Capitolo 17

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Non riesco ancora a credere che lui sia lì, il mio migliore amico quando ero alle medie. Ora è qui davanti i miei occhi. Mi butto tra le sue braccia e lo stringo forte.

"Cosa ci fai qui a New York?" Gli chiedo quando ci stacchiamo.

"Mi sono trasferito qui per via del lavoro di mia madre."

"Capisco". Dico regalandogli un sorriso.

"E tuo è padre come sta?"

"Bhe...i miei non stanno più insieme. Mio padre è tornato in Spagna." Dice con un sorriso triste.

"Mi dispiace io non lo sapevo." Non volevo metterlo a disagio.

"Non ti preoccupare." Dice abbracciandomi.

Mi sembra quasi impossibile che sia qui, ma sono troppo felice per pensarci. Saluto anche Lodovica e tutti e tre entriamo dentro al centro commerciale.

La giornata è stata fantastica e ora Diego mi sta riaccompagnando a casa .

"Quindi ora vivi in un appartamento tutta sola?" Vorrei rispondergli che non vivo propio sola ma mi limito a rispondere di sì.

Dopo poco arriviamo sotto al mio palazzo e saluto Diego con un bacio sulla guancia. Entro nell'appartamento buio chiudendo la porta.

"Chi era?" Balzo in aria, accendendo la luce. Mi giro verso di lui che è in mezzo al salotto a braccia incrociate.

"Cosa?"

"Non fare l'ingenua con me, sai a cosa mi riferisco. Chi era il tizio di sotto?" I suoi occhi verde sputavano rabbia.

"Diego, è un mio vecchio amico e oggi ci siamo rincontrati e abbiamo passato la giornata insieme." Rispondo con voce tremante. Non riesco a capire perchè se la prende tanto. Si avvicina a grandi passi a me. Mi prende i cappelli in pugno tirandoli, facendomi alzare il viso verso di lui.

"Tu non hai ancora capito che sei mia, vero?" Avvicina le sue labbra al mio orecchio facendomi rabbrividire. "Ma dopo quello che ti farò adesso, capirai a chi appartiene".

Oddio, che cosa aveva in mente?







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