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"Alexis.." La ragazza era alla fermata dell'autobus quando si sentì chiamare.
Si girò per guardare quella determinata persona che la aveva chiamata.
La voce le era già familiare e, quando si voltò, ebbe la conferma a ciò che immaginava.

"Luke?" Domandò incitandolo a parlare.

Nella sua testa apparì l'immagine di loro due, sull'albero, con il sorriso, vicini. Si stavano per baciare.
Ancora Alexis non riusciva a crederci e, semplicemente a causa di questo pensiero, diventò rossissima.
Rircordò come si era sentita: le batteva freneticamente il cuore, le gambe sembravano tremare, come se fossero fatte di gelatina, le sudavano le mani e quando le loro bocche si stavano per unire non capì più niente. Lei in quel momento lo desiderava.

Ammetteva di esserci rimasta male quando lui si era staccato ed era scappato.
Si era sentita rifiutata, come se a lui facesse schifo tutto ciò che stava accadendo.
Delusa, ecco.

Eppure qualcosa la spingeva a credere che lui, in quel momento, la desiderava esattamente come lei desiderava lui.
Ma Luke è un tipo strano, imprevedibile, lunatico, diffidente.
Non puoi capire cosa potrebbe fare, cosa potrebbe pensare, cosa vorrebbe.

"Emh..per il proggetto..?" Luke cercò di parlare, ma evidentemente era anche lui notevolmente imbarazzato da ciò che era successo, o meglio, che stava per succedere.

"A casa mia o a casa tua?" Cercò di rendere meno imbarazzanti le cose la ragazza, affrettando la domanda.

Sembra più una proposta dalla serie 'scopiamo a casa mia o da te?'

Pensò la ragazza.

"Facciamo da me. Almeno siamo soli e nessuno può disturbarci."

La cosa si fa ancora più pervertita e imbarazzante.

"Emh..okay. A che ora?" Domandò Alexis.

"Al solito orario, ovvero alle quattro." Le rispose Luke sorridendole.

Era la prima volta che vedeva un sorriso spontaneo e disponibile nel viso di Luke.

"Okay, a dopo." Lo salutò Alexis muovendo la mano destra.
Non si stava mostrando fredda, ma semplicemente indifferente. Come se nulla fosse successo.

Luke sembrò sul punto di dire qualcosa, aprì la bocca e si fermò, ma poi la richiuse e scosse leggermente la testa.
"A dopo, Alexis." La salutò freddamente.

Certo che quel ragazzo soffre di grandi sbalzi d'umore.

Alexis non riusciva a spiegarsi il perchè di quegli atteggiamenti. Sapeva che era lunatico, che un minuto prima era scherzoso e l'attimo dopo incazzato, ma a questo punto sembrava essere più bipolare.
Un attimo prima le sorrideva dolcemente, in modo cordiale. L'attimo dopo si distaccava, le rispondeva freddamente.
Quel ragazzo era più freddo di un ice berg nel polo nord.

Lo vide allontanarsi verso la sua moto, salì e senza degnarla di un minimo sguardo, partì.

**

Alexis suonò al campanello dell'abitazione di Luke.
Era da cinque minuti che suonava e ancora nessuno era venuto ad aprirle.

Non so, mi fa stare fino a stasera qui sotto?

Pensò irritata la ragazza.

Finalmente, dopo cinque minuti, la porta d'ingresso si aprì e da essa apparve un Luke visibilmente addormentato.
Gli occhi erano stanchi, semichiusi, era pallido e con i capelli scombinati.
Notò anche che aveva addosso solo un paio di jeans, era senza maglietta e così potè ammirare il suo meraviglioso fisico.
Avrebbe voluto sbavare.
Non era un fisico palestrato, pieno di muscoli, ma aveva un fisico stupendo.
Neanche lei avrebbe saputo descriverlo, ma aveva quella voglia di avvinghiarsi a lui o semplicemente starlo a guardare per ore.

Dark Paradise || Luke HemmingsWhere stories live. Discover now