinai subito alla porta la aprii, appena superai la soglia d'entrata e un'ondata di ricordi pervase la mia mente.
Tutto era rimasto uguale.
Anche la mia camera da letto.
L'armadio sul muro di fronte alla porta, il letto sulla parete di destra e la grande porta finestra che dava sul piccolo terrazzo.

Sistemai gli scatoloni e misi i vestiti nell'armadio.
Ne mancava solo uno, non era grande, lo aprii e vidi che c'erano tutte le mie foto.
Le sistemai alcune sulla scrivania altre le appesi sulla parete color perla.
Sorrisi a vedere quella con mio padre.
Era inverno ed eravamo in giardino, avevamo appena finito di costruire un pupazzo di neve.
Io ero in braccio a lui e sorridevo come se non ci fosse un domani.
Una piccola lacrima di malinconia sfuggì dai miei occhi e l'asciugai subito.
Mi mancava da morire ormai erano passati molti anni dalla sua morte e sia io che mia madre eravamo riusciti a superarla ma il vuoto rimane per sempre.

Quando raccolsi lo scatolone mi accorsi che ne mancava una la tirai fuori.
Era la foto più bella che avessi mai avuto.
Lui mi teneva stretta da dietro e aveva un'aria da duro mentre io ridevo come una matta.
Lui era il mio tutto quando vivevo qui ma quando dovetti partire non mi venne nemmeno a salutare.
Nessuna sua chiamata per tutti i tre anni passati.
Facevo finta di niente anche se mi mancava da morire la sua voce.

Io non mi ero mai dimenticata di lui ma sicuramente lui mi aveva già rimpiazzata con un'altra o si era fidanzato. Era davvero un bellissmo ragazzo e sicuramente aveva una marea di ragazze ai suoi piedi.
Non sapevo se lui mi avrebbe riconosciuto o se io avrei riconosciuto lui, ma sicuramente ci saremmo incrociai.

"KIM! SCENDI È PRONTA LA CENA!" Le urla di mia madre mi fecero ritornare alla realtà e dopo aver posato la foto sul mio comodino scesi in cucina.

"Uh pollo!" Dissi sorridente mentre mi sedevo sulla sedia di legno.

"Tra due giorni inizia la scuola.." Inzió mia madre e mi lamentai.
Perché dobbiamo parlare per forza di quella odiosa struttura che porta alla disperazione i ragazzi dalla preistoria.

"Si lo so.." Risposi annoiata continuando a mangiare.

"Ti ho già iscritto e domani usciamo così ti faccio vedere dov'è magari non ti ricordi"

"Nono..ci penso io! Magari incontro qualche vecchio amico" Risposi pensando ad una persona in particolare.

"Matt?" Chiese lentamente. Lei sa quanto sono stata male i primi mesi senza sentirlo.

"No..si! Magari altre persone.
Lui nemmeno si ricorderá di me" Mormorai mentre un nodo allo stomaco mi fece smettere di mangiare.

"Io non ne sarei così tanto convinta" Cercó di consolarmi ma non ci riuscí.

"Si..sono stanca penso che andró a letto" Mi alzai mentre la sedia strisciava sul pavimento facendo un suono fastidioso.

"Okay tesoro. Buona notte" Le baciai la guancia e la salutai prima di salire le scale.
Mi feci una doccia veloce, mi misi dei pantalonci e una maglia a maniche corte larga e lunga.
Era ancora estate e nonostante fosse sera c'era lo stesso caldo.

Presi una sigaretta e l'accendino, aprii la porta finestra e mi sedetti sul cornicione di pietra della terrazza e mi rilassai sentendo quel leggero venticello che mi scompigliava i capelli.
Il cielo era blu elettrico e le piccole luci nel cielo lo rendevo una vista bellissima.
Le immagini dei momenti con Matt su questa terrazza mi fecero sorridere.
Le risate, le litigate, i pianti, gli abbracci e le urla rendevano la nostra amicizia un qualcosa di raro e difficile da distruggere.

Ma non fu così, perché bastò un semplice trasferimento e un semplice arrivederci per cambiare tutto.

Accesi la mia Marlboro e la portai alle labbra inspirando e buttando fuori il fumo che creava piccole nuvole che si dissolvevano subito nell'aria.
Il ricordo della mia prima sigaretta mi ritornó in mente, avevo 13 anni, un po' presto è vero ma io ero sempre stata curiosa, soprattutto del pericolo.

#Flashback

"Dai Matt!! Fammela provare!" Gli dissi imbronciata pestando un piede per terra come i bambini.

"No Kim! Sei piccola e non voglio" Buttò fuori un'altra nuvola di fumo e ignorò le mie suppliche.

"Non sei molto più grande di me! Hai 15 anni sei piccolo anche tu ma fumi lo stesso" Cercai di rigirare la situazione a mio favore.
Sbuffó e mi guardò intensamente mentre io sorridevo vittoriosa.

"Va bene" Annuii sconfitto.

Si avvicinò e mi porse la sua che aveva inziato da poco.
La portai alle labbra e inspirai come faceva lui e la buttai fuori.
Era una sensazione nuova e strana ma piacevole.

"Brava! Ma ora ridammela" Gliela porsi, la prese tra le due dita e la finì velocemente.

"Se ti vedo con una di queste finisci male ricordalo" Mi disse serio e annuii.
Era molto protettivo anche per cose banali, soprattutto da quando mio padre era morto.

"Si papà.." Scherzai spingendolo.

"Non scherzo" Mi baciò una guancia e mise un braccio sopra le mie spalle e ritornammo a casa.

#Fine Flashback

Avevo promesso.
Ma le promesse erano fatte per essere infrante.
Cominciai a fumare a 15 anni, mia madre non lo sapeva o almeno sperai che non lo avesse scoperto.
Dopo aver finito la mia sigaretta la lanciai e finì nella stradina di ghiaia di fronte al mio giardino.
Chiusi la porta finestra e tirai le tende.
Erano le ventidue passate e il sonno si fece sentire così mi infilai sotto le coperte e piano piano caddi nelle braccia di Morfeo.

Revisionata

Spazio a me.

Nuova storia!
Mi è venuto questo lampo e ho deciso di metterlo per iscritto.

La descrizione dei protagonisti verrà più avanti.
Ma spero che l'inzio della storia sia chiaro.

Spero vi sia piaciuto lasciate una stellina o un commento se vi va!!

Scusate per gli errori!

Bacii♥♥♥

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