Sweet kiss in the wood

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Otto mesi prima. Hogwarts, settimo anno.

Casa.

Quella era la parola che Hermione aveva sussurrato nella mente alla vista del castello.

Un respiro. Le sembrava di non respirare da mesi.

Erano ormai le sette di sera ed il cielo ammantava il castello come leggera seta dal colore del crepuscolo.

Le tonalità del rosa si mischiavano a quelle più intense del violetto per sfociare, poi, nel manto scuro del blu della notte.

Era ormai sera.

Il treno del binario 9 e ¾ aveva lentamente preso vita, lanciando piccoli sbuffi, e si era allontanato.

Lei era rimasta lì, immobile, ad osservare il cielo su Hogwarts. Non aveva sentito Luna e Neville, mano per mano, chiamarla per dirigersi alle carrozze. Non aveva sentito Dean salutarla, né tantomeno Ginny raccontarle quanto ne avesse già piene le scatole dello studio. Nulla, tutto le era passato, scivolato addosso.

Non si era accorta che i suoi amici la stavano aspettando sulla carrozza trainata da quelle solitarie creature che, da pochi mesi a questa parte, anche lei riusciva a vedere.

Non aveva sentito gridare i suoi amici, intimandole di darsi una mossa, mentre la carrozza iniziava a procedere. Non aveva visto che ormai era sola. Non l’aveva visto.

Ripresasi da quella piccola trance, sbatté le palpebre.

Ma dov’erano finiti gli altri? E le carrozze?

In quel momento i volti ed i discorsi di poco prima le sovvennero, in un flashback che sapeva di rewind troppo veloce, però.

Posò a terra la gabbietta di grattastinchi e prese un respiro, poi un altro. Ed un terzo, infine.

I polmoni sembrarono ringraziarla, mentre la notte calava inesorabile.

Si sistemò la borsa, aprì la gabbietta e prese grattastinchi in braccio, iniziando ad accarezzalo. Trasfigurò la gabbietta in un braccialetto e se lo legò al polso. Sospirò. Sarebbe stata una lunga passeggiata.

Con l’animale accucciato tra le sue braccia, prese a camminare alla volta del castello.

Fece pochi passi, quando un rumore dietro di lei la bloccò.

La guerra era finita da poco e i suoi nervi captavano ancora ogni minimo spostamento.

Un refolo d’aria si alzò e le scompigliò i capelli, soffiandoli in avanti.

Un profumo.

Un profumo le arrivò alle narici, da dietro le spalle.

Inspirò.

Era il profumo dell’inverno.

Neve, pioggia e vento.

Ma c’era qualcos’altro… Muschio. Un leggero sentore di muschio, delicato ed impalpabile. Si riscoprì a chiudere gli occhi ed inspirare quel meraviglioso bouquet d’inverno. Così presa da quella fresca fragranza, da non sentire una presenza a meno di un passo dalle sue spalle.

Se avesse avuto gli occhi aperti, avrebbe almeno potuto vedere un cambiamento nella luce, sopraffatta da un’ombra. Ma lei, gli occhi, li aveva ben chiusi.

Fu solo quando l’ombra dietro di lei poggiò la sua mano sull’esile spalla della giovane, che Hermione scattò.

In una frazione di secondo aveva estratto la bacchetta e l’aveva puntata al collo di…

D'ambra e di pioggiaWhere stories live. Discover now