Di Matilde, Guerra e Pace - Parte 1

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°1985°

"Scusi, è lei il bibliotecario?"

"Sono proprio io" confermò l'uomo con la barba bianca al bancone, accogliendola con un largo sorriso e un piccolo inchino. "Al tuo servizio!"

"Sto cercando un libro, signore."

"Sei nel posto giusto, allora" le disse il bibliotecario con un occhiolino. "Ti ricordi come s'intitola?"

"Oh, non un libro in particolare. Ne vorrei solo uno con una storia vera, non di quelli per bambini piccoli con le filastrocche e i disegni."

Il signore ridacchiò divertito.

"Tu devi essere una bambina molto intelligente, eh?"

"E anche molto esigente" aggiunse la mamma con un sorriso, passandole una mano tra i capelli. "A quanto pare Elmer l'elefante variopinto è una lettura troppo banale per lei."

"L'ho finito in tredici minuti!" protestò Hermione. Era ovvio che l'avesse trovato banale.

"Be', sono certo che riusciremo a trovare un libro vero che vada bene per te" garantì il bibliotecario. "Venite, vi faccio vedere il reparto ragazzi"

Hermione annuì soddisfatta e lo seguì, sforzandosi di non restare indietro lungo le scale.

"Dimmi un po', signorina, quanti anni hai?"

"Cinque e mezzo" rispose subito Hermione. Non era come quei bambini che neanche sanno contare, lei.

"Cinque e mezzo? E già leggi libri? Allora sei ancora più intelligente di quello che pensavo!"

"Sono l'unica della mia classe che sa leggere" commentò Hermione, certa che così avrebbe chiarito tutto. "Le altre bambine giocano ancora con le Barbie."

"Ogni tanto potresti giocare anche tu, Hermione. Non c'è niente di male nel farlo, i libri non scappano mica" disse la mamma.

"Oh, be', a volte quelli della biblioteca scappano eccome! Un giorno scompaiono e non tornano più!"

"Scompaiono?" domandò Hermione, mentre il cuore cominciava a batterle forte. "Intende... nel nulla?"

Hermione sentì la mano della mamma stringersi forte sulla sua spalla, ma il bibliotecario si limitò a ridacchiare.

"Più che altro, a casa di qualcuno. Purtroppo non tutti si ricordano di riportare i libri presi in prestito, ma sono certo che non sarà il tuo caso" aggiunse con un sorriso. Il cuore di Hermione cominciò a rallentare di nuovo, fino a tornare silenzioso. Non c'era alcun bisogno di preoccuparsi: i libri non potevano semplicemente sparire nel nulla. Niente poteva sparire nel nulla, la maestra l'aveva detto chiaramente quando Julia si era inventata che la sua Barbie era scomparsa all'improvviso mentre ci giocava.

"Ed eccoci qua, questo è il reparto ragazzi!"

Hermione annuì compiaciuta: solo il cartello all'inizio del corridoio lo distingueva dal resto della biblioteca. Anche qui c'erano scaffali su scaffali pieni di libri, libri veri.

"Dammi un attimo per scegliere qualcosa da proporti, poi mi dirai quale storia ti ispira di più, va bene?"

Hermione guardò rapita il bibliotecario passare di ripiano in ripiano sfiorando i libri con le dita, alla ricerca del titolo giusto. Ogni tanto si fermava e tirava fuori un libro per guardarlo meglio: a volte annuiva soddisfatto e lo infilava sotto il braccio libero, altre volte lo rimetteva a posto, scuotendo la testa.

Lettere da HogwartsWhere stories live. Discover now