Di Matilde, Guerra e pace - Parte 2

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°1991°

Luglio

Erano da poco passate le sei quando il campanello suonò.

Hermione alzò gli occhi da Anna Karenina e ascoltò attentaper accertarsi che la madre fosse andata ad aprire.

"Sì?" la sentì chiedere.

"Signora Granger? Sono la professoressa Stendeer."

Hermione spalancò la bocca per la sorpresa.

"Che ci fa qui la tua professoressa?" le domandò stupito il padre, sollevando lo sguardo dalla sua rivista di odontoiatria.

Lei si limitò a sollevare le spalle, mentre la madre apriva la porta e invitava l'insegnante a entrare.

"So che la mia è una visita inaspettata, ma avrei bisogno di parlarvi" le sentì dire Hermione mentre la porta d'ingresso si chiudeva. La sua mente volò al freddo congedo che aveva riservato alla Stendeer l'ultimo giorno di scuola, e lo stomaco le si attorcigliò per l'angoscia.

"Ma certo, non c'è problema. Venga, l'accompagno in salotto" disse la madre con tono cordiale, e questo non fece che accrescere la sua ansia. E se la Stendeer fosse venuta a raccontare di quell'episodio? E se – peggio ancora – la Stendeer avesse deciso di prendere dei provvedimenti disciplinari nei suoi confronti?

Hermione sentì il tintinnare ritmico di un paio di tacchi avvicinarsi sempre di più, e il suo cuore cominciò a battere più forte.

"Professoressa, c'è forse qualcosa di cui dobbiamo preoccuparci?" chiese la madre, una nota d'ansia nella voce. Hermione trattenne il respiro e strinse il libro tra le dita: cosa avrebbe pensato sua madre di lei, scoprendo che era stata così maleducata con un insegnante? Quanto sarebbero rimasti delusi i suoi genitori, se la scuola avesse deciso di sospenderla?

"Oh, no, niente di cui preoccuparsi" rispose la Stendeer, entrando finalmente in salotto con un sorriso stampato in volto. "Oserei direi il contrario, in realtà."

Suo padre si alzò subito in piedi per i convenevoli, ma Hermione si concesse di chiudere gli occhi per un istante, tirando un lungo sospiro di sollievo. Non è nulla di cui preoccuparsi, si ripetè nella mente. Nulla di cui preoccuparsi.

"Hermione?"

Il richiamo perplesso della madre la riportò alla realtà. Hermione scattò in piedi e porse prontamente la mano all'insegnante. "Buonasera, professoressa Stendeer."

Si sentiva un po' a disagio, ma si assicurò di sorridere con molto più calore dell'ultima volta.

"Buonasera, Hermione. È un piacere vederti."

"Tesoro, perché non continui a leggere un po' in camera tua?" le domandò allora il padre. Hermione capì subito di essere stata congedata; nonostante la curiosità l'attanagliava, assentì con un cenno del capo, sperando che la Stendeer apprezzasse la sua obbedienza.

Aveva già mosso il primo passo quando la professoressa parlò.

"Preferirei se rimanessi, in realtà."

Hermione si girò verso di lei con occhi sgranati, stupita non solo dalla richiesta in sé, ma anche dal fatto che l'avesse rivolta proprio a lei. Moriva dalla voglia di restare, ma cercò lo sguardo dei genitori per avere la loro approvazione. Sua madre fu la prima a riprendersi dalla sorpresa.

"Ma certo, non c'è problema" disse con un sorriso, facendo un cenno verso i divani. "Accomodiamoci, allora"

"Posso offrirle un tè?" aggiunse suo padre.

Lettere da HogwartsWhere stories live. Discover now