capitolo 3

215 12 2
                                    

Questa fan fiction è fatta per mettere un sorriso, fatemi sapere se ci riuscirò.

Fino quando...
Ero tranquilla allo Starbucks bevevo la mia bibita, ma lo vidi, davanti a me.
Mi alzai e lo chiamai.
"Dottore!" Esclamai con un sorriso.

"Alison! Come stai? Non dovresti essere a scuola?" ricambiò il sorriso.

"Dottor Sparks, lei mi conosce, sa come sono fatta." Dico ridendo.

"Buona giornata signorina Alison."

Mi sorrise e se ne andò.
Il dottor Sparks era l'uomo che aveva aiutato mia madre, nella sua battaglia contro il tumore, ma si sa, in questa vita vince solo il male.
E poi il buoio, due mani posarono sopra i miei occhi, non sapevo chi fosse.

"Chi diavolo sei?!" Urlai.

"Piccola, non ti innervosire" era il tizio di poco prima. Levò la mano dai miei occhi.

"Che cosa ci fai qua? Mollami!" Gli urlai.

"Ti giuro non ti ho seguita, a quanto pare frequentiamo anche gli stessi posti" Mi accarezzò e si avvicinò a pochi centrimeti dal mio viso.

Gli tirai un pugno nello stomaco, si piegò in due.

"Prima di sfiorarmi, devi chiedere il permesso, chiaro?!" Minacciai.

"Dio, quanto sei sexy." Mi fissò negli occhi.

Girai e me ne andai di nuovo a scuola, decisi di entrare in modo da stare lontana da Justin. Avevo 35 minuti di ritardo.

"Professoressa, scusi il ritardo ma ho avuto un inconveniente." Dissi sorridendo.

"Uno dei tuoi inconvenienti? Sarà la millesima volta che lo dici, va a sederti." Mi disse, con sguardo tollerante.

Mi misi accanto a Louis e aveva una faccia da funerale.

"Cosa diavolo è successo?" Dissi vedendo una lacrima rigargli il viso.

Prese la penna e scrive nel libro: "Guarda Harry."

Mi voltai e vidi quella carota con i capelli, ridere ad un ragazzo di cui non ricordavo il nome, era alto, snello, biondo e con un piercing attraente.
Alzai la mano, per chiedere il permesso di parlare.
"Signorina Alison, mi dica." Disse.

"Professoressa, li fa smettere quei due?" Indicai Harry. "Capisco l'attrazione, ma non in classe."

Sentii Louis ridere, mi sentii soddisfatta.

A fine lezione mi si avvicina quel biondo accanto alla carota.

"Non sono gay, chiaro?!" Disse infuriatissimo.

"Ricordiami il tuo nome." Comandai distrattamente.

"Luke. Senti--" Lo interruppi.

"Senti Luke, puoi anche dileguare, gay o non gay stai lontano dalla carota." dissi minacciandolo.

"Ca-carota?" Era spaventato."Harry." Risi forte.

La giornata passò velocemente, pranzai con mio padre in silenzio, erano le 18:30 quando mi arriva messaggio.

"Piccola, ho avuto il tuo numero. -J"
Spalancai gli occhi.

"Cosa vuoi da me? Come hai avuto il mio numero -A"

Sentivo il respiro pesante.

"Basta andare da un tuo professore e dire che sono in laboratorio con te, e chiedere il tuo numero per fare un progetto. -J"

Era furbo e attraente. Decisi di non rispondere, visualizzai solamente.

"Vediamoci, ora. -J"

Sussultai.

Finita un'altra pagina, mi piace parecchio la suspense, non trovate?
Stellinateeeee

Friends of sex.Where stories live. Discover now