La fortuna non è proprio a mio favore

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Quando fu il giorno della mietitura per i trentaquattresimi Hunger Games il sole decise di degnarci della sua presenza.

Splendeva alto nel cielo illuminando i boschi che si trovavano al di là della recinzione, colmi di selvaggina che avremmo poi trovato al Forno, e dando al Distretto 12 un aria da Distretto quasi vivibile.

Poi però ti rendevi conto di che schifo di posto era andando al Forno e un'idea del genere non ti avrebbe sfiorato nemmeno lontanamente.

Io e Minho lo sapevamo bene, avevamo sempre disprezzato il nostro distretto e il resto di Panem, ma soprattutto non ci andava a genio Capitol City e i suoi stupidi abitanti. Del resto, era così per tutti nel 12.

Era mezzogiorno e noi, invece di preparaci a dovere per quella stupida cerimonia che sarebbe iniziata da lì a poco, eravamo al lago a non fare nulla in particolare se non fissare il panorama che potevamo ammirare dalle sponde del lago.

Era quasi piacevole starsene lì, nessun pensiero per la testa, la natura, il sole che per una volta splendeva sopra le nostre teste e non ci faceva patire troppo il freddo. Davvero, sarei stato di buon umore se quello fosse stato un giorno qualunque e non il giorno della mietitura.

Vidi Minho lanciare diversi sassi nell'acqua, ognuno dei quali faceva diversi salti prima di scomparire nelle profondità nel lago. Lo sentii sbuffare e poi lanciò un altro sasso con molta più forza, senza un'angolazione precisa e infatti questo andò subito a fondo. - Pensa che per uno di noi questi potrebbero essere gli ultimi momenti che passa in questo Distretto. Magari tra qualche ora uno di noi due sarà su uno di quei treni diretti a Capitol. Mi fa schifo solo a pensarci, caspio.

- E allora non pensarci, Minho - dissi sdraiandomi sui gomiti. - Pensa che abbiamo sedici anni. E questo vuol dire altre due mietiture e poi basta. Superati i diciott'anni non dovremmo più preoccuparci di nulla. Beh, si fa per dire. Qui c'è sempre da preoccuparsi.

Minho iniziò a rigirarsi un sasso tra le mani. - Sì, ma poi ci andranno i tuoi fratelli alla mietitura. Ti sei scordato di avere due fratelli e una sorella più piccoli, Thomas?

- No, affatto. Per ora preferisco non pensarci.

- Sei proprio una testa di caspio - Minho emise una breve risatina. - Comunque, non credo di arrivarci ai diciott'anni. Qui va a finire che verrò estratto prima. Forse oggi stesso. Per quelle cacchio di tessere il mio nome oggi comparirà quindici volte.

- E il mio ventotto. Tu non hai una famiglia numerosa come la mia da sfamare. Ma mi sto lamentando? No, sto semplicemente cercando di godermi quelli che potrebbero essere i miei ultimi momenti in questo bosco.

- Vaffancaspio, Thomas - vidi il mio amico sorridere nonostante tutta quella situazione. Era bello passare del tempo con lui, era una testa di caspio paranoica, ma era anche un buon amico. Avrei tanto voluto però che qualcun altro fosse lì con noi.

Dopo pochi minuti, Minho decise che era arrivato il momento di andare a farci belli per quella cerimonia che poteva decretare la nostra morte e così ce ne andammo ognuno a casa propria sapendo benissimo che ci saremmo rivisti in piazza poco dopo.

E infatti all'una in punto io e Minho eravamo nella piazza del Distretto a registrarci. Mentre ero in fila in attesa che fosse il mio turno, mi misi a guardare i negozi che circondavano la piazza, gli stendardi colorati che ci volevano ricordare a tutti i costi che due di noi stavano per andare al patibolo, ma la mia intenzione era soprattutto quella di trovare una certa persona in mezzo a quella folla.

La piazza si riempì velocemente. Presto arrivò il sindaco insieme all'accompagnatrice del Distretto 12 appena arrivata da Capitol, i quali si andarono a sistemare sul palco sedendosi su due delle tre sedie posizionate lì sopra dietro alla pedana e alle due bocce di vetro.

I volunteer as tribute || NewtmasWhere stories live. Discover now