2° Storia: Hell.com

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[Tradotta da ~Erin nel Creepypasta Forum]

Il "Refspoofing" è la pratica di inviare dati errati ad un indirizzo HTTP in modo da prevenire che un sito ottenga dati su una pagina precedentemente visitata dall' utente.
E' un interessante stratagemma che può essere usato per accedere a elenchi nascosti sui siti e a volte anche a trovare password o username.
La maggior parte delle persone usa questo trucchetto per trovare porno gratis o per scaricare musica.

Molti anni fa c'era un sito chiamato Hell.com che aveva una pagina iniziale intermittente e luminosa, intenzionalmente disturbante. In un pomeriggio particolarmente noioso del 2005 decisi di smanettare sul sito per vedere se avrei trovato qualcosa di interessante. Mentre navigavo tra le sezioni apparentemente vuote, notai che ero finito su quello che appariva un loop di cartelle. Il sito era codificato in un codice primario HTML piatto (flat HTML?) e usava i tag per mostrare le varie presentazioni in Flash. Comunque, notai alcuni riferimenti nella sorgente della pagina a vari forms gestiti da uno script PHP. Per scrupolo cambiai il mio ID in una pagina che si poteva trovare in phpMyadmin.

Come per magia, la cartella successiva (che avevo già visto ed era vuota) ora era piena di link a diverse pagine.
Molte delle pagine sembravano delle strane presentazioni di arte avant-garde. Alcune erano video e altre pagine web ben strutturate. Tornando indietro, alcune delle pagine sembravano molto ciò che ora chiamiamo Web 2.0, che nel 2005 sembrava quasi futuristico. Mentre guardavo una presentazione sulle tecnologie industriali dove ogni slide mostrava un diverso libro per bambini photoshoppato con un titolo perverso come "Biancaneve sotto i nani" o "Cappuccetto rotto", cambiai finestra per vedere la sorgente della pagina.

Trovai un link interno che avevo già visto in altre pagine, ma quando cercai di aprirlo mi reindirizzò ad una pagina a caso. In effetti, era così che ero arrivato dov' ero. Avevo il mio ID bloccato sulla pagina phpMYadmin, così resettai il mio referer e cliccai il link come se fossi appena arrivato lì da quella pagina.
Mi mandò su una pagina vuota con un login htaccess. Ma per questo ero pronto. Caricai un'applicazione forzata e cominciai a mandare username e password casuali nel mentre andavo a prendere una soda nella bottega sotto casa.

Non avevo fatto molti progressi con l'applicazione forzata nel poco tempo che stetti via così decisi di andare a rompere le scatole al mio coinquilino per un po'. Qualche ora dopo tornai e vidi che l'attacco aveva avuto successo ed ero arrivato nella pagina iniziale reale.
Tutto quello che avevo trovato fino a quel momento era annebbiato, confuso, per fare in modo che l'utente pensasse di essere su un sito misterioso e/o paranormale. La verità era, però, altrettanto interessante.
Il sito in sé era una collezione di artisti, musicisti e registi riuniti per lavorare su un progetto di alta livello. Riconobbi un paio di nomi quasi immediatamente: Darren Aronofsky e Brian Warner.
Effettivamente, c'erano molti altri nomi di persone non ancora famose all' epoca ma che lo divennero.
Prima che potessi fare qualsiasi cosa con queste informazioni fui espulso dal sito. L'account con cui ero entrato era stato temporaneamente sospeso.

E' qui che iniziano le stranezze: dal nulla la mia cronologia, i miei download, i miei segnalibri e altre opzioni del mio browser erano scomparse. Per di più il mio coinquilino gridava dalla sua stanza che gli era successa la stessa cosa. Pensai fosse un moderatore che mi aveva hackerato per ripicca o qualcosa del genere.
Avevo rubato la rete wi-fi al mio vicino per entrare nel sito, per cui immaginai fosse stato bannato anche il mio IP, allora presi il mio computer portatile e andai alla caffetteria.

Ricreai l'hack a ricordi. Seguii ogni passo e alla fine riuscii ad arrivare al punto in cui dovevo "usare la forza" per entrare. Misi a icona la finestra e giocai un po' con il mio Gameboy. Dopo circa un'ora ero di nuovo dentro ma la pagina non era la stessa. Il moderatore era bravo. Nel frattempo che io cercavo di rientrare lui aveva cambiato la struttura del sito e si era assicurato che la pagina in cui fossi finito fosse niente di più che un video che nel centro di uno schermo nero.

Il video era macabro ad un livello inimmaginabile. Ridevo dei video tortura e molti dei siti shock mi avevano annoiato. Mi vantavo anche di essere arrivato al punto in cui non mi spaventavo più nemmeno con gli screamers.

Tra tutte queste immagini e riprese raccapriccianti di ciò che può essere descritto solo come orribili crimini contro l'umanità, un testo in rosso lentamente veniva messo a fuoco: "Coloro che cercano l'inferno sono destinati a trovarlo."
Chiusi il computer e mi diressi verso casa. Si stava facendo tardi e pensai che potevo darci un'occhiata la mattina seguente. Mentre ero sulla strada del ritorno passai davanti all'insegna di una chiesa che recitava: "Coloro che cercano l'inferno sono destinati a trovarlo."

Quando arrivai a casa accesi il computer fisso e mi loggai in un gioco chiamato "Tibia". Nel caso non ci aveste giocato: non vi siete persi molto. Mentre ero intento a uccidere creature mitologiche e a chattare con gli altri giocatori, un Game Master, noto per scrivere con il rosso, scrisse: "Coloro che cercano l'inferno sono destinati a trovarlo."
Gli chiesi se avesse visitato Hell.com di recente e in pochi minuti fui bannato dal gioco per linguaggio inappropriato. Con poco altro con cui svagarmi, decisi di andare a dormire.

La mattina dopo fui svegliato da qualcuno che bussava alla porta. I federali erano già andati dal mio vicino ma dopo una veloce chiacchierata ci dirigemmo verso il piano inferiore per qualche altra domanda. Il moderatore di Hell.com aveva denunciato l'accesso illegale. L'agente non aveva nessuna prova contro di me ma comunque mi confiscò il computer fisso e mi redarguì per il mio comportamento illecito.
Mentre usciva mi ripetè con sarcasmo: " Stai attento ragazzo, chi cerca l'inferno è destinato a trovarlo."
Era solo la quinta o la sesta volta che mi imbattevo in quella frase.
Quando l'agente se ne andò presi il mio portatile dal doppiofondo della scrivania e cercai la frase su Google.
Nessun risultato.
Potreste cercarla ora e trovereste mille risultati, ma quel giorno non ce n'era nemmeno uno.
Con lo spavento degli sbirri e tutto il resto decisi di lasciar perdere.

Passarono gli anni, tutto finì in una nuvola di fumo, apparentemente il moderatore che mi bombardò il browser fece sembrare che non tornai più sul sito. In realtà non ci ripensai nemmeno fino a questa mattina. Arrivò una raccomandata con UPS da un indirizzo in Nevada. Dentro c'era una lettera con scritta solo una frase in rosso: "Coloro che cercano l'inferno sono destinati a trovarlo."

Traslocai sei volte da allora. Non c'è niente a mio nome. Diamine! Non ho ricevuto posta a questo indirizzo da quando mi sono trasferito qui. Il tizio è a posto. Ah, sì un'altra cosa. Nell' angolo in basso la lettera era firmata LCF. Il Post Scriptum recitava: "A presto."

Creepypasta - Parte 2Where stories live. Discover now