Riflessioni

18 3 0
                                    


PRIMA
Erano le tre di un pomeriggio di dicembre,
un orario abbastanza delicato in casa mia,perché tutti dormivano perfino il gatto che in quel momento se ne stava accoccolato sulla mia pancia.
Non avevo molto da studiare dato che quella mattina a scuola quella di letteratura aveva consegnato le pagelle e ciò significava principalmente tre cose:
1)Fine interrogazioni test e verifiche varie almeno per "quest'anno"(torture cinesi farcite con una bella crema di ansia).
2)Natale alle porte.
3)Un'altro: me l'aspettavo(fortunatamente in positivo) da parte di mia madre.
Quest'ultimo punto mi metteva particolarmente in difficoltà,poiché mi faceva pensare a qualcosa che odiavo ammettere a me stessa.
Potevo giustificarmi dicendo che mia madre era una maestra,per cui era ovvio che si aspettasse che sua figlia andasse bene a scuola.
Ma la verità era che non sopportavo gli sbalzi tra poche e troppe attenzioni che i miei mi dedicavano.
In realtà non ne capivo il meccanismo e questo mi irritava.
Insomma perché se esco con qualcuno che loro non conoscono mi spetta prepararmi psicologicamente alla serie di domande che mi avrebbero posto mentre se porto a casa una pagella frutto di domeniche passate a casa a studiare e ansie continue non mi resta altro che rimanere in attesa di un'altro me l'aspettavo
da parte dei miei?
Forse era perché da quando Alberto,mio fratello, era andato a studiare medicina in città mi ero resa conto che non riusciuvo a farmi andare bene l'idea di essere in qualche senso,figlia unica.
Eppure non posso scordare mai quando da piccola a mare chiesi ad una amichetta com'era esserlo e lei,senza esitazione,mi aveva replicato: "Mi piace tanto essere figlia unica ho tutto per me e non mi manca nulla,tanto ho le mie cugine e le mie amiche a farmi compagnia".
A me,sul momento,quella risposta mi parse geniale e pensai che non servivano fratelli o sorelle se tanto ci sono le cugine amiche e un sacco di giocattoli.
Ci vollero tanti anni dopo quel momento ancora vivo nella mia momoria per poter realizzare che, fino a quando non hai qualcuno con cui condividere il tuo ruolo di figlio,non capisci mai quanto puó essere essenziale un fratello/ sorella e come nessun oggetto materiale,nemmeno la nutella o la pizza,possa essere in grado di sostituirlo.
Anche se come fratello ti ritrovi l'uomo di Neanderthal.
Eppure di recente,avevo letto come in realtà questa specie di ominide non fosse cosí cavernicola cosí è sempre pensato,anzi gli esperti dicono che fosse intelligente,capace di formulare pensieri astratti e perfino modaiolo.
In fin dei conti Alberto doveva avercelo un pò sale in zucca per aver passato il test d'ingresso alla sua facoltà al primo tentativo e senza bisogno di aiuti esterni.

Something so rightDär berättelser lever. Upptäck nu